Depuratore, Gesesa: ''L'obiettivo è quello di realizzarlo senza gravare sulle tariffe degli utenti'' In primo piano

Gesesa ha presentato ieri il progetto complessivo del sistema di depurazione per la Città di Benevento alle associazioni ambientaliste.

All’incontro erano presenti l’amministratore delegato di Gesesa Piero Ferrari, il consigliere del CdA Antonio Orafo, il responsabile degli Assets Esercizio Reti e Impianti Giovanni Tretola, i rappresentanti di Legambiente, Wwf, Lipu, Anta, Fai, Forum Salviamo il Paesaggio, Cai (Club Alpino Italiano), La Cinta Onlus.

“Gesesa vuole condividere questo progetto con tutti coloro che operano sul territorio - ha dichiarato Piero Ferrari - e così come abbiamo incontrato i comitati di quartiere, ci tenevamo molto ad incontrare anche coloro che si impegnano per la salvaguardia dell’ambiente e che hanno studiato il problema depurazione a Benevento”.

“Il 21 novembre - ha continuato l’Ad - conosceremo il nome della società che effettuerà i rilievi geologici. Prenderemo atto di tutto ciò che emergerà dalle loro valutazioni e agiremo immediatamente su qualsiasi criticità”.

Benevento sta lavorando da anni ad un nuovo sistema di depurazione e l’obiettivo principale di Gesesa e del Comune di Benevento, è quello di realizzarlo senza gravare sulle tariffe degli utenti.

Il progetto complessivo prevede in 18 mesi la creazione di due nuovi impianti di derivazione, con capacità inferiori a 10.000 Ab. Eq, e il revamping del depuratore esistente di Ponte delle Tavole, per aumentare la sua capacità potenziale fino a 6.500 Ab. Eq. In un secondo momento è prevista la realizzazione di un impianto centralizzato, con una capacità potenziale complessiva di 35.000 Ab. Eq, che sarà completato entro 5 anni.

Per tutti i nuovi depuratori sarà utilizzata la tecnologia Mbr (Membrane BioReactor), un tipo di depurazione biologica delle acque che consiste nella combinazione del processo tradizionale di depurazione a fanghi attivi e di un sistema di separazione a membrana (generalmente microfiltrazione o ultrafiltrazione) che sostituisce il normale sedimentatore secondario.

Il nuovo metodo ha numerosi vantaggi: consente di potenziare gli impianti esistenti, riduce le dimensioni impiantistiche e ha elevatissime rese depurative.

Le associazioni, soddisfatte dell’utilizzo di questa tecnologia a basso impatto ambientale, hanno sollevato alcuni dubbi soltanto sulla scelta del sito di Masseria Marziotto. Altre perplessità hanno riguardato, invece, il posizionamento di un impianto a Santa Clementina, a causa della presenza di reperti archeologici nel sottosuolo.

Le associazioni hanno concluso l’incontro sottolineando la disponibilità e l’apertura al dialogo di Gesesa. 

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