Il Collettivo Wand torna alla carica sull'istituzione del Registro Comunale per le Unioni Civili In primo piano

'Dopo la infelice parentesi legata agli eventi meteorologici del mese scorso, che ci ha visti impegnati al fianco della cittadinanza, delle istituzioni e delle tantissime associazioni che hanno lavorato per far riemergere il lustro della nostra città e della nostra gente, siamo tornati a perseguire le nostre finalità sociali come collettivo cittadino sensibile alle tematiche del riconoscimento dei diritti delle persone sessualmente differenti da quelle etero, orientate alla promozione dei diritti delle persone lgbt+'. Così in una nota il Collettivo Wand, che torna alla carica sull'istituzione del Registro Comunale per le Unioni Civili.

'Ci eravamo lasciati quindi - si legge ancora - con la promessa del sindaco di Benevento Pepe, il quale dinanzi alle telecamere della stampa cittadina si impegnava a calendarizzare il dibatto sulla istituzione del registro delle unioni civili al primo consiglio comunale utile. Era il 1 ottobre, e noi eravamo presenti insieme ad altre associazioni presso la sede comunale di Palazzo Mosti per sensibilizzare l’ istituzione comunale all’apertura verso le nostre istanze. Istanze civili, sociali, che agli occhi di molti non sono prioritarie poiché non vissute sulla loro pelle. Il problema però c’è ed è forte, perché non si può morire schiacciati da una sorta di dittatura delle maggioranze indifferenti. Il sindaco si era già impegnato in quella data ad inserire i nostri punti negli o.d.g. da trattare nella seduta consiliare del 20 ottobre u.s. Gli eventi che sono seguiti però hanno di fatto bloccato tale iter, e per per tale motivo stamane abbiamo depositato al protocollo comunale una nota indirizzata ad ogni singolo membro del consiglio comunale, chiedendone la discussione al prossimo consiglio utile.

Ricordiamo a tal proposito - proseguono i sodali del Collettivo Wand - che Il Registro Comunale delle Unioni Civili consiste in un elenco dove iscrivere, secondo la distinzione operata dalla legge, due persone maggiorenni, di stesso o differente sesso, che non siano legate tra loro da vincoli giuridici (matrimonio, affinità, adozione, tutela e curatela), ma soltanto da vincoli affettivi e di reciproca solidarietà. La validità simbolica di tale atto è smisurata: si tratta, al momento, dell’unica forma di riconoscimento dei legami di coppia esistenti al di fuori dell’istituzione matrimoniale, esclusi come sono da alcuni diritti basilari, come l’assistenza al partner o agevolazioni comunali ad oggi riservate alle sole coppie sposate.

A Benevento, realtà che raramente ha modo di affacciarsi sul palcoscenico nazionale, la sua portata sarebbe persino amplificata, lanciando un messaggio di apertura e tolleranza a tutti quei conviventi, quelle minoranze sessuali, quei giovani disillusi che, a causa di un’arretratezza culturale esistente o percepita, si sentono costretti a emigrare nel settentrione o addirittura all’estero. Ciò, inoltre, permetterebbe alla nostra città di contribuire attivamente al dibattito nazionale sulle unioni civili, questione di grande attualità sulla quale il nostro paese è chiamato a esprimersi dalla sua popolazione e da organi nazionali e internazionali. Ma le funzioni del registro non si esauriscono al mero simbolismo. Il Comune che lo istituisce, infatti, può renderlo uno strumento utile al possibile godimento di benefici o diritti di diversa natura previsti oggi dalla legislazione vigente come quelli più importanti che di seguito si riportano:

iscrizione nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica;

graduatorie per l’agevolazione sui servizi rivolti alle coppie;

utilizzazione della medesima classe di rischio nell’adozione di una assicurazione RC auto prevista per il convivente;

ottenimento di informazioni circa lo stato di salute del convivente nonché di assisterlo nelle strutture sanitarie in caso di degenza;

ricorrendone le condizioni, risarcimento di danni morali e materiali in caso di morte del convivente causata colpevolmente da terzi'.

Da qui le conclusioni: 'I documenti necessari possono essere acquisiti tramite l’Ufficio Anagrafe del comune che delibera l’approvazione del registro. L’esclusione dai diritti civili è una discriminazione a cui è giunto il momento di porre fine. Schierarsi con tutti quei comuni (Barletta, Bari, Catania, Cagliari, Firenze, Genova, L’Aquila, Milano, Napoli, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Pisa, Ragusa, Reggio Calabria, Roma, Sassari, Siena, Siracusa, Terni, Trapani, Trento, ecc.) che hanno deliberato in tal senso, in accordo con le numerose sentenze giuridiche italiane ed europee, significa garantire a Benevento la possibilità di dare una prova di civiltà non indifferente, dimostrandosi una città attenta alle esigenze dei suoi cittadini senza discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere'.

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