È allarme stupri anche nel Sannio In primo piano
Dopo gli ultimi fatti di cronaca che
hanno riguardato, purtroppo, anche la provincia beneventana, abbiamo
provato a raccogliere il comune sentire dell'uomo della strada.
Ebbene, la percezione diffusa è che i casi di violenze sessuali
siano in aumento rispetto a qualche anno fa e che a commetterli siano
soprattutto extracomunitari. Forse siete tra quelli che si chiedono
se non sia proprio così. E invece no, è esattamente il contrario.
La stampa straniera, more solito in contrasto con quella italiana, stavolta vede giusto se lo spagnolo
El Pais riporta una diminuzione degli stupri in Italia di circa il
10% rispetto ad un anno fa. Da noi sembra che quasi nessuno se ne sia
accorto. Viene da domandarci: gli stupri sono aumentati per davvero,
oppure riteniamo che siano aumentati solo perché i telegiornali ne
parlano in continuazione? Tutto ciò fa pensare molto alle vicende
dei cani che ogni tanto azzannano qualcuno: per giorni se ne parla
sui giornali e tutti noi a pensare all'improvviso di essere
assediati da torme di cani col solo desiderio di sbranarci. Salvo poi
dimenticarcene non appena i telegiornali si occupino di
qualcos'altro. Qualcuno ha parlato di psicosi da telegiornale.
I dati ufficiali parlano chiaro. Quelli
del Viminale, resi noti pochi giorni fa, in margine ad un convegno
sul tema della violenza sulle donne, da Simonetta Matone, volto noto
ai telespettatori di Porta a Porta e capo di gabinetto
del Ministero delle Pari Opportunità, dicono che ogni 10 casi di
violenza alle donne, in quasi 7 gli autori sono maschi italiani,
seguiti da romeni (7,8%) e marocchini (6,3%). Sempre dai dati che
l'ex magistrato del Tribunale dei minori di Roma ha fornito,
apprendiamo che nel 2008 i casi di violenza sessuale, compiuti -
nell'84% dei casi - ai danni delle donne, si sono ridotti
dell'8,4% passando dai 5.062 casi del 2007 ai 4.637 dello scorso
anno. In diminuzione pure le violenze di gruppo, scese di quasi il
25% (24,6 per la precisione), e le violenze sessuali non aggravate,
in flessione del 7,4% rispetto ad un aumento del 6,8% avutosi nel
2007. Infine, l'ultimo dato nazionale reso pubblico dalla Matone,
relativo al triennio 2006-2008, parla di un calo complessivo del 16%.
Il dato disaggregato, riferito ad alcune città - Roma, Milano,
Bologna, per Benevento siamo in attesa che l'organo amministrativo
periferico del ministero dell'Interno presso il nostro capoluogo di
provincia ce li fornisca in modo che si possa pubblicarli quanto
prima -, non si discosta particolarmente dalla media nazionale
rispetto al numero complessivo di atti di violenza.
Tutto ciò, non tranquillizza comunque
le associazioni di assistenza delle donne, le quali sottolineano come
la riduzione dei casi denunciati sia cosa ben diversa dai casi
perpetrati e poco importa sapere se lo stupratore sia bianco o
colorato, italiano o marocchino, ben vestito e di buona famiglia o
spiantato.
La realtà dice che a strappare con
forza il rapporto sessuale sono più spesso persone già note,
conoscenti occasionali, ex partner, datori di lavoro. In questi casi
le denunce sono rare. Una donna su tre non confida a nessuno, neanche
all'amica più cara, quello che ha subito. Insomma, le cronache ma
anche i dati delle denunce, darebbero un'immagine poco realistica.
Sappiamo che solo l'8% delle donne decide di affrontare un processo
obiettivamente umiliante e difficile.
Negli ultimi anni s'è verificato un
incremento degli stupri causati dal consumo di droghe quali Rohypnol,
GHB, ossicodone (forte antidolorifico che si ha solo su prescrizione
medica), scopolamina (liquida e trasparente e conosciuta tra i
giovani come la droga dello stupro). C'è stato chi ha pubblicato e
divulgato una piccola guida per evitare situazioni di potenziale
pericolo, consigli indirizzati prevalentemente ad un pubblico
femminile. Tra i tanti: pianificare la serata in modo da avere un
accompagnatore; tenere presente che la maggior parte degli stupri
favoriti dal consumo di droghe sono compiuti da persone che la
vittima conosce; non accettare mai bevande da persone non
conosciute; mai scambiare il bicchiere con quello di altri; non
lasciare mai il drink, neppure per andare in bagno; le droghe possono
essere messe in qualsiasi tipo di bevanda alcolica o non alcolica; se
dopo aver bevuto s'inizia ad avvertire malore, chiedere aiuto agli
amici o ai responsabili del locale dove ci si trova.
Tutti noi vorremmo il recupero del
concetto di legalità che si fondi, non solo sulla certezza della
pena, ma, soprattutto, sulla celerità dei giudizi che, al contrario,
sono stati ingessati e allungati nei tempi per rispondere alle
necessità di qualche impunito e impunibile.
GIANCARLO SCARAMUZZO