Le donne italiane e il sesso In primo piano

Assolvendo un debito d'informazione contratto con i nostri attenti lettori (n. 13, luglio 2007), allorquando parlammo con la sessuologa Chiara Simonelli del sondaggio del settimanale Grazia sulla sessualità delle donne italiane, vediamo oggi quanto emerso dai 15.394 questionari compilati, come avemmo modo di dire, anche dalle donne della nostra provincia.

A commentare i risultati la guru della sessuologia Shere Hite, americana di nascita ma con passaporto tedesco, autrice del controverso Rapporto Hite, quelle 527 pagine che nel 1976 divennero il manifesto della sessualità femminile. Non lasciano dubbi i dati del sondaggio, che non ha usato - è bene sottolinearlo - criteri o strumenti di rilevazione scientifica, ma si è basato esclusivamente sulle risposte delle lettrici, di età compresa tra i 26 e i 45 anni, il 58%, e tra 46-55 il 20%; di queste il 46% sposate, il 12,29% single. Soddisfatte, sicure di sé e a proprio agio sotto le lenzuola. Fanno sesso almeno una volta a settimana (29%, mentre 2/3 volte il 36%, e il 4% addirittura tutti i giorni) e il 51% non crede di fare abbastanza sesso. Sotto le lenzuola ritengono di saperci fare (74%), anche se aspettano che sia lui a prendere l'iniziativa (68%) pur non pensandoci due volte a rendere esplicite le loro richieste (60%), e a ben l'87% piace il modo in cui il partner fa sesso.

La prima stoccata della Hite è stata: «Risultati incoraggianti, ma se è vero che la metà delle intervistate dichiara di fare sesso una o più volte la settimana... com'è che in Italia fate così pochi bambini?». Ma davvero sarà utile tutto questo parlare di sesso? «Sì, perché ci sono questioni ancora irrisolte - dice la Hite - e manca ancora un linguaggio al femminile. Gli uomini sono programmati al maschile, manca loro anche la più banale curiosità verso la sessualità della loro partner». Tutto sommato, allora, la sessualità non è poi tanto cambiata. «Agli italiani queste cose non servono, mi era stato detto ai tempi del mio rapporto» continua la sessuologa che sarà a Roma, all'Hotel Cavalieri Hilton, per il 9° Congresso della European Federation of Sexology (13-17 aprile 2008) presieduto dalla prof.ssa Chiara Simonelli, vicepresidente della EFS.

I risultati presentati tracciano - pur tra cose curiose emerse, altre poco rassicuranti, altre sconcertanti e alcune contraddittorie - un quadro nuovo del rapporto che le donne hanno con la propria sessualità, rappresentando un punto fermo per comprendere quanto i cambiamenti sociali degli ultimi decenni abbiano modificato le abitudini ollenti del gentil sesso. Le donne del Belpaese sembra che abbiano saputo superare tabù e inibizioni di un tempo molto meglio delle altre europee, ammette la studiosa, ammesso che stiano dichiarando la verità, e godono di una certa autostima, che tuttavia nasconde qualche debolezza se è vero che al 57% capita «di non sentirsi abbastanza bella o attraente per fare sesso», tanto che il 36% ricorrerebbe alla chirurgia estetica.

Ma c'è di più: se da un lato i più fortunati tra gli uomini possono vantare la compagnia di una donna con orgasmi multipli (il 48%), può sempre accadere che la propria lei simuli il massimo momento di piacere (55%). Le italiane sono ancora tradizionaliste per il sesso al primo appuntamento (solo il 13%), e 8 su 10 non hanno mai fatto sesso con uno sconosciuto. Anche in merito a pratiche poco classiche sembra vi sia una sorta di pudore: i sex toys (giocattoli erotici) sono utilizzati solo dal 14% del campione, mentre l'abitudine piuttosto trasgressiva di farsi riprendere da una videocamera durante il rapporto è praticata dal 15%. Il tradimento rimane il desiderio inconfessato delle italiane. Quasi la metà (il 42%), infatti, non ha esitazioni e ammette: Sì, mi piacerebbe fare sesso con qualcuno diverso dall'attuale partner.

GIANCARLO SCARAMUZZO