Lettera di un avvocato a Babbo Natale In primo piano

L’avvicinarsi del Natale, festa della natività, come sempre evoca anche negli adulti, i bambini di ieri, l’aspettativa dei regali da ricevere.

Un tempo a portarli era la Befana, con l’immancabile carbone di zucchero: si doveva tirare la cinghia fino al 6 gennaio (l’epifania tutte le feste porta via). A Benevento, la Befana era di casa, essendo una diretta parente delle Janare.

Da tempo, però, non è di moda, dovendosi accontentare di un impiego part time solo per qualche inguaribile nostalgico. Ha lasciato la scena al più gettonato Babbo Natale, specialmente per una ragione cronologica. Babbo Natale arriva il 25 dicembre, la Befana il 6 gennaio. E’ ovvio che sia i grandi, sia i piccini preferiscono avere prima i desiderati regali.

Per cui anche se affezionato alla Befana, scrivo anch’io, come tanti, la letterina a Babbo Natale, sperando che possa esaudire il mio desiderio.

Caro Babbo Natale,

sono uno dei tanti avvocati che svolge da anni la professione con passione e dedizione. Ci ho creduto, ci credo e voglio continuare a crederci, nonostante tutto.

Poiché navigo da tempo nel mare della (in)giustizia italiana non ti chiederò cose impossibili (come, ad esempio, la sua efficienza), ma un regalo compatibile con i tempi grigi che stiamo vivendo.

Puoi farmi trovare sotto l’albero le decisioni che aspetto da quasi un anno, in modo da dare finalmente le risposte che i miei clienti (spero, nel frattempo, siano rimasti tali) chiedono in maniera ossessiva, scaricandomi addosso le giuste lamentele (chiamiamole così) per gli indecenti ritardi del sistema giudiziario civile?

Non chiedo decisioni articolate e ben motivate, nonostante il lunghissimo tempo trascorso dalla richiesta della loro emissione possa legittimarne l’aspettativa.

Mi accontento semplicemente di decisioni cartolina, addirittura di decisioni sms, purché ci siano.

Poiché il periodo prenatalizio è circondato da un alone di magico mistero, spero che la magia si avveri e che tu, caro Babbo Natale, possa portarmi sotto l’albero i tanto agognati provvedimenti, consentendo al bambino che è in me di scartare i regali delle cause vinte, gioendo per la soddisfazione, e di trovare il carbone (questa volta non di zucchero) delle cause perse, ingoiando il rospo della delusione.

Chiedo troppo? Non credo.

Vorrei solo che non passasse l’ennesimo Natale senza provvedimenti sotto l’albero; le decisioni che aspetto dall’inizio dell’anno.

Caro Babbo Natale io ed i miei assistiti non aspiriamo al regalo della vita eterna. Ci accontentiamo, per il momento, di quella terrena.

Anche se i giudici continuano ad augurarci che la nostra presenza su questo mondo sia la più lunga possibile (li ringraziamo molto, ma promettiamo di impegnarci a prescindere) e di donare al più presto il regalo più bello: una giustizia terrena che aspira all’eternità.

Ci siamo quasi. Serve solo un altro piccolo sforzo.

Caro Babbo Natale vedi cosa puoi fare.

Da buon meridionale, però, aspetto anche la Befana.

Vuoi vedere che, presa dalla sete di rivincita, voglia stupirmi portando finalmente i doni richiesti non sotto il classico abete, ma, con pioggia e vento, sotto il noce di Benevento?

UGO CAMPESE