Consiglio d'Europa: 'I Giudici di Pace italiani devono essere equiparati alla magistratura ordinaria' In primo piano

Diritto alla piena equiparazione, giuridica ed economica, dei Giudici di Pace alla magistratura ordinaria.

Lo ha deciso il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa (ECSR) con un provvedimento del 5 luglio 2016, reso pubblico solo ora dagli avvocati Giovanni Romano, Luigi Serino ed Egidio Lizza dello Studio Romano, che ha assistito l’Associazione nazionale Giudici di Pace (ANGdP).

Il Comitato, dunque, ha stabilito che la normativa italiana è in contrasto con la Carta sociale europea, in quanto “crea un trattamento differente con riguardo alla previdenza sociale” tra i Giudici di Pace e la magistratura ordinaria.

In ottemperanza a tale pronuncia, lo Stato italiano dovrà ora adeguarsi, sia ripianando il trattamento discriminante utilizzato nel passato per tali Giudici, sia conformando per il futuro la propria legislazione al principio di equivalenza tra magistratura onoraria ed ordinaria, richiesto in ambito europeo. 

E’ stato un traguardo difficile - spiegano i legali dello Studio Romano - ed è un punto di partenza per stabilire ora, dinanzi la magistratura nazionale, il diritto ad una equiparazione sotto il profilo del rapporto di lavoro con lo Stato e dei conseguenti diritti previdenziali ed assistenziali, tra Giudici di Pace e magistratura onoraria, da un lato, e magistratura ordinaria, dall’altro, chiedendo altresì il ristoro per i danni sofferti per il passato. Dopo anni di battaglie legali per essere equiparati alla magistratura ordinaria, abbiamo ottenuto, come unico studio in Italia, questo provvedimento che riconosce finalmente il diritto alla piena equiparazione dei Giudici di Pace alla magistratura ordinaria. Adesso partiremo con le azioni dinanzi ai tribunali italiani”.

L’Associazione nazionale Giudici di Pace, una delle organizzazioni maggiormente rappresentative dei Giudici di Pace italiani, dopo che della questione erano stati inutilmente interessati i giudici italiani, si è rivolta al Comitato europeo denunciando il mancato riconoscimento, nell’ordinamento nazionale, di una tutela previdenziale ed assistenziale analoga a quella riconosciuta alla magistratura ordinaria.  

I Giudici di Pace - afferma Vincenzo Crasto, presidente emerito dell’ANGdP - pur svolgendo un ruolo fondamentale nel nostro ordinamento, non sono mai stati riconosciuti dipendenti pubblici. Non godono di uno stipendio ma di una indennità, le donne sono costrette ad andare in udienza fino all'ottavo mese di gravidanza e non hanno una posizione previdenziale. L'effetto della sentenza è rivoluzionario e finalmente riconosce il sacrosanto diritto alla previdenza da sempre negato ai Giudici di Pace”.

I legali dello Studio Romano continueranno ad assistere dinanzi alla magistratura nazionale i Giudici di Pace ed i magistrati onorari vessati da questa annosa situazione di ingiustizia. 

Il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa (ECSR) è istituito allo scopo di determinare se la normativa e la pratica degli Stati membri sia in conformità con le norme della Carta sociale europea e dei suoi Protocolli. La principale specificità della Carta sociale europea è che gli Stati si impegnano a considerarsi vincolati alle sue disposizioni. Possono essere presentati al Comitato reclami sulla violazione delle disposizioni contenute nella Carta da parte degli Stati. I reclami possono provenire non dai singoli cittadini ma da organizzazioni rappresentativi, ONG iscritte ad una particolare categoria ed altri soggetti pubblici. Il Comitato esamina il reclamo e, all'esito di una procedura, prende una decisione sul merito del reclamo, che invia alle parti interessate e al Comitato dei Ministri in un rapporto, reso successivamente pubblico entro quattro mesi dall'invio. Il Comitato dei Ministri adotta quindi una risoluzione, in cui, se lo ritiene appropriato, può raccomandare allo Stato di prendere specifiche misure per portare la situazione in linea con la Carta sociale europea. 

Lo Studio Legale Romano, fondato dall'avv. Giovanni Romano, opera con 25 professionisti e tre uffici in Roma, Strasburgo e Benevento. Lo Studio si propone nell’attuale mercato dei servizi legali come una realtà dinamica, ma altamente specializzata, a carattere plurisettoriale e vocazione fortemente internazionalistica, dotata di una solida esperienza e tradizione coniugate con un’organizzazione evoluta e in grado di offrire una varietà di servizi integrati, di consulenza e assistenza giudiziale e stragiudiziale, in materie particolarmente complesse. In ambito giudiziale garantisce l’assistenza dinanzi ad ogni grado di giurisdizione, sia civile che amministrativa. L’expertise dello Studio, riconosciuta a livello nazionale ed europeo, è nel campo del diritto internazionale e dei diritti umani, essendo il primo studio italiano con sede a Strasburgo, ove cura dinanzi la Corte europea dei diritti dell’uomo gli interessi di migliaia di clienti.

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