Il mondo del calcio piange la scomparsa di Roberto Ranzani In primo piano

Nel mondo del calcio e' indubbiamente importante lasciare un segno, ma quando muore una vera e propria 'bandiera' non si puo' che piangere.

E' il caso della improvvisa scomparsa di Roberto Ranzani, una vera e propria 'bandiera' della storia del calcio beneventano, il 'capitano di mille battaglie' che nessuno mai potrà dimenticare.

Era il 'libero' (allora esisteva ancora un ruolo del genere) di un Benevento che fece sognare tutti, che nella stagione 1975/1976 addirittura sfiorò la conquista della serie B.

Natino di Robecco sul Naviglio (classe 1942), ma trasferitosi quasi subito a Ferrara, sua città di adozione, si è spento proprio lì, a 74 anni,  mercoledì della scorsa settimana. E la notizia ha fatto subito il giro della città, lasciando tutti increduli.

Per il Benevento è stato il capitano di mille battaglie, il giocatore che ha condotto, con il suo carisma e la fascia al braccio, la 'strega' alla promozione in serie C1 dalla serie D nella stagione ‘73/’74. Ed è stato  il fiero condottiero  di quella incredibile armata giallorossa che nella stagione ‘75/’76  sfiorò la conquista della serie B, chiudendo l’annata alle spalle del Lecce.

Era quella una squadra rimasta nel cuore di tutti, nella quale, oltre a capitan Ranzani, militavano i vari Penzo, Franceschelli, Sartori, Iannucci e tanti altri. Fu la stagione  del 'famoso' rigore sbagliato  dal santagatese doc Gianclaudio Iannucci  contro il Messina che tagliò quasi le gambe ai giallorossi per la promozione in serie B. Alla guida di quell’undici c’era Piero Santin,  alla presidenza il compianto Antonio Bocchino.

Di quella squadra Roberto Ranzani era l’anima e la guida e per questo ancora oggi resta nel cuore di tutti.

Poi, appese le scarpette al classico chiodo, ma il successo non gli è mancato anche da direttore sportivo collezionando, ben cinque promozioni: due a Cosenza, poi a Ravenna, Perugia ed a Ferrara con la Spal. Ed a Ferrara, dove  è venuto a mancare, proprio con la Spal stata per conquistare la sesta promozione.

Peccato che non sia approdato anche a Benevento, perché lo avrebbe meritato per quanto ha dato alla maglia giallorossa.

Ora se n’è andato, e forse Lassù si è recato a stringere la mano a Carmelo Imbriani, che lo ha preceduto di qualche anno. I nostri due indimenticabili capitani potranno insieme guidare i giallorossi in queste ultime sei finali di campionato!

Addio capitano, la città, gli sportivi, non ti dimenticheranno e resterai sempre nella storia giallorossa!

GINO PESCITELLI 

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