Al Teatro Massimo arriva la 'bisbetica' Nancy Brilli In primo piano

Venerdì 16 dicembre 2016, alle ore 20.45, presso il Teatro Massimo di Benevento La Pirandelliana presenta Nancy Brilli in Bisbetica - La bisbetica domata di William Shakespeare messa alla prova.

Traduzione e drammaturgia di Stefania Bertola con Matteo Cremon, Claudio Castrogiovanni, Gianluigi Igi Meggiorin, Gennaro Di Biase, Anna Vinci, Dario Merlini, Maria Concetta Gravagno, Stefano Annoni e, nel ruolo del Dr. Jolly, Valerio Santoro.

Costumi di Nicoletta Ercole realizzati dalla Sartoria Tirelli, musiche di Alessandro Nidi, disegno luci di Antonio Molinaro, impianto scenografico curato da La Tecnica s.r.l. e messa in scena a cura della Compagnia

Direzione artistica di Nancy Brilli

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Un classico senza tempo, ineguagliato capolavoro  di William Shakespeare che una rappresentazione travolgente e colorata da elementi popolari ed echi della commedia dell’arte ne fanno un evento da non perdere.

Attraverso il gioco metateatrale la chiave registica sostituisce allo Sly di Shakespeare tutta la compagnia facendola diventare il gruppo di attori che metterà in scena “La Bisbetica domata”.

La vicenda sarà arricchita da una  verve comica che guiderà in modo parallelo i destini degli attori della compagnia e dei personaggi della commedia. L’immediatezza del linguaggio musicale si sposerà perfettamente con i gusti anche di un pubblico di giovanissimi perché sarà una messa in scena, originale  di grande impatto visivo.

Il numeroso cast darà vita ad un doppio spettacolo in cui ogni ciascuno sarà sia attore della compagnia che personaggio di Shakespeare. Una commedia nella commedia ma divertente, ricca di colpi di scena e che, col sorriso, porta a riflettere sui rapporti uomo-donna, un’ occasione unica per vivere l’allegria, l’ironia e lo stupore con cui la Bisbetica Domata è diventata un cult.

Senza tradire mai la commedia originale di Shakespeare si darà vita ad una rivisitazione in grado di affascinare lo spettatore restituendo la contemporaneità di questo autore senza tempo.

Il titolo dell’opera è noto quanto la trama. La vicenda ha per protagonisti una serie di personaggi che si districano in un frizzante crogiuolo di equivoci e travestimenti. Ben nota per il suo carattere intrattabile, Caterina fatica a trovare pretendenti e quindi marito, a differenza della sorella minore Bianca, apparentemente dolce e mansueta, bramata da Gremio e Ortensio.

Il padre delle ragazze, il nobile e avido Battista, decide dunque che nessun uomo avrà la più giovane finché la primogenita non si sarà accasata. Così gli zelanti corteggiatori fanno combutta e convincono il veronese Petruccio a chiedere in moglie Caterina incoraggiandolo con la prospettiva della dote. La storia narra una serie di trattative al rialzo che dimostrano quanto il padre delle ragazze veda in loro poco più che un fattore di guadagno.

Confrontarsi con un classico pone sempre la questione sulla sua contemporaneità. In questo caso c’è una sfida in più da affrontare per proporre una versione di questa commedia che ha insita nel testo  una visione fortemente legata ad un’ottica maschile in cui la donna trova realizzazione, assoluzione ai suoi traviamenti uterini nel matrimonio, nell’auspicabile rettitudine di una devozione all’autorità del marito.

È vero pure che la narrazione beneficia di una serie di astuzie provenienti dai lasciti della Commedia dell’Arte, in grado di innescare situazioni pungenti, vivaci ed esilaranti. Quando Shakespeare scrisse la commedia, la condizione femminile non era molto favorita per l’epoca in cui si viveva tuttavia l’autore ha voluto dimostrare il suo disappunto sui matrimoni combinati che non erano altro che accordi economici mettendo invece in risalto il diritto di poter decidere della propria vita.

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