Nella magia dell'Hortus Conclusus con l'Archeoclub di Benevento In primo piano

Camminare tra gli alberi brillanti di verde, sui ciottoli di fiume e sulle pietre calcaree, tra le simbologie omeriche, tra le facce greche e sannitiche, tra le colonne romane, all'ombra del cavallo dalla bocca dorata che svetta sul muro di cinta, è come viaggiare nella storia, nell’arte e nella natura della città antica e moderna. Una sensazione affascinante che si può vivere pienamente nell’Hortus Conclusus di Benevento.

L’occasione di penetrare in questo mondo fantastico è stata offerta domenica mattina dall’Archeoclub, guidato dal geologo Michele Benvenuto. Gli appassionati visitatori, che hanno accolto l’invito, hanno potuto compiere un percorso culturale particolareggiato nella famosa opera di Mimmo Paladino, cogliendo quei dettagli e quelle piccole lavorazioni, che a prima vista sfuggono.

L’itinerario è cominciato già fuori dal giardino, quando la “guida” Benvenuto, ha raccontato la nascita e il ruolo degli orti monastici. Poi il cammino si è diramato tra le sculture dell’artista sannita, noto nel panorama internazionale. L’Hortus ha tanti significati. Il segno prevalente è dettato dall’acqua che scorre come simbolo di vita e rinnovamento. Il grande disco, forse, rappresenta il nostro pianeta con le sue luci e le sue ombre. Qualcuno vi ha visto lo strumento lanciato dal famoso discobolo greco.

Nell’Hortus - ha detto Benvenuto - si intrecciano la romanità e l’epoca longobarda. L’oro tracciato su alcune teste indica la strada luminosa verso il futuro. Un’altra preziosità sta nella varietà delle piante ,che danno al giardino un’armonia che offre al visitatore un momento di oblio e di serenità di fronte ai rumori e al ritmo frenetico della città”. L’iniziativa è stata salutata con soddisfazione ed orgoglio dall’assessore alla cultura Raffaele Del Vecchio, che ha elogiato i promotori ed ha promesso una migliore valorizzazione.

La nostra idea è quella di affidare l’Hortus in gestione alla vicina Università del Sannio - ha annunciato l’assessore - perché dispone di un corso dedicato alla Valorizzazione dei Beni Culturali e al Turismo. Si potrebbe avviare così una start up per gli studenti, che consentirebbe di gestirlo meglio e di utilizzarlo come arena all’aperto ed anche come orto botanico”. Nel percorso culturale sono emerse alcune brutture come le scritte con pennarello indelebile che hanno imbrattato alcune sculture.

L’assessore ha ricordato il servizio del Tg Uno che puntò i riflettori su alcuni punti di degrado dell’Hortus, danneggiando l’immagine della città. “Qualcuno chiamò la Rai - ha affermato Del Vecchio - per motivi politici. Un piccolo dettaglio diventò una montagna. Se esistono le discariche a cielo aperto nel centro storico, siamo noi gli incivili. Ma l’Hortus è sempre stato un gioiello incastonato nel cuore della città, del quale dobbiamo riappropriarci”. Con lo stesso obiettivo è intervenuta la professoressa Teresa Sorice, che ha invitato tutti ad essere orgogliosi come beneventani e a far conoscere meglio i nostri tesori.

ANTONIO ESPOSITO

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