Ecco la Benevento che non conosciamo In primo piano

La domenica FAI a Benevento ti presenta la città sotto una luce nuova. Per strada c’è allegria, gente che si muove, giovani liceali nelle vesti di ciceroni pronti ad illustrare ai moltissimi curiosi le bellezze e le particolarità di una Benevento che non ti aspetti.

Sì: non ti aspetti una domenica viva come questa, in una città in cui la crisi morde come in molte altre città d’Italia e d’Europa.

In cui il corso Garibaldi si va spopolando di negozi. In cui la passeggiata domenicale di prima mattina è un miraggio, perché si sta in chiesa oppure si rimane a casa a dormire. Perché le politiche culturali di questi ultimi dieci anni, come ha osservato qualche commentatore, sono state prima all’insegna del declino di quanto prodotto prima, e poi del deserto.

E allora apprezzi ancor di più tutto l’immane lavoro dei volontari FAI, delegazione di Benevento, guidati dall’avvocato Patrizia Bonelli, impegnata, nel frattempo, a concedere interviste ai giornalisti davanti alla Prefettura, oppure a seguire i vari e consistenti gruppi di turisti lungo i percorsi ed i monumenti cittadini appositamente aperti ed i punti informativi allestiti davanti agli stessi. Le associazioni ti fanno vedere quanta forza politica hanno, quando si tratta di valorizzare il territorio ed investire sulle risorse che il passato storico ci ha lasciato.

Bravissimi studenti e studentesse del Liceo Classico”Giannone” e dello Scientifico “Rummo” ti illustrano le storie dense di fascino del campanile di Santa Sofia, delle stanze dello storico Palazzo del Governo, della longobarda e poi barocca chiesa del SS. Salvatore (che è stata chiusa per danni dal 1962 al 2001) e di quel gioiello che è l’ex complesso conventuale San Vittorino, posto tra Piazza Guerrazzi e la discesa che porta all’antica chiesa di Santa Rita. Proprio quest’ultimo, restaurato di recente su progetto dell’architetto del Comune di Benevento, Pasquale Palmieri, è stato aperto al pubblico proprio in occasione delle due giornate FAI di primavera.

Il tragitto è stato illustrato dalla docente universitaria e volontaria FAI Rossella Del Prete, che ha in preparazione proprio un lavoro di grande importanza documentale su tale complesso, le cui origini risalgono al X secolo dopo Cristo, è una struttura che ospitava l'antica Abbazia femminile di San Vittorino. Dopo l'Unità d'Italia ha ospitato prima l'orfanotrofio maschile Vittorio Emanuele II e poi l'Istituto scolastico delle suore di San Vincenzo de' Paoli. È stato possibile visitare le sale del refettorio ed il matroneo, con relativi affreschi (o meglio, con ciò che di essi ne rimane) e la cittadinanza ha avuto modo di ammirare il bellissimo auditorium da 150 posti che, si spera, sarà aperto quanto prima alla città, insieme alla sala multifunzionale ed alle cinque aree per esposizioni e mostre.

LUCIA GANGALE

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