Ingorghi infiniti in una città disordinata In primo piano

Descrivere quel che accade ogni giorno a Benevento, all’uscita delle scuole, è un racconto davvero unico e stimolante. Negli incroci e nelle vie più prossime torrenti umani si intersecano, creando un’orda intensa e continua di auto e persone, mischiate in un unico solco stradale stretto ed impervio in cui la miscela diventa come quegli abiti dai colori kitsch, impossibili da guardare senza rimanerne inorriditi. Incrociandosi questi diversi elementi si paralizzano a vicenda, soggiogati dalla paura di sovrastarsi e dal rischio di farsi del male o di creare danni.

L’unica arma è la propria pazienza ed a quella ci si appella, attendendo una risoluzione naturale di quel momento così avverso. In modo grottescamente narrativo, ma molto vicino alla realtà, ci si trova ogni giorno ad affrontare questi stati d’animo nell’accompagnare i propri figli a scuola o, vicendevolmente, nell’andarli a riprendere. Bisogna affidarsi alla propria calma e rassegnazione, ormai abituati a considerare tutto ciò come una prova di sacrificio a cui ci sottoponiamo per i nostri bambini per i quali, eresia sarebbe non ammetterlo, siamo pronti a qualsiasi sofferenza.

Quello che non si intende e, francamente, si fa davvero fatica a comprendere è il fatto che, in tutto questo subbuglio quotidiano, ricorrente e come tale prevedibile, non si ponga una soluzione assolutamente banale: la presenza limitata e circoscritta, a quei pochi minuti, di un vigile urbano nei punti di scorrimento più sensibili. Ricordo le vecchie immagini di quando, nelle scuole di trenta o quarant’anni fa, il momento più importante e considerato più significativo del servizio di controllo delle strade comunali era proprio quello dell’uscita da scuola.

E magari a Benevento non servirebbe un vigile ad ogni istituto (ce ne vorrebbe un esercito), ma sicuramente per alcuni ce ne sarebbe davvero un gran bisogno, considerando anche la presenza dei flussi in uscita in quei momenti verso punti di traffico sensibili e significativi. Un esempio che vale per tutti può essere l’incrocio in uscita dall’arco di Port’Arsa, nelle adiacenze dell’Istituto Comprensivo San Filippo. In questo caso come in altri basterebbe davvero un presidio di appena mezz’ora, nei momenti di maggiore intensità di circolazione, a determinare in un sol colpo la soluzione per i problemi di scorrimento e di intasamento che si determinano in quei pochi istanti nelle vie traverse.

E dire che anche nei piccoli paesi della provincia il servizio di gestione del transito stradale fuori dalle scuole è il più banale, ma anche il più apprezzato dalla popolazione ed è considerato, tra tutti, quello che maggiormente contraddistingue il lavoro degli operatori del traffico e dei pubblici ufficiali addetti al controllo, facendo guadagnare agli agenti di Polizia Locale quell’aurea di autorevolezza e di pienezza della loro funzione nella comunità dei grandi come dei più piccoli, insegnando sin dalla tenera età a comprendere il valore ed il rispetto dello Stato e delle autorità che lo rappresentano.

Se fosse un problema di mancanza di risorse umane ci permettiamo di ricordare come diversi Enti si siano affidati ad associazioni e gruppi dotati di esperienza, capacità e conoscenza nello svolgimento di queste azioni, agendo con sensibilità ed attenzione nel compimento di questi ruoli di ausilio. Ad esempio molti sindaci si sono rivolti alle sedi locali dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri o della Polizia di Stato che magari, se interpellate, potrebbero essere addirittura pregiate nel ricevere questa richiesta. Potrebbe essere una cosa che val la pena sondare.

Ad ogni modo, nell’attesa di vedere almeno l’ombra di una divisa in questi angoli perduti, continuiamo a contare esclusivamente nella nostra pazienza, sperando non accada mai nulla di grave; e questa è una speranza affidata al momento solo ai bimbi, alle loro famiglie ed agli automobilisti.

LUIGI RUBINO

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