Mastella: ''Sono pronto a sfidare De Luca'' In primo piano

Le Regionali della primavera del 2020 sembrano ancora lontane, prima nel 2019, bisogna andare al voto per il rinnovo del Parlamento Europeo, ma, intanto i posizionamenti per il successore di De Luca sono già iniziati. Del resto, il ruolo di Presidente della Regione è fondamentale soprattutto in Campania.

Così, sono cominciate a circolare le prime voci su una possibile scesa in campo di Clemente Mastella che, in tal modo, andrebbe a chiudere un cerchio della sua lunga carriera, in cui niente gli è mancato: sindaco del suo paese, Ceppaloni, parlamentare nazionale, sottosegretario, ministro, parlamentare europeo, primo cittadino del capoluogo.

Insomma, gli è mancato soltanto un seggio in seno alla Provincia, ed appunto quello di consigliere regionale o presidente della Regione. Ora il cerchio potrebbe davvero chiudersi!

Ed i suoi possibili avversari?

Indubbiamente l’attuale “governatore” De Luca, che in questi ultimi giorni avrebbe riottenuto l’appoggio del Partito Democratico dopo un periodo di gelo e di forti frizioni, poi il sindaco di Napoli De Magistris che già sta provando a mobilitare le forze disperse della sinistra e vorrebbe rivolgere l’occhio al Movimento 5 Stelle che, però, sembra non essere convinto dell’ex magistrato oramai datosi alla politica. Così in ambienti del centrodestra è cominciato a venire fuori il nome di Mastella, mentre Forza Italia ha iniziato a fare shopping nel “parlamentino” regionale ed è pronto l’ingresso di tre o quattro nuovi consiglieri, forse proprio in vista delle elezioni del 2020.

Naturalmente, però, per tentare di sradicare De Luca ci sarà bisogno di un centrodestra coeso ed unito (ad iniziare dalla Lega di Salvini) ed il difficile, forse, è proprio questo.

Con noi Mastella, per la prima volta, è quasi uscito allo scoperto.

“Ho sempre chiarito - ci dice - che non sono interessato a prospettive di carriera politica, quindi il richiamo ad una sfida tanto importante non mi lusinga sul piano del prestigio, per quanto questo sia innegabile. Sarebbe bello avere per una volta alla guida della Regione un rappresentante

delle aree interne, magari un beneventano. Quindi, se ci fossero le condizioni, perché no. D’altra parte Benevento è l’unico capoluogo campano guidato dal centrodestra, ci prepariamo per dare battaglia per guidare anche la Provincia dove si voterà a fine ottobre, e da queste premesse una cosa è certa: all’interno del centrodestra questa volta il Sannio vuol far sentire la sua voce. Per me sarebbe una sorte di prosecuzione del mandato amministrativo da sindaco, su scala più ampia.

Comunque, nonostante sia un riconoscimento anche di autorevolezza essere indicato tra i papabili al ruolo di Governatore, confermo che non è tra le mie preoccupazioni. Per ora continuo a pensare ai problemi della città.

Non le farebbe piacere essere considerato il candidato delle zone interne della Campania, fino ad ora troppo dimenticate da De Luca?

Sarebbe, indubbiamente, una spinta formidabile, che potrebbe fornire alla politica una opportunità per dimostrare efficacia ed il reale governo del territorio, sulla base di esperienze amministrative e capacità di selezionare classe dirigente. Insomma, ribaltare un po’ i limiti che la politica ha mostrato e che hanno favorito i movimenti populisti.

Sulla sua eventuale corsa peserebbe, però, l’autocandidatura di Caldoro, che si è già presentato con un curriculum da capo dell’opposizione ed ex Presidente.

La scelta del migliore candidato non si limita ad una mera questione di esperienza. Anche io ne ho accumulata un po’ ma non mi verrebbe mai in mente di presentarla come valore insuperabile, perché non siamo ad una selezione per titoli ma alla sfida per il rilancio della Campania. Nel centrodestra non devono esistere rendite di posizione, altrimenti finiremmo come il Pd. Le consultazioni primarie potrebbero essere un’opzione alla quale nessuno potrebbe muovere obiezioni.

Recentemente ha partecipato al congresso di FI a Fiuggi: che idea si è fatto sulla ricostruzione del partito, che ha bisogno di ricompattarsi anche in Campania e nel Sannio, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con la Lega di Salvini?

La forma partito ha subito negli ultimi tempi repentine evoluzioni. Forza Italia con la sua struttura leggera e la capacità di connettersi su questioni cruciali come la giusta tassazione, la sicurezza dei cittadini o il sostegno all’imprenditoria, ha mostrato, prima di chiunque altro, la capacità di sapersi connettere con i cittadini con moderne forme organizzative. Oggi, più che equilibri di rapporti all’interno dei partiti o tra di loro, c’è necessità di riscoprire questa connaturata vocazione a prospettare forme alternative di governo. Una piattaforma di azioni di programmazione che, nei cinque anni di mandato e per gli anni successivi, sappia invertire una rotta. La dicotomia citata tra aree interne e fascia costiera è un esempio calzante.

