Caso mensa: i consiglieri del Coordinamento di centrosinistra chiedono un incontro per chiarimenti sui controlli In primo piano

I consiglieri del Coordinamento di centrosinistra presso la Commissione Politiche della Famiglia e dell'Infanzia (Marcellino Aversano, Angelo Feleppa, Floriana Fioretti, Luigi Scarinzi e Vincenzo Sguera) hanno chiesto la convocazione dell’assessore al ramo Amina Ingaldi, del dirigente Vincenzo Castracane, della consigliera delegata al controllo sui cibi somministrati Pina Pedà e di un rappresentante dei genitori per alcuni approfondimenti sull’annosa questione della mensa scolastica.

Il presidente della Commissione Delia Delli Carri si è impegnata personalmente ad organizzare per martedì prossimo 22 novembre l’audizione della Ingaldi e di Castracane, e per il successivo giovedì 24 quella della Pedà e di uno tra i genitori dei bambini iscritti al servizio mensa.

L’obiettivo è quello di ricevere chiarimenti e risposte concrete sulle competenze in materia di controlli e sulla reale accuratezza degli stessi, sulla verifica della qualità degli alimenti e sulle condizioni igienico-sanitarie in cui questi vengono preparati e serviti, sul rispetto del capitolato d’appalto, sui presunti ammanchi di cassa denunciati dal sindaco Mastella in occasione della trasmissione “Mattino Cinque”, sulla mancata consegna dei moduli di valutazione agli insegnanti e sulle motivazioni che hanno indotto il Tar a riaffidare il servizio alla Quadrelle.

I consiglieri intendono anche conoscere il numero effettivo di bambini che fruiscono del servizio mensa in rapporto agli aventi diritto, dato che, tra le altre cose, hanno saputo che diversi genitori si sono auto-organizzati rivolgendosi a catering e servizi di ristorazione per ovviare al problema, e che altri, invece, per stare tranquilli, continuano a scegliere il panino per i propri figli.

“Addirittura - scrivono i consiglieri del Coordinamento di centrosinistra - giungono voci - e in questo caso bisogna appurare se siano fondate o meno - riguardo a pressioni esercitate da alcuni insegnanti sui bambini e - di riflesso - sui loro genitori per l’adesione al servizio. Un servizio che evidentemente la maggior parte dei papà e delle mamme, giustamente, valuta ancora come non sicuro”.

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