Lunedì 21 e martedì 22 novembre al Teatro Massimo di Benevento va in scena 'Una festa esagerata!' di Salemme In primo piano

Lunedì 21 e martedì 22 novembre prossimi, al Teatro Massimo di Benevento, alle 20.45, la Diana Oris presenterà Una festa esagerata! una nuova commedia scritta, diretta e interpretata da Vincenzo Salemme con Nicola Acunzo, Vincenzo Borrino, Antonella Cioli, Sergio D'Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Giovanni Ribò, Mirea Flavia Stellato.

Le scene sono di Alessandro Chiti, i costumi di Francesca Romana Scudiero, le musiche di Antonio Boccia ed il disegno delle luci di Francesco Adinolfi.

“Una festa esagerata! nasce da un'idea che avevo in mente da tempo - scrive Vincenzo Salemme nelle note di regia -  uno spunto che mi permettesse di raccontare in chiave realistica e divertente il lato oscuro e grottesco dell'animo umano.

Non dell'umanità intera ovviamente, ma di quella grande melassa-massa dalla quale provengo, quel blocco sociale che in Italia viene definito piccola borghesia.

Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell'ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza.

Sopravvivenza alle “chiacchiere”, alle “voci”, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini.

E sì, perché vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda.

Non è la prima volta che questo ventre antico del nostro paese viene messo in commedia, ma l'idea dalla quale parto mi sembra molto efficace in questo momento storico fatto di conflitti internazionali, guerre di religione e odi razziali.

La barbarie, temo, nasconda sempre dietro un alibi.

Ognuno trova sempre una buona ragione per odiare l'altro.

Ma quel che temo ancora di più é l'odio che si nasconde dietro il velo sorridente della nostra educazione.

Temo il buio del nostro animo spaventato.

Temo la viltà dettata dalla paura. Temo il sonno della ragione.

Spero che questa commedia strappi risate e sproni al dialogo. Un dialogo tra persone. Che si rispettano e, seppure con qualche sforzo, provino a volersi bene”.

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