Restyling per Viale degli Atlantici In primo piano

La sorte dei pini del Viale degli Atlantici sembra segnata. Riunioni di esperti filtrate da dichiarazioni di amministratori e politici annunciano sentenze di morte. Qualcuno chiama in causa pure i lecci del primo tratto, da piazza Castello all’ex carcere di San Felice.

Già questo accostamento segnala la esigenza di un vero restyling del Viale, di tutto il Viale. Vale la pena fare un po’ di storia.

Il Viale degli Atlantici è il simbolo identitario del Novecento beneventano. Con esso la città si apre, oltre le vestigia della romana Porta Somma e del Castello del 1321, sulla dorsale spartiacque tra i due fiumi (Calore e Sabato) che la cingono, chiudendosi alla confluenza di Pantano. Oltre i fiumi le amministrazioni del nascente fascismo curano la sistemazione del Rione Ferrovia, cresciuto attorno alla infrastruttura della stazione centrale, e la nascita del Rione Costanzo Ciano (poi Rione Libertà) attorno alla delocalizzata parrocchia di San Modesto.

La “salita” in direzione della Pacevecchia è il risultato di una visione coraggiosa che guarda lontano e che fa perno su due istituzioni formative (l’una militare, la Caserma del Regio Esercito, in seguito Caserma Aeronautica; l’altra religiosa, il nuovo Pontificio Seminario Regionale Pio XI). Il primo esperimento di impianto urbanistico per la sistemazione degli impiegati statali e della nuova borghesia è immaginato da un ingegnere che agisce anche a nome dei costruttori, Antonio Fabrizio. E’ suo, con la collaborazione dei tecnici comunali, il disegno di Via 24 Maggio e della vicina città degli studi con gli edifici della scuola elementare Costanzo Ciano (poi Mazzini), della palestra della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) e del Liceo classico “Pietro Giannone” che “definiscono” la Piazza della Rivoluzione ( in seguito Piazza Risorgimento. Sul versante della valle del fiume Sabato c’è da salvaguardare la Villa Comunale, databile al 1873, l’ex convento di San Felice divenuto carcere, la villa Perrotta. Ma soprattutto c’è da salvaguardare il valore paesaggistico dello scenario che il viale offre sulla Valle del Sabato, fino al lontano profilo della Dormiente del Sannio, lo Stretto di Barba e le colline di Sant’Angelo a Cupolo.

A sovrintendere alla stesura del progetto del nuovo viale, insieme all’ingegnere Gennaro De Rienzo e all’architetto Vincenzo Miccolupi, è un urbanista di indiscusso prestigio come Luigi Piccinato (che si vede affidata per due volte, a distanza di 25 anni, la redazione del Piano Regolatore Generale). In un’unica visione, dal Castello fino alla Chiesa dell’Angelo (ancora in aperta campagna), viene disegnata una sistemazione organica dal notevole pregio estetico-funzionale. Di particolare significato, per la definitività della soluzione, è la sistemazione dello sconscendimento verso valle nel tratto finale dopo Villa Perrotta e l’edificio del Banco di Napoli (quello che verrà demolito per far posto al palazzo Passarelli). Qui gioca il genio di Piccinato, che disegna un muraglione, con due scalinate di discesa sulla via delle Puglie e un terrapieno sul quale è contestualmente armonizzato un giardino. Di fronte alla chiesa dell’Angelo, si disegnano tre grandi aiuole. L’intero impianto a giardino è corredato da lampioni disegnati dallo stesso Piccinato, la cui sagoma riecheggia un simbolo aeronautico (le ali di velivoli visti in formazione).

La storia, infatti, fa trovare i beneventani di fronte ad eventi di rilevanza internazionale. Mentre la Santa Sede (risolte le questioni con lo Stato italiano) investe nella costruzione del Seminario Regionale, Benevento, quale città sede del Centro di Reclutamento della Terza Zona Aeronautica, è coinvolta nell’eco mondiale della Trasvolata Atlantica di Italo Balbo. E quel magnifico Viale, ormai prossimo alla completa e puntuale realizzazione, che avrebbe dovuto fare tutt’uno col Seminario ed intitolarsi al Papa Pio XI (come accadrà a Salerno), diventa il destinatario della riconoscenza all'evento aeronautico. Il sindaco Gabriele Collarile riesce a trovare un accordo col nuovo Arcivescovo cardinal Giovanni Adeodato Piazza e il 25 ottobre 1933 si inaugura in pompa magna il Seminario (intitolato a Pio XI), mentre il 28 ottobre (anniversario della marcia su Roma) si inaugura il Viale. Che è, seduta stante, intitolato ai già mitici trasvolatori atlantici di da Italo Balbo.

I pini sui quali si discute sono quasi tutti quelli messi a dimora nel 1933 e salvati dai tagli progressivi. Hanno quindi un secolo di vita. Non risultano catalogati tra gli alberi storici - come dice la Sovrintendenza - per la semplice ragione che chi di dovere non ha adempiuto al censimento disposto dalla Regione. Nessun albero, nemmeno della villa, risulta censito. Di qui l’assenza di qualsiasi qualificazione di alberi storici. E già questo sarebbe da tener presente in un piano generale entro il quale far rientrare il restyling del Viale. A cominciare dal riposizionamento dei lampioni di Piccinato, armonizzando i moderni corpi illuminanti a led (o ad altre diavolerie). Non è concepibile, come sui tre lampioni “salvati” nelle aiuole davanti alla chiesa dell’Angelo, incollare le capocchie dei nuovi lampioncini da supermercato messi (provvisoriamente, sindaco?) sui muretti dei giardinetti (sempre così, giardinetti, i beneventani hanno definito il giardino Piccinato).

E già che ci siamo, una volta segati i tronchi dei pini marittimi, bisognerà devitalizzare anche l’apparato radicale. E’ un lavoro da effettuare con competenza e senza alcuna fretta.

Prima di pensare a nuove essenze, infatti, appare doverosa la progettazione di un intervento generale, sia per il restauro del muraglione, sia per la installazione di ringhiere in regole con le normative di sicurezza oggi vigenti e sia per un severo disboscamento atto a valorizzare le piante di pregio, mediante la eliminazione di ligustri e cedri più o meno spontanei e la cura delle siepi di mortella ed alloro. Serve, insomma, la progettazione completa (esame e arricchimenti dei terreni, dissodamenti, potature) di un “nuovo viale” che sia una degna continuazione del gioiello di Piccinato.

L’occasione, dunque, richiama lavori impegnativi (per spesa e realizzazione) previa progettazione del restauro di tutto il complesso (Viale più giardinetti) in una visione di ammodernamento, rispettoso però del valore storico e ambientale dell’esistente.

Vogliamo ricordare che il giudice del Tribunale di Benevento ha riconosciuto l’esistenza del diritto di autore in capo al progettista di una chiesa il cui parroco aveva manomesso parte della facciata. Il bene ambientale architettonico e storico del Viale degli Atlantici merita molta più attenzione della pur rispettabile chiesetta di cui alla sentenza citata.

MARIO PEDICINI