Il filosofo Zygmunt Bauman a Benevento: 'Non confondiamo la conoscenza con l'informazione' In primo piano

Siamo sommersi da un mare di informazioni. Ma non confondiamo la conoscenza con l'informazione. Conoscenza significa capire. Per questo servono attenzione, concentrazione e pazienza.

Questo il succo della “Lectio magistralis” tenuta dal filosofo e sociologo polacco Zigmunt Bauman a Benevento, in un Teatro Massimo gremito da studenti delle scuole superiori.

L’evento culturale fa parte del Festival Filosofico del Sannio, organizzato per la prima volta dall’Associazione “Stregati da Sophia”, presieduta da Carmela D’Aronzo, docente del Liceo Classico “Giannone”. Ha portato il saluto il provveditore Angelo Maria Marcucci, che ha colto nelle parole dell’illustre ospite “una lezione di vita”.

La tematica trattata da Bauman, uno dei più importanti filosofi viventi, aveva come titolo “Between online and offline”. Il docente dell’Università di Leeds, che è anche professore emerito di Sociologia, ha affrontato il rapporto tra mondo virtuale e mondo reale, tra scienza e magia, tra internet, facebook e la vita di tutti i giorni. La parola magia ha un significato ambivalente.

Quando le cose vanno bene - ha affermato il filosofo - pensiamo che il momento è magico. La magia rappresenta il sogno e il desiderio di trasformare in bene le cose, un giubbotto di salvataggio per affrontare i problemi della vita. Ma la scienza e la tecnologia sono più importanti. Da quando l’uomo ha capito che la natura non è affidabile, non può essere lasciata sola a gestire il mondo”.

Il grande sviluppo di internet ha cambiato la società che sta diventando sempre più “liquida”, rispetto a quella solida dei nostri antenati. Il tempo che si trascorre online continua ad aumentare, mentre diminuisce quello trascorso offline.

La speranza che si poneva un tempo nelle pozioni magiche - ha osservato Bauman - oggi è riposta in internet a cui si chiede di realizzare l’irrealizzabile”.

I benefici della rivoluzione informatica ed elettronica sono molteplici. Si può sconfiggere la solitudine, si può partecipare al progresso, si può avere una passeggera celebrità, si possono fare tante amicizie. Pensiamo alle potenzialità di facebook. Insomma tutti possiamo avere la sensazione di non essere mai più soli, di essere sempre informati e connessi col mondo. “Basti pensare che una copia dell’edizione domenicale del New York Times - ha fatto notare Bauman - contiene più notizie di tutte quelle che hanno conosciuto gli illuministi nella loro vita”.

Bisogna stare attenti, però, a non scambiare la quantità delle informazioni ricevute col vero sapere, che si forma nel confronto con gli altri esseri umani. Nella nostra quotidiana caccia alla notizia crolla il livello della pazienza e dell’ascolto. “Spesso siamo distratti -ha sottolineato il sociologo - la nostra capacità di dialogo si indebolisce. Dobbiamo invece tenere sempre acceso il pensiero. Confrontarlo con quello degli altri. Perché il vero rischio è la crisi della memoria”.

Il grande scrittore John Steinbeck diceva che le idee sono come i conigli, se le gestisci bene te ne trovi molte. Però possono anche disperdersi. Partendo da questo aspetto culturale e sociale il filosofo ha concluso la sua lezione in inglese, tradotta simultaneamente da una professoressa, analizzando l’impatto di internet sui rapporti umani.

Nel mondo online tutto è più facile - ha detto Bauman - le amicizie, le storie d’amore, ma nella vita reale le cose sono molto diverse, ci sono tanti punti di vista, tanti imprevisti. Sogniamo di risolvere i problemi con le regole della vita online. Per questo siamo incapaci di vivere la società. Tra i due mondi qualcosa si guadagna, qualcosa si perde, soprattutto sul piano dei rapporti umani. Spetta a noi trovare la strada giusta. Per affrontare la vita e diventare cittadini del mondo, non possiamo nascondere i problemi sotto il tappeto, non bastano le infinite risposte di Google”.

ANTONIO ESPOSITO

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