A Pietrelcina il turismo mordi e fuggi non giova nè ai pellegrini nè al paese In primo piano

I viaggi, le gite, le escursioni, i pellegrinaggi hanno tutti in comune la stessa caratteristica, la stessa impostazione: vengono effettuati in gran fretta o in maniera superficiale. Si parte, si viaggia, si arriva, si visita quel che si può visitare, si riparte, si viaggia, si arriva, si ritorna. Al ritorno, e nei giorni successivi, si ascolta da chi vi ha partecipato: “Non mi piacciono i viaggi, le gite, le escursioni, i pellegrinaggi mordi e fuggi. Non c’è stata sosta, non ci sono stati momenti di pausa. Tutto è avvenuto di fretta”.

Si partecipa al mordi e fuggi perché non si vuole rinunciare a qualche ora di permanenza in qualche località turistica, oppure non si riescono ad organizzare viaggi con largo anticipo per mancanza di tempo o per risicate disponibilità economiche.

Dove ci si reca, come è il caso di Pietrelcina, si tende a concentrarsi  nei punti nevralgici, definiti luoghi simbolo, trascurando il resto. Luoghi simbolo come i luoghi di Padre Pio, si trascura tutto il territorio circostante, viene a mancare qualsiasi forma di rapporto con esso.

Tutto questo per il poco tempo messo a disposizione, per il minimo tempo di permanenza inserito nella programmazione. Il turista mordi e fuggi è deresponsabilizzato e, per il poco tempo che ha a disposizione, tende a sfruttare  al massimo il luogo in cui ci si trova, più delle volte si manca di rispetto ai suoi abitanti e agli spazi che si frequentano, lasciando rifiuti dappertutto, parcheggiando ovunque, ostruendo passaggi, ingressi.

Si penalizzano i commercianti del posto: pranzi a sacco, panini nelle borse, ed anche bibite varie in bottigliette, in lattine. Si fermano per qualche ora dopo aver consumato sull’autobus, o nelle immediate vicinanze di esso, il sacchetto contenente la prima colazione, così avviene se arrivano con le proprie autovetture. In questi ultimi anni in cui la crisi si è ancora più accentuata, nel pacchetto viaggio è compreso anche il pasto nei sacchetti, e se proprio c’è la disponibilità di qualche decina di euro si va a pranzo in qualche ristorante ritenuto economico.

I visitors giornalieri, il turista giornaliero poco o niente lascia sul territorio, non mette in moto l’economia locale. “Il pericolo da evitare assolutamente consiste nella stabilizzazione dei flussi mordi e fuggi, che non creano benessere ma costituiscono una fonte di esclusivo depauperamento del territorio e della qualità della vita”.

Fonte Analisi territoriale Provincia di Benevento. Progetto 236. Università degli Studi del Sannio. Anno 2000. Mario Collarile, delegato Coni alla presentazione della XXXIV Edizione Trofeo Shalom: “Il turismo mordi e fuggi non serve a nessuno”. Filippo Bencardino, rettore dell’Università degli Studi del Sannio 2006-1013, in Business & Economies: “Pietrelcina è ancora caratterizzata da dinamiche turistiche del tipo mordi e fuggi”. Rete civica. Redazione: “Il turismo mordi e fuggi distrugge paesaggio e tradizioni”.

Nel turismo mordi e fuggi abbondano i consumi di panini, merendine, colazioni.

Si invadono aree pic nic; bagni pubblici.

Cosa si può fare per invertire questa odiosa tendenza?

Il problema è molto semplice: bisogna creare in loco delle occasioni che possano invitare i tour operator a programmare per i vari gruppi almeno un pernottamento. Bisogna creare eventi tali che possano attrarre.

Pietrelcina per le sue bellezze paesaggistiche ha tutte le carte in regola per mettere su adeguate iniziative. Occorre che l’Amministrazione metta attorno ad un tavolo gli operatori economici ed affronti con l’ausilio di tecnici tutte le tematiche inerenti il turismo.

E poi tutti insieme collaborare.

Restare in attesa inermi non giova a nessuno.

ANTONIO FLORIO