Il Centrosinistra tuona contro Mastella perchè assente al Consiglio sull'alluvione In primo piano

'Finalmente il Consiglio comunale di Benevento ha ripreso a parlare delle questioni legate agli eventi alluvionali del 15 ottobre 2015. Lo ha fatto in una assise che si è potuta celebrare soltanto in seguito ad una precisa richiesta dei consiglieri che si riconoscono nel Coordinamento di Centrosinistra. Una discussione che, purtroppo, si è svolta senza la presenza del sindaco Mastella, che ha preferito dedicarsi ad altre faccende piuttosto che venire in Consiglio a confrontarsi sulla calamità che ha inferto un colpo durissimo alla già precaria economia della nostra città. Un’assenza che grava come un macigno sull’istituzione che Mastella stesso oggi rappresenta, sul ruolo e sulla funzione che riveste'.

Così in una nota i consiglieri di opposizione a Palazzo Mosti, Marcellino Aversano, Raffaele Del Vecchio, Francesco De Pierro, Italo Di Dio, Angelo Feleppa, Floriana Fioretti, Luigi Scarinzi, Vincenzo Sguera e Marialetizia Varricchio.

'Evidentemente, il primo cittadino, per carenza di argomenti, ha inteso sfuggire ad un dibattito che si è reso necessario a causa di tutte le inadempienze e le contraddizioni che hanno caratterizzato i suoi primi cinque mesi di amministrazione. Totale assenza di comunicazione, informazioni distorte e tendenziose, omissioni procedurali, insufficiente produzione di atti e deliberazioni hanno generato una pesante forma di irresponsabilità istituzionale che rischia di compromettere la prevista fase di finanziamento delle opere di ristrutturazione e di risarcimento dei danni subiti da privati e imprese. A questa va aggiunto il patetico esercizio di scaricabarile messo in atto sin dal primo giorno di insediamento.

Quando bisogna evidenziare la correttezza e la vicinanza del Governo, nonché la puntualità degli interventi, gli esponenti della maggioranza che fa capo a Clemente Mastella, sindaco in primis, vengono improvvisamente colpiti da amnesia. Ogni tanto occorre rinfrescargli la memoria. E vanno inchiodati alle loro responsabilità.

Vanno anzitutto ricordati tutti gli atti predisposti dal Governo e dalla Regione Campania dalle ore immediatamente successive all’alluvione fino ad oggi. Il 6 novembre del 2015 il Governo, con grande tempestività, dichiarava lo stato di emergenza nazionale per Benevento e il Sannio stanziando in prima istanza 38 milioni di euro. Tre settimane dopo la Regione Campania stanziava altri 3 milioni di euro, per un totale di 41 milioni che sta gestendo direttamente, tra progettazioni ed appalti, il commissario delegato per l’emergenza alluvione Giuseppe Grimaldi. Il 2 dicembre del 2015, con la delibera 640, venivano accertati dalla Regione Campania danni al comparto agricolo per 121 milioni (100 per la produzione e 21 per le strutture agricole) alle strutture, alle produzioni, alle infrastrutture connesse alle attività agricole, tra cui quelle irrigue e di bonifica.

Il successivo 24 dicembre del 2015 il Ministro delle Politiche Agricole con apposito decreto dichiarava lo stato di calamità varando di fatto una copertura finanziaria per i 121 milioni. E ancora la Legge di Stabilità 2016 ai sensi dell’articolo 1, commi dal 422 al 428, il 28 dicembre introduceva la possibilità (poi disciplinata dal Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016) di accedere a contributi da parte delle imprese colpite dagli eventi calamitosi. Sempre a luglio del 2016, il Consiglio dei Ministri pubblicava sulla Gazzetta Ufficiale le somme complessive da destinarsi agli alluvionati del Sannio, per un totale di 355 milioni di euro (che rappresentano il 22 per cento dell’intero impegno di spesa nazionale previsto dalla Legge di Stabilità 2016), di cui 74 milioni per la ricognizione dei fabbisogni per i privati e 281 milioni di fondi per il ripristino delle attività produttive. Il 16 agosto, attraverso un’ordinanza (la numero 373) del capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, venivano rese note le disposizioni operative per l’attivazione dell’istruttoria finalizzata alla concessione dei contributi a favore di soggetti privati e attività economiche e produttive. Il 5 settembre scorso, attraverso una missiva inviata via Pec, il Sottosegretario alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro invitava tutti i sindaci della provincia di Benevento, in virtù dell’ordinanza del 16 agosto, ad attivare in tempi celeri l’istruttoria, precisando che il termine sarebbe spirato il 30 settembre 2016.

