Calcio Serie B, il Verona viola il ''Vigorito'' e per il Benevento è buio pesto In primo piano

Per la “Strega” contro l’Hellas Verona la terza sconfitta casalinga, dopo quelle contro Foggia ed Ascoli, ma anche una vera e propria notte da incubo, nella gelida serata del “Vigorito”. Così sono ben undici i punti persi in casa dai giallorossi, se consideriamo anche il fortunoso pareggio con il Lecce nella prima giornata di campionato.

Insomma, peggio di così non potrebbe proprio andare, ed oramai anche i tifosi hanno iniziato veramente a spazientirsi se consideriamo le presenze allo stadio. Per la gara contro l’Hellas Verona staccati poco più di mille biglietti ai botteghini, i dati ufficiali della società parlano di 9.808  spettatori, considerati gli 8.438 abbonati, ma certamente il numero dei presenti era minore considerati gli ampi spazi vuoti dello stadio. Forse, anche gli 8.438  abbonati non erano tutti presenti. Ed alla fine della gara fischi sonori per tutti, grande contestazione nei confronti del tecnico e dei giocatori, ma soprattutto invito alla società a prendere provvedimenti perché bisogna cambiare registro prima che la situazione precipiti sempre di più.

Insomma la situazione si è fatta veramente difficile, ed oramai la classifica piange sempre di più, con anche la zona play off che si è allontanata. Ed il Benevento ha fatto respirare l’Hellas Verona, salvando così la panchina di Fabio Grosso che traballava tantissimo.

Le cause della sconfitta? Tantissime, e certamente da non attribuire  soltanto ai tanti infortuni, all’espulsione, meritata, di Costa che ha lasciato il Benevento in 10 dopo appena cinque minuti dall’inizio della ripresa, al rigore sbagliato da Coda dopo appena un minuto dal vantaggio dei veneti,  alla rete della vittoria dei veronesi forse in fuori gioco. Forse avrebbe fatto meglio Bucchi a venire in sala stampa al termine della gara per spiegare a tutti le cause della ennesima sconfitta (al solo Montipò è stato permesso di parlare), senza rilasciare dichiarazioni alla sola e solita “televisione di famiglia”, in cui ha cercato, come al solito, di arrampicarsi sui solito specchi parlando di sfortuna, di infortuni, di sconfitta non meritata, di semplici episodi negativi, ma anche di essere fiducioso sul futuro perché la società è al suo fianco.

Ecco, il problema è proprio questo. Pochissimi hanno capito che forse il tecnico ha perso il controllo dello spogliatoio, ma soprattutto ancora non riesce a capire bene come muoversi con l’attuale “rosa” a disposizione. La verità è questa, anche se non piace, ma si continua a tergiversare mentre… il malato sta forse morendo.

Contro l’Hellas Verona l’ennesima rivoluzione nella formazione iniziale, con l’assenza improvvisa di Maggio, dato per certo alla vigilia. Sembra che abbia avuto un risentimento muscolare poche ore prima della gara, ma nessuno può giurarci. Così la squadra è stata schierata con Montipò in porta, una difesa a tre composta da Costa, Volta e Di Chiara, poi un folto centrocampo con Tello, Bandinelli e Buonaiuto, ed infine Improta alle spalle della coppia Coda ed Asencio, che per l’ennesima volta hanno dimostrato di non poter convivere. Dopo una mezz’ora Di Chiara, già sceso in campo in condizioni non buone, era costretto ad uscire lasciando il posto a Gyamfi, è ciò contribuiva ad aumentare la confusione. Poi nel finale le sostituzioni di Buonaiuto con Ricci e Letizia, forse inutilizzabile,  con Asencio ma purtroppo nulla cambiava. Niente da fare per l’entrata in campo di Insigne, l’unico che, forse, avrebbe potuto cambiare la partita. Ed anche questo nessuno riesce a capirlo.

Indubbiamente le cose sarebbero potute cambiare senza il rigore sbagliato da Coda che avrebbe voluto Totti con il famoso “cucchiaio”, ma questo lascia il tempo che trova. La verità è senz’altro più grave dell’errore di Coda perché contro il Verona si è vista una squadra senza identità, senza carattere, incapace di reagire.

Ed ora dietro la porta la trasferta di Cosenza, dove  Bucchi dovrà fare a meno non solo di Costa ma anche di Volta, che verrà fermato dopo la nuova ammonizione. Quale difesa riuscirà a schierare il tecnico?

GINO PESCITELLI