Occorre una messa in sicurezza del monte San Michele Enti

Il 6 e 7 febbraio, si è celebrato, in Perugia, presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università, il IV Congresso dell’AIGA (Associazione Italiana Geologia Applicata). Nel corso delle sessioni di studio è intervenuto il geologo di origine foglianesara, Giancarlo Boscaino, trattando il tema: “Analisi geomorfologica e geomeccanica del versante meridionale del Monte San Michele, finalizzata alla riduzione delle condizioni di rischio dell’abitato di Foglianise (BN). Il relatore ha condotto un monitoraggio sul territorio insieme al geologo Modestino Boscaino e all’ingegnere Lorenzo Pietromartire.

Il dott. Boscaino ha svolto il servizio per il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, in occasione dell’EMERGENZA ABRUZZO, a seguito del sisma del 6 aprile 2009, per la valutazione della pericolosità e del rischio dei fenomeni cosismici. Attualmente ricopre il ruolo di specialista geologo Segreteria Tecnica Operativa presso l’Autorità dei Bacini Regionali d’Abruzzo e del Bacino Interregionale del fiume Sangro con sede a l’Aquila, dove si occupa di pericolosità e di rischio frana. A conclusione dell’importante congresso il geologo Boscaino ha concesso un’intervista per Realtà Sannita.

Dott. Boscaino l’approfondita analisi geomorfologica e geomeccanica del versante meridionale del Monte San Michele, effettuata in collaborazione con il geol. Modestino Boscaino e con l’ing. Lorenzo Pietromartire, ha riportato l’attenzione sul tema della prevenzione. Allo stato attuale dai rilevi condotti quali sono i rischi incombenti?

I rischi presenti per alcuni casali, mi riferisco in particolare al Leschito, al Palazzo e Barassano, sono dovuti all’elevata probabilità che il versante meridionale ed occidentale del monte San Michele possano essere interessati da fenomeni di crollo. Questi fenomeni presentano un’elevata pericolosità, causata dall’alta energia cinetica coinvolta e dai tempi di evoluzione estremamente rapidi, dell’ordine dei secondi per intenderci. Dopo il primo impatto i blocchi, se le condizioni lo consentono, possono continuare il movimento a salti e rimbalzi o rotolando lungo il versante. Inoltre, i materiali che si accumulano lungo il pendio possono essere coinvolti in successivi movimenti gravitativi. Da tutto ciò discende un elevato rischio per gli abitanti.

Perché lo studio si è concentrato in particolare sul versante meridionale?

Lo studio, effettuato per volontà dell’Amministrazione comunale, si è sviluppato in due fasi: una fase preliminare conoscitiva finalizzata ad individuare le aree a suscettibilità da frana e le aree a priorità d’intervento sia del versante meridionale, che incombe sui casali Palazzo e Barassano, sia di quello occidentale a monte del casale Leschito. Una seconda fase ha poi preso in considerazione le aree prive di opere di protezione, il versante meridionale appunto, dove, tra l’altro, sono state approfondite le conoscenze geomorfologiche e geomeccaniche e dove per la prima volta è stata effettuata un’analisi cinematica che consiste nel valutare alcune grandezze fisiche come le altezze di saltellamento dei massi, le energie e le velocità in gioco, lungo piste di discesa ipotizzate.

In che modo sono stati condotti i rilevi geologici, geomorfologici e geomeccanici, per riscontrare la pericolosità degli ammassi rocciosi?

Sono stati utilizzati i criteri e i metodi classici. Si è partiti da un rilevamento geologico-geomorfologico di dettaglio per poi effettuare una classificazione geomeccanica delle pareti rocciose analizzate. A titolo esemplificativo posso dire che dall’analisi geologica-geomorfologica e geomeccanica è stato possibile sia tracciare le potenziali piste di discesa dei blocchi sia ipotizzare le dimensioni dei blocchi che possono staccarsi da fronti rocciosi.

Quali sono le aree di maggiore suscettibilità di frana, suddivise dall’accurato studio in cinque settori?

Le zone sono state distinte in aree a suscettibilità elevata all’innesco da frane, aree a suscettibilità elevata al transito e/o invasione da frana e a suscettibilità media relativamente all’innesco e aree a suscettibilità elevata al transito e/o invasione da frana. Le valutazioni sulla suscettibilità all’innesco di frane ha consentito di distinguere 5 settori a diversa priorità d’intervento. Per tre settori, in considerazione della elevata suscettibilità a franare dei versanti e della sovrapposizione di queste aree con il perimetro urbano, discende una priorità d’intervento molto alta. Come già detto queste aree sono quelle dove ricadono i casali di Leschito, Palazzo e Barassano.

Per la complessità dei fenomeni studiati quali sono le possibili soluzioni e le procedure d’intervento prospettate, al fine di consentire un sufficiente livello di sicurezza per l’incolumità dei foglianesari?

Sarà necessario sia realizzare interventi di mitigazione del rischio sia attivare una serie di procedure che sono state indicate in un “Piano Proceduralizzato per la gestione del rischio da frana”, dedicato alla gestione del rischio frana del Monte San Michele. Nel Piano sono indicate un insieme di procedure operative, gestionali e comportamentali, individuate sulla base di tutti gli studi effettuati. Il piano prevede inoltre azioni congiunte di monitoraggio e di difesa. In questo modo, a nostro giudizio, si potrà raggiungere un sufficiente livello di sicurezza per gli abitati.

NICOLA MASTROCINQUE

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