Fin qui tutti i passaggi, adeguatamente certificati dalla documentazione che abbiamo allegato ai verbali del Consiglio, che sanciscono la straordinaria attenzione ricevuta da parte del Governo e l’impegno che lo stesso ha profuso nel finanziare la ricostruzione. Atti concreti, insindacabili. Ma ecco che, a fare il paio con la assoluta mancanza di pubblicità (nessuna conferenza stampa, neppure uno straccio di comunicato, un volantino o un solo manifesto) da parte del Comune per avvisare la cittadinanza della possibilità di richiedere il contributo per i danni subiti (evidentemente erano troppo impegnati con l’organizzazione di sagre, cene di piazza e notti bianche), il 23 settembre arrivano le sconcertanti affermazioni dell’assessore Pasquariello, che, all’esito della riunione tenutasi in Prefettura con i dirigenti della Regione, dichiara alla stampa che i fondi erogati a chi, tra gli aventi diritto, ne avesse fatto richiesta, in un secondo momento avrebbero dovuto essere restituiti. Falsità ed esternazioni di una gravità inaudita, smentite prima dal direttore regionale della Protezione Civile Giulivi, poi dal Ministro dell’Economia Padoan e infine dal sottosegretario Paola De Micheli e dallo stesso Curcio, che hanno però fatto in tempo a produrre effetti devastanti sui cittadini che avrebbero dovuto inoltrare richiesta di risarcimento per i danni subiti. Costoro, nel timore di dover restituire le somme (senza contare quelli che non sapevano nulla perché nessuno li aveva informati), hanno preferito non procedere alla consegna di alcuna richiesta. Risultato: a fronte di oltre 700 schede con l’elenco dei danni compilate nei giorni seguenti all’alluvione, al Comune sono state depositate circa 170 domande, cioè neppure un quarto.

Il trattamento di una questione così delicata suggeriva maggiore prudenza: Mastella, che è solito vantarsi dei suoi rapporti con le alte sfere, poteva chiamare direttamente il capo della Protezione Civile e chiedere chiarimenti prima di consentire al componente del suo esecutivo di uscirsene con una simile baggianata.

E invece il primo cittadino, che già - per molto meno (classico esempio di doppiopesismo) - ha esautorato l’assessore Giorgione, comincia a non fidarsi più dei suoi collaboratori (come il fastidio provato in occasione dei clamorosi autogol dell’assessore Ingaldi sulla mensa o delle surreali rassicurazioni sui social network di Ambrosone - poi seccamente sbugiardato - sullo stop imposto alla Notte Bianca nel giorno dell’anniversario dell’alluvione) colpevoli di fargli rimediare magre figure.

Oggi - concludono i consiglieri - se n’è accorto anche Pasquariello, lasciato completamente solo a difendersi dagli attacchi della minoranza. Bene farebbe Mastella a schiarirsi le idee (soprattutto dopo aver fatto dietrofront sul dissesto, avendo capito di essere stato consigliato male da chi gli sta intorno), ad essere più presente in Consiglio e meno presenzialista, ad accelerare le procedure sui risarcimenti post alluvione per quanto di competenza del Comune e, infine, ad elevare la qualità del dibattito affidandosi a personaggi dalle riconosciute capacità politico-gestionali'.

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