Anno nuovo, problemi vecchi... Benevento nel degrado In primo piano

Le ultime elezioni comunali hanno portato un cambiamento radicale nella compagine politica beneventana, segnale della voglia dei cittadini di tagliare i ponti con le passate amministrazioni nella speranza, a volte troppo ottimistica, di essere ascoltati nelle loro necessità. Merito anche dell’entusiasmo iniziale, subito dopo l’insediamento della nuova giunta, erano stati attuati dei piccoli quanto significativi miglioramenti al decoro della città; cose semplici come la manutenzione di qualche aiuola, la tinteggiatura di qualche passaggio pedonale o una pulizia più approfondita di alcune stradine periferiche.

Cose minime, magari scontate in altre piccole realtà europee, ma dal profondo significato di riscatto e di ritrovato amore per la città.

Purtroppo, esaurita la spinta propulsiva dell’entusiasmo dei primi giorni, ecco che Benevento è sprofondata nuovamente nel degrado; come prima o forse più di prima!

Complice una situazione patrimoniale non certo florida, le spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria sono via via più esigue con risultati che si notano osservando la città, più che analizzando il bilancio comunale.

Se per anni si è invocato un trattamento paritario tra le zone centrali e le zone periferiche, ecco arrivare una par condicio senza precedenti che accomuna zona alta e zona bassa dell’abitato, per una volta uguali nella sporcizia e nell’abbandono generale. Dalla Rocca dei Rettori fino alla più lontana contrada lo scenario non cambia tanto che seguendo la sporcizia lungo i cordoli dei marciapiedi, come moderni Pollicino, potrete girare in lungo e largo per il territorio comunale senza mai correre il pericolo di perdervi poiché ci sarà sempre qualche segno umano a marcare il vostro sentiero urbano.

Nell’apatia generale di chi dovrebbe intervenire, quel poco di verde pubblico diventa sempre più discarica a cielo aperto con alberi di latta e prati di vetro e non basta, ancora una volta, trincerarsi dietro l’inciviltà degli abitanti; scusa sempre usata come alibi per esimersi dai propri compiti.

Se è vero che la tutela della res publica impone atteggiamenti rispettosi della cosa comune, è anche vero che l’incuria di alcuni non può ripercuotersi sulla sicurezza e sul decoro generale e dovrebbe essere il comune, tramite gli assessorati e gli uffici competenti per materia, a farsi garante e a intervenire per la tutela della salute e, non di meno, per la custodia dell’arredo urbano.

Mentre si esalta l’illuminazione di qualche monumento, il buio più totale scende tra i vicoli abbandonati e quella pavimentazione percorsa da grandi personaggi della storia antica e moderna di Benevento, è oggi coperta di carte tanto che il nero del basalto quasi scompare sotto i rifiuti variopinti lasciati a sedimentare.

Nelle lungaggini delle riunioni consiliari la città è sempre più trascurata ed è ormai opprimente il senso di abbandono che si percepisce, sicché dal rione Ferrovia a quello di Capodimonte non c’è quartiere che non risenta della mancanza di cura e manutenzione. L’intera pista podistica di Pacevecchia, ad esempio, la stessa che era stata presentata come il fiore all’occhiello dello sport e del benessere “green”, è ormai un percorso a ostacoli tra i cocci di vetro e asfalto sdrucciolevole.

Camminando in direzione del centro storico, non c’è giardino del viale degli Atlantici o del viale Mellusi che sia privo di bottiglie o rifiuti di vario genere che, abbandonati da persone assai poco educate, aspettano mesi e mesi prima di essere raccolti; salvo poi ritornare quasi, immediatamente, nella medesima posizione in un ciclo infinito di disinteresse e autolesionismo dei cittadini.

Con i cortili trasformati in depositi abusivi, non sorprende che Benevento scenda di anno in anno nelle classifiche sulla vivibilità e ai cronici problemi occupazionali e sociali, si aggiungono anche quelli legati alla qualità dell’aria. Concentrazioni elevate di PM10 che possono essere considerate (ahimè) normali in centri industrializzati e trafficati, sono invece mal tollerabili in un centro piccolo e privo finanche di quelle infrastrutture che, altrove, sono comunque da spinta per la crescita e lo sviluppo economico di quella determinata area.

Se è vero che i problemi di anni non possono certo essere risolti in poco tempo, è anche vero che una distratta considerazione degli spazi pubblici da parte degli amministratori, unita all’indifferenza cinica degli abitanti, non fa che aggravare le già precarie condizioni di questo angolo di Sannio, con i cittadini sempre attenti ai colori della squadra, ma poco ai colori della loro Città.

ANTONINO IORIO 

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