I più asini del mondo sono nelle nostre scuo In primo piano

Scuola italiana da anni sottoaccusa. I risultati di un'indagine internazionale condotta in 57 Paesi (tra cui i 30 dell'Ocse - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo - comprendente gli stati europei più Australia, Corea, Giappone, Nuova Zelanda e Stati Uniti) ne hanno quest'anno decretato, senza possibilità di appello, un'ulteriore bocciatura.

Tra iforme e iforme delle riforme si è distrutto qualcosa che fino a qualche decennio fa era vanto della nostra nazione: scuola e cultura. Gli studenti italiani tra i più asini del mondo: 36esimi in scienze, 38esimi in matematica e 33esimi in lettura!

Senza voler andare molto lontano confrontiamo i punteggi conseguiti dai quasi 22mila studenti di 806 nostre scuole pubbliche, sottoposti a test, con i pari età di Francia e Germania:

disciplina

Italia

Francia

Germania

1° classificata

Scienze

475

495

516

563 Finlandia

Matematica

462

496

504

548 Finlandia

Lettura

469

488

495

556 Corea



Indispensabile e impellente chiedersi qual è il motivo di una debâcle tanto eclatante, di un regredire continuo nelle statistiche mondiali.

Al di là di un mancato o errato aggiornamento degli insegnanti, di modifiche dei programmi non effettuate o di non avvenute innovazioni, tutte cose indispensabili per l'evoluzione che cultura e tecnica hanno fatto registrare negli ultimi due decenni, a nostro modesto parere la causa prima dei mali della scuola italiana è da individuare nei debiti formativi: una piaga che, incancrenitasi, sta lentamente divorando l'istituto scuola. Scusate il paradosso ma nella scuola sembra accadere quello che accade in campo commerciale. A leggere i bollettini dei protesti che la Camera di Commercio pubblica ci si accorge facilmente che i protestati sono quasi sempre gli stessi. Se si osservano con attenzione i tabelloni dei risultati finali nelle singole scuole è facile riscontrare che sempre gli stessi sono gli alunni ammessi alla classe successiva con debito formativo. Debito formativo, lo ripetiamo da anni, uguale a cambiale non onorata.

Cosa fanno Francia e Germania, davanti a noi in classifica, per gli alunni che a fine anno scolastico presentano delle insufficienze? Esistono anche in Francia e Germania i tanti osannati corsi di recupero, risultati in Italia dispendio di risorse ed energie senza risultati apprezzabili?

In Francia, per l'alunno passato alla classe superiore, senza ottenere una media sufficiente in certe discipline, non esistono procedure organizzate di recupero. Spetta alle famiglie prendere le disposizioni necessarie per garantire la emise au niveau (rimettersi alla pari) del proprio rampollo in una o più materie.

In Germania gli studenti possono essere promossi all'anno successivo pur avendo l'insufficienza in una materia e non devono seguire corsi di recupero. Se hanno l'insufficienza in due materie, possono, per non ripetere l'anno, sostenere un esame durante l'ultima settimana delle vacanze estive (leggi esami di riparazione del passato in Italia). Se passano questo esame, vengono promossi all'anno successivo altrimenti sitzen bleiben, rimangono a sedere, ossia restano nella classe già frequentata.

In entrambe le nazioni sono, quindi, le famiglie a provvedere al recupero dei propri figli. L'Italia, paese avanzato, disponendo di inesauribili risorse economiche (sic!), non sovviene semplicemente alle necessità dei pochi bisognosi ma, con inutile dispendio di danaro pubblico, da anni sostiene una massa di fannulloni che durante l'anno scolastico non aprono libro.

A dir poco allarmanti le statistiche diffuse nel mese di novembre dal Ministero della Pubblica istruzione: 408 mila gli alunni ( media 43,3%, che nei licei scientifici passa al 53%) ammessi alle classi superiori con un debito in matematica.

Come e con quali mezzi la scuola provvede alla loro emise au niveau? Corsi di recupero già effettuati ad apertura dell'anno scolastico, sostegno durante l'intero anno, e corsi di recupero a termine del primo quadrimestre o trimestre. E se il debito non dovesse essere colmato? Da quest'anno, in estate, cura Fioroni della quale parleremo nel prossimo numero del giornale. Una terapia, anticipiamo, che non servirà a sanare la malattia ma semplicemente a far guadagnare qualche spicciolo al medico.

Giuseppe Di Pietro