Maria Valeria Zazo, sublime figura dimenticata del Sannio beneventano In primo piano

Una sua foto campeggia in una pagina della rivista SAMNIUM di Gennaio-Dicembre 1998, num. 1-4. È un disegno a matita, in cui la signora Maria Valeria Zazo, sposata Guglielmi (Napoli 1920 - Avellino 1998), viene ritratta in posa assorta, con lo sguardo intenso rivolto al suo interlocutore, sorriso appena accennato, folta capigliatura, un crocifisso al collo.

Quella stessa immagine abbiamo trovato in un quadro molto bello, in una piovosa giornata di febbraio, durante uno dei nostri pomeriggi di studio presso la Biblioteca Provinciale di Benevento. Ma essa non è collocata in un posto d’onore, come converrebbe allo spessore del personaggio, bensì in un angolo di cui nessuno si accorge, entrando, a destra della guardiania.

Ci dicono che nessuno, o quasi, sappia chi è. Nemmeno coloro che, traendo questo bel quadro dai piani superiori, per abbellire un angolo altrimenti spoglio, lo hanno collocato in quella infelice posizione.

Segno dell’incultura e della decadenza dei tempi. Ancora più triste, dal momento che questa immagine è ospitata in uno dei luoghi di cultura per eccellenza della nostra città, ovvero quella Biblioteca che oggi custodisce l’archivio appartenuto ad Alfredo Zazo, papà proprio di Maria Valeria, al quale tutta la cultura beneventana deve molto. Scrittore prolifico, laureato in Legge, Lettere, Filosofia e quasi laureato in Medicina (gli mancavano solo due esami), sindaco della città nel 1952, egli fu anche fondatore e direttore del Museo del Sannio. Ma i suoi meriti sono innumerevoli ed è qui difficile elencarli.

Maria Valeria era figlia di Alfredo e di Giulia Guglielmi, anch’ella donna di lettere e autrice.

Chi era, dunque, Maria Valeria Zazo?

Diplomata al Liceo Classico e quindi al Conservatorio di Musica San Pietro a Majella con il massimo dei voti, Maria Valeria Zazo studiò recitazione, arte scenica e danza classica.

Vincitrice in un concorso per musica da camera presso la Rai di Napoli, debuttò in premio nell’opera Bohème al teatro Rossini di Pesaro.

Si è esibita in Italia e all’Estero. È stata raffinata poetessa, conseguendo numerosi riconoscimenti (consistenti in medaglie o targhe d’oro) in premi poetici nazionali.

È stata accademico associato dell’Accademia Tiberina di Roma nel 1972, Socia della Legion d’Onore di Roma e Membro dell’Accademia delle Scienze e delle Arti. A Salerno, dove si trasferì al seguito del marito, il noto cardiologo Cesare Guglielmi, ella fu socia fondatrice della locale Fidapa.

Abbiamo scritto alla Fidapa di quella città. Ancora oggi, le socie conservano un ricordo affettuosissimo, carico di ammirazione, per la signora Guglielmi Zazo. Sempre a Salerno, ella fu anche tesoriere dell’Associazione “Amici della musica”.

Siamo andati dunque in Biblioteca. Ed abbiamo letto le bellissime poesie di questa artista completa e signora d’altri tempi. Parole di una musicalità unica, a cui nessuna serata culturale ha pensato ancora, nella nostra città, di dedicare una lettura ed un ricordo.

“Versi come acqua limpida, policromi come fiori” scriveva di lei Mario Tilgher sul Roma.

Peccato che in un luogo deputato alla ricerca e alla divulgazione della cultura, una personalità come quella di Maria Valeria Zazo sia stata posta così in ombra. In un posto che certo non le fa onore, privo com’è, tra l’altro, anche di una semplice targhetta che almeno ne riporti nome e cognome.

Una barbarie. Una imperdonabile trascuratezza che, proprio in quel luogo, suona come uno sfregio alla cultura e alla memoria cittadina, oltre che alla mirabile figura di questa donna.

LUCIA GANGALE

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