'Facci': il nuovo lavoro discografico di Gitano. Il 27 dicembre evento al Teatro Massimo In primo piano

Il 27 dicembre al Teatro Massimo di Benevento, Gitano, pseudonimo di Antonio Fusco, presentera' il suo nuovo lavoro discografico dal titolo Facci.

Per chi non lo conoscesse, Antonio Fusco, per tutti Gitano è nato a Tocco Claudio, piccolo paese della provincia di Benevento il 25 ottobre del 1960 e si è caratterizzato fin da subito per la sua voce dai toni mediterranei. Il suo talento compositivo sfocia in pezzi che suscitano interesse nella critica musicale. Parte del suo fascino è indubbiamente costituito dal suo stravagante modo di porsi sia negli atteggiamenti scenici che nel look.

E’ diventato famoso per i suoi trascorsi a Sanremo con le canzoni Pelle di luna e Tamurè arrivando in finale e posizionandosi una volta terzo e un’altra quarto.

La propria vita è legata da un cordone ombelicale alla musica. Diventa scrittore, novelliere, pubblicando “Cento Novelle Tocchesi”, una sorta di novelle di decameronesca memoria. Scrive anche “L'inkazzautore” (nudo integrale della musica leggera italiana) che vende più di diecimila copie, dove dà delle risposte esaurienti, convincenti, proprio perché provengono da un protagonista del mondo musicale che in modo franco, schietto, leale parla della sua storia con tanti piccoli quadri di vita vissuta. Tanti piccoli ma grandi episodi, tanti pugni ricevuti, ma anche grandi gioie, perché andare a Sanremo per Gitano è stato il coronamento di un sogno inseguito, cercato, voluto e raggiunto a costo di immensi sacrifici.

Tra un impegno di concerti dal vivo e composizioni di grande impeto, continua a scrivere commedie in vernacolo e scritti dialettali molto accattivanti; di recente pubblicazione “Lo attarulo”, dizionario di lingua Tocchese cioè da Tocco Caudio, paese d'origine: ben 5.852 parole tradotte dall'italiano al tocchese, un' originale lingua del Sannio beneventano, una lingua che può essere paragonata al dialetto napoletano perché diversa da molti dialetti,una lingua unica.

Dopo un periodo di pausa di riflessione, Gitano ha intrapreso un nuovo discorso musicale, concluso con la composizione del suo ultimo Album “Facci..Radikanto” è un raccontare attraverso il canto, storie vissute, altre raccontate e tramandate nel tempo, altre ancora concepite con la fantasia poetica.

L’album è stato presentato per la prima volta il 6 dicembre scorso al Santuario del SS. Cosma e Damiano a Tocco Caudio e ha suscitato molta curiosità da parte degli abitanti di Tocco e di tutta la valle, accorsi numerosi alla presentazione, come si dice a Tuocco “ce steva na chiesa nzaccata de gente!”.

La presentazione dell’album è stata introdotta da Francesco Maria, grande amico dell’autore che ha vissuto da vicino tutto il percorso fatto da Gitano nel comporre l’album. Francesco ci spiega che Radikanto è uno scoprire quello che una volta era il vivere quotidiano, un vivere semplice, umile, ma profondamente intenso e ricco di emozioni, malinconiche e non. Conclude la sua presentazione dicendo che dopo aver ascoltato attentamente l’intero album, si ha l’impressione di aver vissuto anche se per pochi attimi, lì, dove oggi vi sono solo macerie e dove un tempo splendeva la loro gloriosa storia ...”Allimeno no juorno Sant'Anna mia faccello tornane a com'era prima”.

Nei diciotto pezzi che compongono l’album, c’è spazio per leggende, devozioni popolari religiose, storie di attimi belli e brutti. Un lavoro di questo genere, non può essere ideato da chiunque, per scrivere i versi dei pezzi che questo album contiene, c’è bisogno di possedere una sensibilità d’animo pregevole, solo chi ha un amore ossessivo verso le proprie radici, può ricordare tanti dettagli e comporre questo capolavoro.

La canzone che da il titolo all’album “Facci”, riassume la semplicità che si scontra con la falsità e l’arroganza, una frase riassume il tutto: “Facci sanizze de terra ncostrata, so tute sozze e mai abbattute, de chesta terra su figli de creta, fanno la guerra co facci de cera”.

Gitano racconta a chi non ha avuto la possibilità di vivere la storia di Tocco, di afferrare tutte le sfumature: Bittina sonnava l’argintina, Lo posto de lo judico, M’enno arrobbato no allo, Jettami Sole, Le Coronelle, La Macolata, Scauzi a S.Cosimo,A Tuocco jocca e Frustallà, raccontano il vivere quotidiano, la vita di tutti i giorni attraverso queste parole. Ascoltandole, si ha quasi la percezione di vedere le scene, di camminare nei vicoletti scrutando ogni mattone, bussando ad ogni portone anzi “portella”.

Tutti gli artisti, si sa, hanno un lato malinconico che gli avvolge l’anima, la malinconia è presente nella canzone “Oi ma nn te ne ji” (dedicata a sua madre) chissà quanti hanno gridato e grideranno queste parole. Nel pezzo “Li viecchi” c’è tutto l’amore che i nostri anziani hanno bisogno da noi, ma tanto, tanto abbiamo bisogno noi di loro. Nell’album c’è spazio anche per la leggenda popolare con il pezzo dedicato al brigante “Bofone”. Ecco poi la narrazione della devozione popolare e religiosa con “Lo Pasturiello” che rievoca il miracolo compiuto dai santi patroni Cosma e Damiano.

Nel pezzo“Nacquali”, la mia preferita, si carpisce maggiormente la vena poetica del nostro cantautore, non tutti possono immaginare, affacciati a scrutare da uno scorcio di cielo, coloro che hanno raggiunto già da un po’ il davanzale del paradiso e aspettano per chiedere ai nuovi arrivati, cosa sia cambiato a “Toccariello”, una canzone sublime, bella, celestiale.

Non poteva infine mancare un vero è proprio inno al paese con “Tuocco Bello”, “l’aria suttile, viato a chi ce vene ad abitane, i ce stongo e me n’eggia ine, ma Tuocco bello chi, chi ti vo lassà, quanno la notte ti sonno, nn sarrà oggi, ma dimani torno, Santo Cosimo e Damiano, nu mi fa sta da Tuocco cchiù lontano”, parole che sanno di amore viscerale verso la propria terra, che può essere croce e delizia, ma sicuramente non bisogna calpestare le proprie radici, perché chi rinnega il proprio passato non potrà avere un futuro luminoso. A tutti i lettori consiglio di non mancare il 27 dicembre al Teatro Massimo di Benevento perché eventi come questi non capitano tutti i giorni.

ANIELLO MARRA

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