''Panino libero'', Del Prete: ''Nessuna nuova emergenza''. Pd: ''Comune non si amministra come condominio'' In primo piano

Come era prevedibile, dopo la decisione del Consiglio di Stato sul cosiddetto “panino libero” - che di fatto ha respinto l’appello del Comune di Benevento confermando così la decisione del Tar Campania del 13 marzo scorso - gli esponenti di maggioranza e di opposizione al Comune di Benevento si affrettano nel tirare acqua al proprio mulino con lunghe note stampa.

Se l’assessore Del Prete parla di “nessuna nuova emergenza” e intanto annuncia la convocazione di un tavolo di concertazione, il Gruppo Consiliare Pd, dal canto suo, sottolinea come un Comune non possa essere amministrato alle stregua di un condominio “dove basta avere una maggioranza per far passare la propria linea senza un minimo di confronto e condivisione”.

Rossella Del Prete, assessore all’Istruzione Comune di Benevento

“Il Consiglio di Stato si è finalmente espresso, con sentenza n. 5156/18, in merito alla questione del “panino libero”, respingendo il ricorso in appello del Comune di Benevento.

A prescindere da ogni valutazione o interpretazione di tale sentenza, speriamo sia questo l’atto finale di una lunga e tormentata querelle tra Amministrazione comunale ed una parte dei genitori delle scuole cittadine.

La decisione del Consiglio di Stato  conferma, di fatto, la sentenza già emessa dal TAR a marzo scorso e puntualmente applicata nelle scuole cittadine. Nessuna nuova emergenza dunque, se non la necessità, richiesta con una certa  chiarezza dal Consiglio di Stato, di salvaguardare l’autonomia dei dirigenti scolastici, ribadendo le loro responsabilità in merito al rispetto di esigenze di salubrità ed igienicità dell’attività in questione. Nulla di nuovo, era già così da tempo e ancor di più da marzo scorso, quando ripartì, su indicazione del TAR Campania il regime del “panino libero”. Regime già sperimentato l’anno precedente su indicazione dello stesso sindaco Mastella e che, almeno in quell’occasione, si rivelò fallimentare. In merito alla questione, il Comune di Benevento, in questi ultimi due anni, ha solo ottemperato ad uno dei suoi doveri principali: garantire servizi scolastici di qualità agli alunni delle Scuole primarie cittadine.

Non possiamo dire che l’impresa non sia riuscita, nonostante corsi e ricorsi “storici” e giudiziari, pignoramenti, delibere e “contro delibere”, una quantità infinita di atti amministrativi e il tentativo, non facile, di instaurare un dialogo positivo, costruttivo e proficuo con tutti i cittadini di Benevento. Tra questi va ricordato il personale della Scuola (compresi i tanti docenti in organico grazie all’attivazione del tempo pieno, comprensivo di quel tanto dissacrato tempo mensa/tempo scuola), i dipendenti della Mensa - rimasti per mesi senza lavoro e poi riassunti tutti dalla Ditta che ha rilevato l’appalto -, i tanti genitori (quelli desiderosi di un servizio di ristorazione scolastica regolare e controllato, e quelli che con forza hanno rivendicato il loro diritto a gestire personalmente l’alimentazione dei propri figli anche a scuola), i tanti dipendenti comunali costretti a lavorare sotto pressione per l’urgenza di produrre atti amministrativi utili più a far fronte ai ricorsi in tribunale che all’ordinaria attività amministrativa.

L’Amministrazione comunale, dunque, nel tentativo di salvaguardare i diritti di tutti, si è adoperata - per come ha potuto - per garantire anche il servizio di ristorazione scolastica, che resta un servizio a “domanda individuale”. Ciò non significa “garantire alla ditta appaltatrice gli incassi stabiliti nel capitolato d’appalto”, come qualcuno ha voluto frettolosamente semplificare, ma più semplicemente che, laddove la “domanda individuale” dovesse limitarsi a “pochi individui”, la sostenibilità economica dell’erogazione di tale servizio da parte del Comune verrebbe a cadere. Ciò impedirebbe ad un numero considerevole di genitori, decisamente più numeroso di quelli che hanno contestato con forza il famoso Regolamento, di fruire di un servizio utile, comodo, controllato e, dunque, di qualità.

La sentenza del Consiglio di Stato, nel ribadire l’autonomia dei dirigenti scolastici, non sembra limitare il loro potere di regolare il servizio di refezione scolastica sulla base dell’opzione del tempo pieno: quel tempo mensa, al momento, sembra restare un tempo scuola poco valorizzato. Eppure, educare i bambini ad un’alimentazione corretta sul piano igienico-nutrizionale, ad un comportamento che non è soltanto individuale, ma che diventa sociale e ricco di nuove e future implicazioni, resta, per quanto mi riguarda, una questione ampiamente disattesa dai vari attori di questa lunga e tormentata querelle, a livello locale così come a livello nazionale.

