La Battaglia di Benevento in un convegno ad Ariano Irpino In primo piano

O città altare del dio Giano, tu che eri nostra fedele, ora sei diventata nemica... Tua sorella Andria si è comportata molto più saggiamente di te. Essa felice viene da noi senza essere destinataria dei nostri lazzi. E per questo sarà salvata. Cosa che non toccherà a te... Ma tu, selvaggia, vai cercando le cose peggiori che ti procureranno solo male. Barletta potrebbe esserti maestra, se non ti fosse contrario Dio. Per ora non ti dico altro... Ma il mio ritorno ti mostrerà quanto sia stata grande la tua offesa.

Questi versi, fatti scrivere da Federico II di Svevia ad un poeta della sua corte, preannunciano la terribile vendetta che si abbatterà sulla città di Ariano Irpino, rea di essere diventata papalina. La vendetta di cui si parla fu realizzata da suo figlio Manfredi, il quale organizzò una grande spedizione punitiva nei confronti della città, facendo penetrare nottetempo dei soldati di Lucera, che fecero strage degli abitanti. Proprio quel Manfredi che perderà la vita nella battaglia di Benevento, il 26 febbraio del 1266, e le cui ossa saranno disperse “fuori del regno” per ordine di Papa Clemente IV.

Di Federico II, di Manfredi, dell’epoca normanno-sveva e della fine dell’universalismo politico e religioso, hanno tracciato un quadro affascinante due studiosi di calibro, l’on. Ortensio Zecchino ed il professor Errico Cuozzo, entrambi docenti presso l’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli. Zecchino è stato anche Ministro dell’Università e della Ricerca in tre governi. Cuozzo ha pubblicato moltissimi studi sull’età normanno-sveva (ma anche sui Longobardi e sulla casata degli Asburgo in Austria)

La conferenza si è svolta presso il Centro Studi Normanni, all’interno del Castello di Ariano, dove è stato possibile anche ammirare la mostra curata dal professor Francesco Morante su quel periodo e sulle testimonianze longobarde e normanno sveve nel tessuto cittadino di Benevento.

Zecchino e Cuozzo hanno evidenziato le peculiarità della dominazione federiciana e l’infrangersi del sogno di una monarchia nazionale proprio con la morte di Manfredi.

Il giovane “bello, biondo e di gentile aspetto”, ricordato nel Canto III del Purgatorio dantesco, pagò con la vita il lunghissimo scontro tra Papato e Impero, che si protraeva dai tempi del suo bisnonno Federico Barbarossa. Suo padre Federico fu oggetto di tre scomuniche da parte di tre pontefici, e lui stesso fu scomunicato nel 1259. Per sconfiggere gli Svevi, che stringono il papato in una morsa, Papa Clemente IV chiama in Italia Carlo d’Angiò, il quale si fa finanziare dai banchieri senesi e pisani, ed oltretutto sottrae i feudi del Monferrato alla famiglia Lancia, alla quale apparteneva la madre di Manfredi. Il resto della storia è noto: l’uccisione di Manfredi, anche per il tradimento da parte di alcuni feudatari pugliesi, il saccheggio e la devastazione di Benevento ad opera delle truppe angioine, la fine del regno svevo e l’instaurarsi della casa d’Angiò nelle Due Sicilie, con una pressione fiscale che aumenterà fino alla rivolta dei Vespri Siciliani e l’instaurarsi di una nuova dinastia, questa volta aragonese, nel Sud Italia.

Insomma, una storia tormentata che farà sì che non ci sia mai più un sovrano come Federico II, interessato a costruire masserie in Puglia o ad allestire una flotta mercantile che porti le derrate siciliane nella pianura padana.

Nel corso della serata è stato annunciato che il Centro Studi Normanni sta provvedendo allo studio, che si spera condurrà ad una pubblicazione, sulle lettere inedite scambiate fra Federico II di Svevia e Papa Gregorio IX, che aprono nuove prospettive di studio e ricerca su questa complessa epoca della storia d’Europa.

La sconfitta degli Svevi si conclude con la vittoria di nuove entità politiche, che sono i prodromi dello Stato moderno. Prima cade Federico II, poi il papato come entità che pretende l' ingerenza nella vita degli Stati, perché gli Stati avranno acquisito una forza e un'autonomia che sono appunto prodromica degli Stati moderni.

LUCIA GANGALE

www.luciagangale.blogspot.com

Altre immagini