Palcoscenico Duemila ricorda Luca De Filippo. La commedia 'Non ti pago' va in scena in un'atmosfera di tristezza e nostalgia In primo piano

Tutti in piedi, a fine spettacolo, ad applaudire Luca De Filippo, come se fosse ancora in mezzo agli attori della sua compagnia. L'immagine del figlio di Eduardo, scomparso a Roma per una grave e veloce malattia, ha accompagnato tutta la commedia, “Non ti pago”, andata in scena al Teatro Massimo di Benevento, appena il giorno dopo i funerali del grande artista. Perché lo spettacolo deve continuare. Tutti gli attori hanno dato lustro e nuovo smalto ad una delle commedie più popolari del repertorio eduardiano, che lo stesso autore definiva “una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia mai scritto”.

Lo stesso Luca, pochi giorni prima di morire, aveva affidato il ruolo del protagonista a Gianfelice Imparato, che si è calato nella parte con maestria, strizzando un po’ l’occhio al maestro Eduardo. La vicenda si svolge nella Napoli delle superstizioni e delle credenze popolari. Nei vicoli poveri della città tutti aspettano un colpo di fortuna per una vita migliore. La speranza più grande è una vincita al lotto. Da una parte c’è Ferdinando Quagliulo, titolare di una ricevitoria, che impegna molti soldi nel gioco, ma senza fortuna. Dall’altra c’è il giovane Mario Bertolini, un semplice garzone di quella bottega che è “troppo fortunato”, tanto da suscitare l’invidia del padrone don Ferdinando.

Il dissidio tra i due esplode quando Bertolini azzecca una quaterna ed una vincita di quattro milioni di lire. Tutto è dipeso da un sogno nel quale il padre di Ferdinando, morto due anni prima, apparendo al giovane gli ha dato i quattro numeri vincenti che sono 1,2,3 e 4 da giocare sulla ruota di Napoli. L’apparizione, però, è avvenuta nella vecchia casa del titolare, dove oggi abita Bertolini. “Mio padre pensava che in quel letto ci fossi io - ribatte Ferdinando - perciò quei numeri li voleva dare a me e la vincita spetta a me”.

La testardaggine del padrone, convinto di avere ragione, provoca un grande scompiglio in famiglia, perché nel frattempo Bertolini si è fidanzato con la figlia di Ferdinando. Per risolvere la diatriba vengono chiamati un avvocato ed un prete, ma ad ingarbugliarla arrivano alcuni vicini di casa che si intromettono con nuove rivelazioni scaturite dai sogni. La fortuna sta per trasformarsi in tragedia. Tutti sono contro Ferdinando, che per questo si convince a consegnare al giovane il biglietto vincente. Ma lo fa con una terribile maledizione davanti al ritratto del padre defunto.

Bertolini deve passare quattro milioni di guai. Così succede che quando il giovane prova a ritirare la vincita subisce una serie interminabile di disavventure, viene preso a bastonate sull’autobus da uno sconosciuto, finisce in galera per un presunto furto, si rompe un braccio e va in ospedale. Per fermare le disgrazie, alla fine, si decide a riportare il biglietto a Ferdinando, riconoscendo che spetta a lui. Così il padrone, soddisfatto della vittoria, acconsente al matrimonio di Bertolini con la figlia, alla quale lascia in dote i quattro milioni della vincita al lotto.

La commedia si conclude felicemente, ma quanta fatica è costata la ritrovata armonia della famiglia. La compagnia, creata da Luca De Filippo, è composta da Carolina Rosi, Nicola di Pinto, Massimo De Matteo, Giovanni Allocca, Federica Altamura, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Andrea Cioffi, Viola Forestiero, Paola Fulciniti. Le musiche sono del maestro Nicola Piovani.

ANTONIO ESPOSITO

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