Oggi, il Comune di Benevento, può offrire un servizio di ristorazione scolastica pubblica, a basso costo e ad alto livello qualitativo, al quale lo scorso anno, nel pieno della tempesta di ricorsi, hanno aderito oltre 1.200 scolari. Con l’avvio del nuovo anno scolastico siamo ora pronti a ripartire, senza nuovi ritardi, il prossimo 1° ottobre. Le iscrizioni al servizio sono già aperte e grazie al contributo del dirigente e dell’Ufficio Istruzione, siamo riusciti a potenziare il sistema di gestione informatica di tutti i servizi scolastici. Si è partiti proprio dalla mensa e da fine agosto le iscrizioni al servizio mensa possono essere fatte on line, direttamente da casa. Il sistema di rilevazione informatica dei dati semplifica e certifica anche il controllo dei vari pagamenti e, utilizzando un invio sincronizzato di sms direttamente ai singoli interessati, comunica facilmente avvisi, scadenze ed eventuali dimenticanze.

Domani, alla presenza del sindaco Clemente Mastella e del dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Monica Matano, si terrà un tavolo di concertazione con tutti i dirigenti scolastici degli Istituti Comprensivi e i referenti dei Settori Istruzione e Lavori Pubblici del Comune di Benevento. Tutti i lavori di concertazione tra Amministrazione Comunale e Dirigenze Scolastiche hanno sempre beneficiato di un clima di grande collaborazione e non hanno mai sottovalutato il valore educativo del tempo pieno, così come non hanno mai minimizzato il valore occupazionale del sistema “tempo pieno”, determinante per il personale docente, ma anche per il personale mensa.

L’anno scolastico 2018-19 è ormai iniziato, ci prepariamo ad accogliere al meglio i tanti piccoli studenti che animeranno le scuole cittadine. A loro ed a tutto il personale della Scuola, l’augurio di un felice e gratificante anno scolastico”.

Gruppo Consiliare Partito Democratico al Comune di Benevento e Segreteria Cittadina Partito Democratico Benevento

“Non si contano le nostre sollecitazioni e i nostri suggerimenti sulla mensa, sin da quando si è insediata l’amministrazione Mastella. Tutti appelli puntualmente rimasti inascoltati. Ora che il Consiglio di Stato, con sentenza n. 5156/18, ha respinto l’appello del Comune di Benevento relativamente alla nota questione del cosiddetto “panino libero” e confermato la decisione del Tar Campania del 13 marzo scorso, di certo nessuno può dire che non fossero stati avvisati. Eppure, nonostante tutto, sono andati avanti a testa bassa nella convinzione di essere nel pieno della ragione rispetto ad un regolamento che disciplina il servizio di refezione scolastica già definito dal Tar Campania “illegittimo, accentratore ed autoritario”.

Sono arrivati testardamente fino al Consiglio di Stato per un mero capriccio, nonostante gli avessimo più volte rappresentato l’illegittimità dell’adottato e approvato regolamento comunale poi bollato dall’organo di secondo grado della giustizia amministrativa come “limitativo della libertà personale degli individui”. Come se non bastasse, i magistrati hanno qualificato la decisione di vietare agli alunni che hanno optato per il pasto da casa di sostare nei locali della scuola “non supportata da concrete e dimostrate ragioni di pubblica salute e igiene né commisurata ad un ragionevole equilibrio”.

Per il Consiglio di Stato il suddetto regolamento, non condiviso a suo tempo neppure dall’assessore al ramo Del Prete (che per sua stessa ammissione ella “non avrebbe mai avallato né approvato”) “limita una naturale facoltà dell’individuo - afferente alla sua libertà personale - e, se minore, della famiglia mediante i genitori, vale a dire la scelta alimentare: scelta che - salvo non ricorrano dimostrate e proporzionali ragioni particolari di varia sicurezza o decoro - è per sua natura e in principio libera, e si esplica vuoi all’interno delle mura domestiche vuoi al loro esterno: in luoghi altrui, in luoghi aperti al pubblico, in luoghi pubblici”.

Addirittura la sentenza in questione sta già facendo giurisprudenza sul piano nazionale in favore di tutti quei genitori che intendono mandare i propri figli a scuola con il pasto preparato da casa. Ora le scelte di amministratori locali e dirigenti scolastici dovranno necessariamente essere orientate verso la contemplazione del pasto da casa. Siamo di fronte all’ennesimo, clamoroso autogol da parte della Giunta Mastella, che sulla mensa (e non solo…) è stata sistematicamente contraddetta e smentita dagli organi preposti, siano essi l’Autorità nazionale Anti Corruzione (come accaduto esattamente un anno fa sulle procedure di assegnazione del capitolato speciale d’appalto e il disciplinare di gara), il Tar Campania e il Consiglio di Stato.

Questa amministrazione sull’argomento mensa è stata evasiva, lacunosa e supponente sin dal suo insediamento: non ha mai fornito argomentazioni a supporto delle proprie azioni ed ha deliberatamente scansato ogni consiglio, domanda o richiesta di chiarimenti da parte nostra. Come dimenticare l’interrogazione consiliare di 50 domande che non ha mai ricevuto alcuna risposta, datata febbraio 2017.  Bisognerebbe capire una volta per sempre, perché qui ne va del futuro dei nostri figli, che un Comune non può essere amministrato alle stregua di un condominio, dove basta avere una maggioranza per far passare la propria linea senza un minimo di confronto e condivisione.

A Palazzo Mosti, dove tutti sono ormai asserviti alle volontà sindacali, nessuno si è reso conto che il Comune non ha la competenza necessaria per imporre l’obbligatorietà di un servizio a domanda individuale e vietare tassativamente il pasto da casa. Anche in questa circostanza, è proprio il caso di dirlo, l’Amministrazione Mastella è rimasta a bocca asciutta”.