Ha suscitato molti consensi la mostra della Paoletti allestita nella chiesa di S. Gennaro In primo piano

Con congruo anticipo, ci avevano informati dell'allestimento nella parrocchia di San Gennaro e di San Pio da Pietrelcina della mostra fotografica dell'artista Silvana Paoletti, intitolata Misericordia per la Terra.  Nel corso di uno degli otto giorni di esposizione ci siamo precipitati nella chiesa trasformata, per la straordinaria occasione, in una sorta di estemporanea galleria d’arte. Ci siamo così intrattenuti con il parroco mons. Pasquale Mainolfi per farci illuminare sul significato di questa iniziativa così inconsueta per una comunità parrocchiale.

Monsignore, come è nata l’idea di organizzare nella sua Parrocchia la mostra fotografica di Silvana Paoletti?

Dopo l’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco, sul legame inscindibile tra custodia del creato e promozione della giustizia, ove il pontefice auspica la custodia e la difesa della “nostra casa comune”, dovendo aprire la Porta Santa Giubilare nella parrocchia di San Gennaro e San Pio e prima della conclusione dell’Anno Santo straordinario della Misericordia, ho ritenuto opportuno allestire una mostra su un tema di grande attualità: “Misericordia per la terra”.

Come ha conosciuto Silvana Paoletti?

Conosco Silvana Paoletti sin dal 1983 quando, da giovane diacono, predicai le Quarantore nel santuario diocesano della Madonna del Carmine a Montefalcone di Valfortore, suo paese d’origine. Ho poi seguito con interesse il suo cammino culturale e soprattutto il suo percorso di maturità umana e di profondità spirituale, tanto che già alcuni anni fa le chiesi di allestire in San Gennaro una mostra su “Eucarestia e sacralità del cosmo”. L’ho poi vista interessata e sempre attivamente partecipe a tutte le iniziative culturali e spirituali che in questi ultimi quindici anni ho promosso in qualità di Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze religiose e ho compreso la squisita sensibilità del suo animo di donna, di cristiana e di artista.

Ci parli un po’ delle caratteristiche della mostra, insomma quanti lavori sono stati esposti, le dimensioni e i soggetti presentati?

La mostra fotografica parte dal presupposto che l’arte del passato, oggi non si esprime più nelle forme di un tempo poiché domina il linguaggio delle immagini. Silvana Paoletti, amica carissima, ha compreso molto bene questa rivoluzione copernicana avvenuta nell’areopago della comunicazione e perciò si cimenta in una produzione abbondante, variegata, significativa, ovunque apprezzata. In questa mostra ha esposto 25 quadri di circa 40x60 centimetri con soggetti tratti dalla natura e dall’arte sacra, dove il creato si apre al soprannaturale in un cammino di continuità tra immanenza e trascendenza. Il grano, l’uva, la vita agricola, l’albero, il filo d’erba, il cielo, il mare, la terra, tra suggestioni e simboli del quotidiano si aprono al dono del Crocifisso Amore Resuscitato, all’Eucarestia, alla Madre di Dio, Regina del cielo, della terra e del mare. Le scene più belle hanno come location le colline e le valli del Sannio e dell’Irpinia.

Come hanno risposto i suoi parrocchiani?

Per l’inaugurazione della mostra ho invitato il cantautore Giacomo Celentano, figlio del grande Adriano e di Claudia Mori. I fedeli sono accorsi numerosi e ne hanno apprezzato la bellezza e il messaggio.

Quali messaggi sono stati lanciati attraverso i quadri?

Questa mostra poi ci ha ricordato, in modo particolare, che la terra è resa povera dalle scelte egoistiche degli uomini e che tutti siamo responsabili del degrado della terra perché insensibili al suo grido. E’ la sconfitta della politica e della sua sottomissione alle regole spietate della finanza. Bisogna vincere “la globalizzazione dell’indifferenza”. La “terra dei fuochi” è a pochi chilometri da noi. Tanti rifiuti sono stati sversati e sepolti nella terra sannita. Ora basta! Misericordia per la Terra, perché la Terra abbia misericordia di noi. Altrimenti ci uccideranno come le nostre deliranti scelte antiecologiche.

Perché la Chiesa è sempre sensibile all’arte?

Perché l’arte, col suo fascino per la bellezza, rappresenta un linguaggio straordinario e convincente nei processi educativi delle antiche e nuove generazioni. L’arte interpreta e veicola la bellezza. Dio è bellezza.

Quali tracce ha lasciato la mostra nella Parrocchia e tra i parrocchiani?

Il genio femminile di Silvana Paoletti coglie con particolare sensibilità il ruolo strategico che nella storia dell’umanità svolge il Fiore di carne più bello che il Creatore ha lanciato sulla terra, la Vergine Maria, e ne canta la divina bellezza. Le immagini mariane, che attraversano la mostra “Misericordia per la Terra”, ci hanno aiutato a capire che la missione della Vergine Maria, nella storia della Salvezza degli uomini, è quella di maternizzare il Volto paterno di Dio. Grazie alla Santa Vergine abbiamo il compimento della Rivelazione e Manifestazione divina: Cristo Gesù nato da Donna. Nella pienezza dei tempi: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Giovanni 1,14).

ANTONIO FLORIO

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