A Telese Terme nei giorni scorsi si è svolta la festa del Pd sannita, con De Luca che da una parte ha infarcito di invettive i dirigenti sanniti e dall’altra ha ribadito di aver salvato la Sanità nella nostra provincia.

E’ un po’ singolare l’idea che il Governatore abbia salvato la Sanità dagli effetti del piano regionale. Piuttosto, anche alla luce delle ramanzine fatte al Pd locale, credo che manchi un rapporto costante con questo territorio. Mi dispiace, però ci può anche stare, che il Governatore sia venuto nel Sannio per la prima volta dopo oltre due anni e nessuno gli abbia mai fatto comprendere che dietro i numeri della Sanità sannita ci sono persone e servizi. E questo è grave. Io credo che De Luca queste mancanze, poi pagate dalla sua amministrazione, abbia voluto far pesare sul Pd sannita.

La senatrice De Lucia, che ha rivendicato la bontà dell’emendamento

al Mille-proroghe, ha dichiarato inutile un incontro con lei per discutere dell’argomento, ha fortemente criticato le proteste ed i piagnistei dei sindaci, giudicati inutili, pretestuosi e fuori luogo.

Credo che il rappresentante di uno dei cinque capoluoghi della Campania, sempre e su ciascun argomento riguardi il suo territorio, vada ascoltato. Non Clemente Mastella o chi ricopre la carica in quel momento, il primo cittadino di Benevento, eletto e non nominato, può segnalare un’esigenza e prospettare una soluzione più giusta per la sua comunità: è una una questione di cultura istituzionale che è un po’ come il coraggio di Don Abbondio, se non ce l’hai non te la puoi dare. Mi limito a sottolineare che sull’argomento si sono trovati unanimi i sindaci di tutta Italia, di ogni colore politico finanche quelli dei 5 Stelle hanno alzato la voce. Altro che piagnistei, se non vogliono parlare con gli altri si parlassero almeno tra di loro. Sempre se gli è consentito, ovviamente.

Ora c’è la rottura tra ANCI e Governo, con la conseguenza che un intervento dei TAR sembra inevitabile. Anche Benevento seguirà questa linea e darà battaglia?

Benevento seguirà convintamente questa posizione, anzi saremo in prima linea. L’Ufficio Legale si sta già muovendo.

A proposito, i tanti rappresentanti eletti in Parlamento con il Movimento 5 Stelle in che modo, secondo lei stanno influendo per cercare di risolvere i problemi del Sannio?

Voglio essere indulgente e riconoscere tutti i limiti dettati dall’inesperienza, e giudicare l’inefficacia dell’azione parlamentare sul nostro territorio sarebbe esercizio agevole. Mi preoccupa, piuttosto, il mix tra la cultura istituzionale poco fa ricordata e l’incapacità ad incidere sulle emergenze territoriali. Spero che gli eletti dei 5 Stelle escano da questo vicolo cieco.

A che punto stanno le verifiche sul San Nicola e sugli edifici scolastici cittadini?

Gli uffici del Comune sono impegnati quotidianamente su queste due emergenze, ma si tratta di questioni che richiedono risorse e tempo per poter intervenire in maniera strutturale.

Soprattutto in questi ultimi mesi un problema è diventato di grande attualià: Benevento è sporca. Colpa di tanti cittadini poco civili e dei mancati controlli, o anche dell’ASIA il cui servizio, a dire di tanti, lascia molto a desiderare, sia per quanto riguarda la raccolta differenziata che per i mezzi, come le spazzatrici, che si vedono pochissimo?

Ci sono più cause. Non sono per niente soddisfatto, io per primo, dei risultati ottenuti. Bisogna fare meglio e molto di più. Tutti insieme, perché se è vero che ci sono responsabilità dell’ASIA, è anche vero che il territorio lo salvaguarda ciascuno di noi tutti i giorni.

Una iniziativa che certamente non le farà piacere: il Movimento 5 Stelle vorrebbe “cancellare” l’Ordine dei Giornalisti.

Io ho la tessera dell’Ordine, ne sono fiero, e non vorrei che fosse abolito. Vedo, anche per i rapporti quotidiani, come si è evoluta la professione, e credo che occorra una riorganizzazione delle finalità dell’Ordine Ma sembra che non sia più la stagione adatta per migliorare le cose: se qualcosa non funziona, secondo le visioni ideali, idealizzate o populiste, si cancella e si abolisce. Spesso, però, chi è mosso da questa furia innovatrice finisce per partorire rimesi peggiori del male. E’ una questione di approccio culturale, prima ancora che politico.

GINO PESCITELLI