M5S, il docente Baldini a Benevento per dire no alla riforma costituzionale In primo piano

Nella Sala Virgineo del Museo del Sannio il Movimento 5 Stelle di Benevento ha avviato la campagna referendaria per il No alla riforma costituzionale.

Nicola Sguera, che ha coordinato i lavori, ha ricordato il paradosso di sedicente blocco di riformatori che fa dell’Italia l'unico Paese al mondo in cui una legge elettorale entra in vigore ma viene rifatta prima che abbia mai regolato una sola elezione.

Al tavolo è stato invitato il prof. Amerigo Ciervo, presidente dell’ANPI Sannio, che ha spiegato come i media governativi abbiano completamente stravolto le posizione dell’Associazione nazionale partigiani, compattamente schierata per il NO, a difesa di una Costituzione il cui collante è l’antifascismo, Costituzione che dovrebbe essere ancora attuata in molti suoi aspetti.

Marianna Farese, capogruppo del M5S nel Consiglio comunale di Benevento, ha sottolineato, utilizzando S. Tommaso, il rischio di una degenerazione della democrazia italiana con la costruzione di un sistema dalle venature autoritarie, e ha invitato tutti ad essere partecipi ad una battaglia doverosa.

Il prof. Vincenzo Baldini, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, ha ribadito spesso che il suo sarebbe stato un intervento “scientifico” e non politico, da “scienziato della Costituzione”. La sua riflessione ha prima stigmatizzato il metodo scelto dai riformatori, che hanno portato avanti una riforma “organica” della Carta con le procedure pensate per la revisione semplice, per altro dimenticando come la sentenza della Corte Costituzionale rendesse il Parlamento attuale poco legittimato ad un’operazione di tale portata.

Per quanto riguarda i contenuti, ha parlato di una «riforma scomposta», confrontandola a quanto prodotto, invece, da Commissioni come la “Bozzi”, capaci di produrre materiali che andrebbero ripresi e studiati. In particolare il prof. Baldini si è soffermato sulle contraddizioni del Senato previsto dalla Boschi, che crea un ibrido sospeso tra competenze nazionali e locali. Per altro, tale Senato verrebbe eletto con un metodo pieno di falle (una su tutte: i comuni metropolitani non avrebbero alcuna garanzia di partecipazione) che produrrebbe una inevitabile schizofrenia in consiglieri/senatori costretti a ricoprire ruoli assolutamente eterogenei. Inoltre tale scelta sembra contraddire l’art. 5 della Costituzione che auspica l’ampliamento delle autonomie locali. Baldini ha poi posto un interrogativo provocatorio: se la maggioranza del Senato fosse di segno opposto a quello del Governo non ci sarebbe il serio rischio di stallo istituzionale, a fronte della mancanza di un organo di mediazione fra le due Camere?

La critica sostanziale, però, riguarda il modello complessivo che la riforma Boschi delinea: una democrazia “decisionista” e non “decidente” che, pur non essendo un modello eversivo, riduce lo spazio della discussione e del confronto. Dunque, il vero convitato di pietra della polemica odierna è il parlamentarismo.

Abbandonando per un attimo l’analisi dei “fatti”, Baldini ha fatto una previsione che riguarda la legge elettorale pensata insieme alla riforma, e immaginando una sua bocciatura da parte della Corte Costituzionale.

La conclusione è stata amara: chiunque vincerà la battaglia referendaria, ci sarà una vittima, la Costituzione stessa come elemento fondante dell’inclusone, come bene intrinseco dell’identità nazionale. Poiché «la lotta politica non è razionale» sarebbe stato opportuno, soprattutto da parte dei promotori della riforma, non creare un terreno di scontro ma di confronto e mediazione.

Prima degli interventi dei partecipanti, che hanno posto al professore domande sul che fare o invitato ad una massiccia mobilitazione, Nicola Savoia, a nome del comitato “Articolouno”, ha sottolineato come la “controriforma” sia tale perché sottrae, non amplia i diritti, e come i reali mandati di essa siano coloro che vogliono, in tutta Europa, la fine delle Costituzioni antifasciste, per facilitare le decisioni prese, nelle segrete stanze, dal ceto partitico.

Nelle prossime settimane il M5S e il Meetup “Grilli Sanniti” spiegheranno ai cittadini il significato e i rischi della riforma Boschi sul Corso Garibaldi, al mercato, al Rione Libertà, al Rione Ferrovia. Sono già in calendario incontro con parlamentari (Carlo Sibilia), europarlamentari (Piernicola Pedicini), filosofi (Diego Fusaro). Particolarmente atteso il ritorno in città dell’ex magistrato Ferdinando Imposimato.

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