CAUTANO - Palazzo Caporaso ospita la presentazione del libro ''L'abaco dei sentimenti confusi'' Eventi

Sarà la splendida cornice dell’antico palazzo Caporaso a Cautano ad ospitare, sabato 24 marzo alle ore 18.00, la presentazione del libro di Giuseppe Procaccini L’abaco dei sentimenti confusi.

Dopo i saluti introduttivi del sindaco Giuseppe Fuggi, a presentare il volume sarà il prefetto di Benevento, Paola Galeone. A discutere con l’autore sarà poi il giornalista Domenico Zampelli, mentre le conclusioni saranno affidate all’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca.

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“L’abaco dei sentimenti confusi” è una raccolta di dodici novelle dal taglio pirandelliano che l’autore, ex prefetto, vice capo della Polizia ed infine capo di gabinetto al Viminale, ha messo insieme in piena libertà: città e luoghi diversi, ambienti veri e fantasiosi, personaggi disparati, con il passato, il presente ed il futuro che si incrociano e cavalcano, come a rincorrersi: tra sogno e realtà.

Il tempo della narrazione è contemporaneo, tranne la breve incursione del racconto “Il fratello”: dalla storia di una moneta antica il lettore viene precipitato a Patrasso, agli albori del cristianesimo. In tutte le novelle la personalità complessa dell’autore, grazie a uno stile inconfondibile e confidenziale, tiene aperta una delicata linea di comunicazione.

Procaccini affronta temi drammatici e leggeri, senza smettere mai di essere autentico: nel racconto “La confessione”, in una pigra giornata napoletana, un uomo di successo sfruttando un’amara autoironia, fa i conti con il suo passato, prendendone finalmente coscienza; ne “Il parapioggia” ambientata a palazzo Chigi, racconta una storia un po’ umoristica e leggermente dissacrante, ma soprattutto esemplificativa delle dinamiche burocratiche ed umane, in una ricostruzione fedele dei luoghi e degli atteggiamenti del “potere”.

In tutte e su tutte le novelle il dato prevalente è il rispetto della condizione umana, con le abitudini, le piccinerie, i sogni e le fatiche, la fortuna e l’amaro destino di ciascuno. Eppure è proprio questa condizione umana a dare coraggio, a restituire, se non fiducia, speranza.