Ospedale Rummo: il Sannio dice NO al piano De Luca In primo piano

Dal blitz dei deputati “pentastellati” al Pronto Soccorso (c’era anche il capogruppo del Consiglio Regionale Ciarambino) che hanno trovato tante cose che non vanno, fino ad arrivare alla forte denuncia del capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale Francesco De Pierro: più passano i giorni e sono sempre più forti gli allarmi per il futuro dell’Ospedale “Rummo”.

Tutto questo mentre gli addii delle eccellenze mediche dal nosocomio diventano giornalieri. Sono andati via Catapano, Huscher, Falzarano, De Blasio, Franco, lasciando i rispettivi reparti in condizioni non certo ottimali, mentre, a quanto sembra, le sale operatorie sono ferme da un bel po’ di tempo per mancanza di anestesisti ed infermieri.

L’ultimo grido di dolore quello di Francesco De Pierro, fino a prova  contraria esponente di primo piano del Partito Democratico: la cardiologia è a mezzo servizio, mancano i medici e gli infermieri, il soccorso agli infartuati è a serio rischio e già funziona a rilento. Insomma,  come si capisce facilmente, uno dei servizi più importanti è oramai al collasso.

Stando così le cose c’è da chiedersi: in Regione che cosa si sta facendo per cercare di salvaguardare la salute dei sanniti, dal momento che è a rischio non soltanto il futuro del “Rummo” ma anche quello dell’Ospedale di Sant’Agata dei Goti che potrebbe perdere il Pronto Soccorso mentre il polo oncologico è ancora in mente dei?

Il governatore De Luca continua a ripetere che si tratta di strumentalizzazioni politiche, che presto sarà nel capoluogo per chiarire come stanno le cose, ma intanto questa sua venuta è stata più volte rimandata, mentre anche il Partito Democratico (come dimostra l’intervento di De Pierro) comincia ad essere molto preoccupato.

Ma al di là di tutte queste cose, l’ultimo grave appello è giunto dall’ex governatore Caldoro, che in un convegno organizzato da Forza Italia a Palazzo Mosti è stato molto chiaro: “Aprite gli occhi, sanniti, perché il  piano di De Luca è un grande furto ai vostri danni”.

Ed agitando i fogli che il commissario governativo De Luca vorrebbe approvare, Caldoro ha dato anche qualche numero: “Avendo a disposizione 1.600 posti letto da distribuire in Campania, De Luca ha pensato bene di aumentare a dismisura quelli di Salerno (+ 604 posti), ha accontentato le esigenze di Napoli (+966 posti), ha puntellato le richieste di Caserta (+ 300 posti). Dopo nulla. Per Benevento ed Avellino ha messo nero su bianco un clamoroso - 187 posti, strangolando così le zone interne, forse le più bisognose. Per Benevento i posti in meno dovrebbero essere 120, mentre continuare a tenere in vita l’Ospedale di Sant’Agata dei Goti sarà molto difficile”.

Ed ancora più chiaro Caldoro: “Basta leggere le carte, dove tutto è già scritto: Il pronto soccorso di Sant’Agata dei Goti chiuderà senza se e senza ma, il “Rummo” perderà 120 posti, che solo in parte vengono recuperati con il “polo” oncologico di Sant’Agata dei Goti, un vero e proprio  bluff”.

Intanto ora si attende che il piano giunga in Consiglio Regionale, dove certamente Forza Italia farà battaglia, come hanno assicurato sia Caldoro che il capogruppo Cesaro, presente all’appuntamento.

Naturalmente parole che hanno spinto ad essere ancora più critico  Clemente Mastella, da sempre “in guerra” contro il piano ospedaliero che, a quanto sembra, non gli è stato neanche trasmesso prima di essere inviato in Regione, come la legge espressamente prevede.

E non è mancato l’intervento della senatrice Lonardo, che ha scritto sia al governatore De Luca che al Ministro della Sanità senza avere alcuna risposta. Del resto con la situazione politica attuale in campo nazionale e regionale chi può dare risposte?

Ed allora non resta che sperare, ma è chiaro che con la salute dei sanniti non si può continuare a scherzare. Questo al di là delle contrapposizioni politiche di questi giorni. E’ una battaglia che assolutamente non si può perdere, e bene farebbe De Luca a venire  al più presto nel capoluogo per spiegare in modo chiaro come stanno le cose. Questo al di là dei partiti, perché il “Rummo” non può morire, anzi attende di essere potenziato  nonostante le eccellenze mediche che già hanno sbattuto la porta preferendo di andare a lavorare altrove.

GINO PESCITELLI