Lo spettacolo 'Fosco (Storia de nu matto)' inaugura la stagione teatrale Magnifico Visbaal 2017/18 In primo piano

In occasione del secondo anniversario dell'alluvione e ad una settimana dall'inaugurazione del nuovo spazio culturale in via Fimbrio (rione Triggio), il Nuovo Magnifico Visbaal Teatro celebra la sua rinascita con un'anteprima della stagione Magnifico Teatro 2017/18, uno spettacolo di repertorio molto apprezzato in tutta Italia.

L’appuntamento è per  sabato 14 ottobre, alle 21.00, con Fosco (Storia de nu matto), spettacolo ispirato a “lu Frasulino”, brano dialettale assolutamente sconosciuto di Domenico Modugno, che mescola la narrazione teatrale a momenti musicali scavando nella tradizione popolare dell'entroterra meridionale.

“Fosco lu matto” è un personaggio ai margini, il pazzo/buffone che tutti deridono, sempre insultato e bastonato, un disadattato che brucia solitudine. Prima era uno come gli altri, con un lavoro, una casa, una vita monotona e integrata nella comunità, ma un giorno impazzisce e diventa “lu scemo de lu pese” e nessuno si chiede il perchè anzi, pare che per tutti sia meglio così... Sullo sfondo le immagini di un paesino del sud non meglio identificato, un contesto in cui la durezza della vita, la difficoltà dell’ignoranza danno corpo alla storia de “nu povero cristo”.

Lo spettacolo, una produzione Magnifico Visbaal Teatro, scritto e diretto da Peppe Fonzo, si avvale delle musiche di Flavio Feleppa

Ingresso a sottoscrizione.

E' gradita la prenotazione.

Info: 331 223 2691 - 333 63 04 056 - www.magnificovisbaal.it

Note di regia

“Ma lu Fosco… ma chi era?

Lo scemo de lu paese che se presentava sempre alla stessa ora la sera. Quanno arrivava se metteva mmiezo a la chiazza e faceva ridere… Tutti erano contenti e se divertivano come mmatti,

ma lui non rideva mai…”

 E' un lavoro dedicato al mio pro zio: Peppe Lu Negus, lu scemo di Casalbore (paese originario di mia madre arroccato su una montagna nell'entroterra sannita, che confina con la Puglia), luogo al quale si ispirano ambientazioni, episodi e inflessione dialettale.

Peppe lu negus era un inavvicinabile, che viveva con il suo asino a cui solo rivolgeva la parola. Quando mi raccontavano di lui, sentivo un profondo senso di misericordia misto ad ammirazione: un uomo isolato che sceglieva l'isolamento mentale per sfuggire alla desolazione dell'isolamento geografico. Chissà cosa pensava? Che vita aveva fatto prima di diventare Lu Negus? Era davvero “pazzo” o semplicemente interpretava un ruolo? Mescolando le sensazioni di un bambino a testimonianze raccolte e romanzate, ispirandomi alla durezza della vita contadina del dopoguerra con i racconti veristi, nasce “Fosco”, “nu cunto musicale” disarmante nella sua voluta semplicità.

Un attore e un fisarmonicista si alternano in una commistione sonora, linguistica e fisica, accompagnano lo spettatore in un percorso che odora di cenere, di pietra, di terra, di sale e di fatica, dove le note del musicista e la voce dell’attore creano momenti comici, drammatici, malinconici e surreali.

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