'Pago Veiano negli scritti di Paolo Cecere': il nuovo libro della giornalista Lucia Gangale In primo piano

Anche Pago Veiano ha avuto il suo letterato, il suo intellettuale di riferimento. Si tratta del maestro Paolo Cecere, nato a Fragneto Monforte il 22 dicembre 1845 e morto a Pago il 23 febbraio 1916.

È imminente, dunque, il centenario della scomparsa di questo protagonista della vita locale, che fu anche acuto giornalista, acuto osservatore della vita del suo tempo.

Fu infatti corrispondente della prestigiosa Gazzetta di Benevento, il settimanale fondato nell’Italia post-unitaria dall’avvocato Enrico Isernia e punto di incontro delle migliori menti del Sannio. Dalla penna brillante e vivace di Cecere uscirono articoli che oggi sono dei veri e propri pezzi di letteratura.

In occasione del centenario, Paolo Cecere è riscoperto in un libro della giornalista Lucia Gangale, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo “Medi” di San Bartolomeo in Galdo, che ne approfondisce la storia attraverso una ricerca documentale ed un’appassionata descrizione - accompagnata anche da alcuni suoi simpatici bozzetti - sulla vita quotidiana, sull’ambiente familiare e sulle relazioni di amicizia che il Cecere intrattenne con alcuni personaggi della sua epoca. Tra questi figurano: il senatore del Regno Nicola Polvere, i marchesi Ferdinando de’ Girardi con la sua consorte, la principessa Emmannuella Caracciolo, l’esattore Ciriaco Casalbore.

L’opera è impreziosita dalle presentazioni dello storico e saggista Andrea Jelardi, di San Marco dei Cavoti, e di Nino Capobianco, psicologo clinico nonché presidente del gruppo folk “La Takkarata” di Fragneto Monforte.

Proprio Capobianco nella sua introduzione scrive: «Vi era necessità di raccontare alle nuove generazioni del Maestro Paolo Cecere; e Lucia Gangale ha saputo rispondervi, da par suo, cogliendone in pieno tutti i tratti di personalità, descrivendone momenti di vita familiare e professionale, raccogliendo i suoi scritti, mostrando le suggestive foto dell’epoca, di per sé già cosa abbastanza rara, analizzando eventi di vita in una cronologia interessante e davvero esplicativa».

Invece, Andrea Jelardi dice: «Benché la storia insegni che nemo propheta in patria, a Pago Veiano si andò infatti anche oltre facendo sì che, nei confronti di Cecere e di altri illustri personaggi della storia recente, prevalesse un atteggiamento di manifesto disinteresse determinato dalla malintesa concezione del progresso e della democrazia che, trovando qui terreno ancor più fertile rispetto ad altri centri, rinnegò con forza gli antichi e vecchi retaggi credendo così di raggiungere un presunto livellamento sociale ed economico dopo secoli di diseguaglianze ma ottenendo, concretamente, solo la desolante cancellazione di gran parte delle testimonianze storiche, sociali e culturali invece fondamentali per il progresso e la coscienza della collettività. (…) Si è agito cioè sulla scia di un’atavica rivalsa sociale malcelata dietro le calamità sismiche del 1962 e del 1980 o le più recenti carenze di fondi e così, congiuntamente a motivi spesso meramente politici e opportunistici, si è stimato più conveniente abbattere piuttosto che restaurare, oppure ignorare invece di ricordare».

L’autrice ha già dedicato altri due libri al paese di cui è originaria per parte materna: Pago Veiano antica terra del Sannio e Pago Veiano nelle biografie d’epoca.

Gangale adesso si cimenta nel genere biografico, andando a colmare un vuoto finora esistente nella scarna bibliografia locale (la quale, anzi, spesso ha ripreso testi e foto che l’autrice ha raccolto in lunghi anni di ricerche ed interviste).

Lucia Gangale, nella sua presentazione alla vita ed all’opera di Paolo Cecere, scrive: «Ho visto Cecere alla scrivania della sua casa, intento a correggere i compiti dei suoi alunni della scuola elementare, oppure a redigere articoli e racconti per l’autorevole Gazzetta di Benevento, il giornale locale più longevo della Benevento post-unitaria, durato dal 1864 al 1928, e luogo di incontro ed espressione della migliore intellettualità cittadina, diretto dall’avvocato Enrico Isernia, autore, fra l’altro, di una monumentale e dimenticata “Istoria della città di Benevento”.

E più le mie ricerche sono continuate su quei fogli ingialliti dal tempo, nella Biblioteca Provinciale del Corso Garibaldi a Benevento, nella afosissima estate 2015, di ritorno dal mio periodo di lavoro in Piemonte, e più Paolo Cecere mi è sembrato familiare, tanto da figurarmelo nelle sue faccende quotidiane, alle prese con il lavoro e con la famiglia in quel di Pago Veiano, paese non di nascita, visto che lui era originario di Fragneto Monforte, ma di adozione. Paese nel quale volle vivere con la famiglia (padre, madre, due sorelle ed un fratello) ancora prima di intraprendervi l’insegnamento».

Il libro riporta una serie di articoli sulla vita sociale e mondana di Pago Veiano e di alcuni paesi limitrofi (in particolare descrizioni di feste paesane), nonché articoli di cronaca nera. Vi sono anche racconti del Cecere, di ispirazione romantica, e lunghe note di riflessioni e proposte sul mondo della scuola e sulle misere condizioni di vita dei maestri. Il libro è arricchito da note, spigolature e curiosità e termina con un articolo scritto dal professor Nicola De Palma, cultore di storia locale, per la rivista fragnetana “Farnetum”, in occasione dell’intitolazione dell’oratorio parrocchiale al nome di Paolo Cecere, che come ultimo atto di amore e di generosità per il paese di adozione donò la sua casa sita in corso Margherita. La cerimonia di intitolazione fu fortemente voluta dall’allora arciprete, don Ugo Della Camera, altro fragnetano illustre, l’8 dicembre 1987.

Infine tante fotografie, di Pago e Fragneto Monforte, e disegni dell’autrice, come già detto, completano l’opera, unica nel suo genere, e che si potrebbe proporre al pubblico dei giovani lettori di Pago Veiano, insieme alla conoscenza delle altre personalità di cui il paese può fregiarsi.

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Pago Veiano negli scritti di Paolo Cecere - Pagg. 120 - Youcanprint Self-Publishing - Euro 12,00 - ISBN 9788893210744

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