CERRETO SANNITA - Mercoledì 8 giugno mostra/convegno sulle chiese restaurate In primo piano

Ore 18:08:43 italiane del 29 dicembre 2013. Un terremoto di magnitudo 4.9 e' stato localizzato dalla Rete sismica nazionale (Ingv) tra le Province di Caserta e Benevento, ad una profondita' di 10,5 km. simicamente ritenuta superficiale. Seguono scosse di assestamento, con magnitudo superiore a 2,5.

Sempre l’Istituto nazionale di vulcanologia comunica che i paesi più vicini all’epicentro del sisma sono Castello Matese, San Potito Sannitico e San Gregorio Matese, in Provincia di Caserta.

Era domenica, quel 29 dicembre, e si svolgevano, o si sarebbero svolte, manifestazioni natalizie già programmate. Subito il panico, persone per strada, centraline telefoniche in tilt, paura e preoccupazione. Scene e comportamenti da tempo sperimentati, in passati già dilaniati dalle sofferenze, dove le ferite ancora non riescono a rimarginarsi, soprattutto nella memoria. Per fortuna quella volta non ci sono state vittime.

Con l’esperienza passata parte subito il carro della protezione civile e senza indugio si avvia il monitoraggio costante della situazione, predisponendo le necessarie verifiche. In ogni caso non c’è stata sorpresa, tra gli addetti ai lavori, rispetto all’evento sismico, giacché il territorio interessato è catalogato come a rischio. Lesioni agli edifici, sia pubblici sia privati, quelle sì, e danni strutturali. E ci si attiva per attrarre fondi.

Con Dgr n° 334 dell’08/08/2014, infatti, veniva approvato lo schema di Protocollo d’intesa (da sottoscriversi tra la Regione Campania e la Diocesi Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dè Goti, beneficiaria degli interventi ai sensi del Por Campania Fesr 2007/2013) finalizzato all’adeguamento statico e conservativo di chiese e beni ecclesiastici ricadenti nelle zone interessate e maggiormente colpite dal sisma del 29/12/2013 e del 20/01/2014.

Successivamente, in data 20/09/2014, è stato sottoscritto il suddetto protocollo da parte della Regione Campania, rappresentata dal presidente Stefano Caldoro, e dalla Diocesi Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti nella persona del vescovo mons. Michele De Rosa.

Gli interventi hanno riguardato i Comuni di Cerreto Sannita (Chiesa di San Gennaro, Chiesa di Sant’Antonio, Chiesa Madonna di Costantinopoli, Chiesa di Sant’Antonio al cimitero, Chiesa Madonna del Soccorso, Chiesa di San Rocco), Cusano Mutri (Chiesa di Sant’Anna, Chiesa di San Vito, Chiesa di San Giuseppe, Chiesa di San Bartolomeo, Chiesa di Santa Maria del Castagneto), Faicchio (Chiesa di San Giovanni Battista, Chiesa Madonna del Carmelo, Chiesa Santa Maria Assunta) e Guardia Sanframondi (Chiesa di San Francesco). Dunque 15 interventi, per un costo complessivo di circa 6,5 milioni di euro.

E il prossimo mercoledì 8 giugno, alle ore 15.00, si terrà a Cerreto Sannita, presso il centro pastorale “Emmaus”, la mostra/convegno sulle chiese restaurate. Una rassegna di foto, scattate nei sopralluoghi subito dopo il sisma, aprirà i lavori; seguiranno i saluti dell'ing. Franco Cardone, presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Benevento e dell'arch. Roberto Scalamandrè, segretario dell'Ordine degli Architetti p.p.c. della Provincia di Benevento.

Interverranno poi mons. Michele De Rosa, vescovo diocesano, e l'arch. Salvatore Buonomo, soprintendente Beap di Caserta e Benevento. Alle 17.00 ci sarà la presentazione dei progetti. Seguirà l'intervento dell'arch. Gennaro Leva, della Soprintendenza Beap di Caserta e Benevento e concluderà il geom. Luigi Ciaburri, incaricato diocesano per i beni culturali.

Il sottotitolo della locandina della mostra/convegno, “Un patrimonio di culto e di arte che riapre”, afferma, ma nello stesso tempo interroga, sul destino delle opere d’arte in Italia, soprattutto riguardanti i manufatti edilizi di particolare pregio. In questo caso un esito felice, considerato il breve tempo trascorso tra le procedure di finanziamento dei lavori ed addirittura la mostra/convegno riguardante gli edifici di culto restaurati. Un prodigio, nel patrimonio culturale italiano.

Le opere architettoniche, come in genere tutte le opere d’arte, hanno una parte fondamentale nella qualità della nostra vita. Identificano, in un mondo di repentini cambiamenti, ciò che nel tempo mantiene inalterato il suo valore. Diventano esse stesse natura, non discostandosi dalla nostra, ed insieme costituiscono l’identità che la memoria conserva e che abbiamo il sacrosanto dovere di tramandare: la tutela dei monumenti, dunque, come politica della cultura della conservazione della nostra eredità, ingente ed eclettica, legittimata dall’unicità e dalla particolarità del proprio valore culturale.

UBALDO ARGENIO

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