Le lamiere fiorite dell'artista sannita Vallone in esposizione a La Spadarina di Piacenza In primo piano

Le lamiere fiorite di Vallone in esposizione a La Spadarina di Piacenza. Dallo scorso 23 luglio e fino al prossimo 23 agosto le opere dell'architetto e artista sannita sono esposte nello spazio che è punto di incontro per giovani emergenti e affermati artisti.  

“Nel tempo della mercificazione egemone, - scrive Antonio Conte nella presentazione - la creatività di Vallone continua a proporre la coniugazione tra tecnica e poesia, tra pensiero e arte, tra geometria e immaginazione fantastica. La irriducibile dimensione esistenziale - rivelata da questo singolare coerente percorso - si proietta sempre più verso un infinito caratterizzato a volte da trascendenza religiosa a tratti da ‘comprensione’ naturale-umana.

Permane, però costante, la propensione al ‘discorso’ olistico, al tutto come oggetto proprio della ricerca, un tutto che - il paradosso è solo apparente! - vive nel segmento intuitivo, nel singolo progetto della ‘architettura ritrovata’, nel palpitante rincorrersi degli intrecci cromatici, nello spazio reso profondo da specchi che sconfinatamente illuminanoriflettono.

Forse - prosegue - è tale ispirazione che viene da lontano a permettere - al Vallone di quest’ultimo periodo - un uso magicamente dialettico dei materiali, anzi della materia tout-court, in cui non si ravvisa alcun debito verso scuole correnti, variamente e spesso vacuamente referenziali.

Qui, i segni del tempo geologico e del lavoro umano, i metalli che si aprono, i fili che si tendono tra dimensioni di vertigine, le maschere figure di una koinè inquieta e sapiente, parlano l’antico futuro linguaggio della armonia da ri-costruire, della comunicazione intersoggettiva da ri-trovare, dei colori di bellezza da far rivivere di fronte e contro il disumano”.

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Vincenzo Vallone è nato a Telese Terme (Benevento), dove vive e lavora. Architetto. Ha studiato alle Scuole Salesiane, all’Accademia di Belle Arti e all’Università “Federico II” di Napoli. Si è consacrato alla progettazione degli spazi urbani, al recupero storico, alla pianificazione territoriale e alle tematiche dell’ambiente e del paesaggio.

Dipinge da sempre. Le sue opere ripercorrono e documentano la contemporaneità. Esse sono, lamiere “fiorite”, materia posta alla base di un atteggiamento ideologico che coinvolge l’architettura, la scultura e la pittura. I contenitori nei quali viviamo, o che ci fanno compagnia nel quotidiano, sono lamiere, come l’elettrodomestico, la lampada, la poltrona, la macchina, l’aereo, le tettoie metalliche e ancora le grandi stazioni di una volta monumentali, epocali, surreali.

Il segno e le chincaglie, il taglio e la manualità riconducono a tematiche d’altri tempi, quelle cui si aggrappa la memoria di ciascuno di noi. Vengono accompagnate da cromatura e concluse da una punteggiatura colorata fino ad ottenere il connubio tra bassorilievo e pittura. Così l’opera esprime la sintonia dell’architettura, la più intellettuale delle arti, con le altre arti visive  e si completa, attraverso la colorazione, in un nuovo campo narrativo ed estetico.

E le opere lo dimostrano. Ha partecipato tra tanti altri, al Premio “Terna2008” e “Terna 2009”; Concorso per le opere d’arte presso il Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI sec. in Roma; Concorso Matitalia del Comitato Italia; le sue opere partecipano allo “spazio risonanze” dell’Accademia di S. Cecilia-Auditorium Parco della Musica di Roma.

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