Rocca dei Rettori. Approvato in via definitiva il bilancio di previsione per l'esercizio 2015 In primo piano

Il Consiglio provinciale di Benevento ha approvato stamani in via definitiva il bilancio di previsione per l'esercizio 2015.

Tutti i consiglieri presenti hanno votato a favore, dunque anche l’opposizione, con la motivazione, accettata da tutti, che si trattava di un bilancio esclusivamente di natura tecnica, finalizzato a far affluire risorse finanziarie per un territorio così pesantemente colpito dagli eventi calamitosi di questi giorni.

La discussione sul bilancio ha dato anche il via libera al piano di razionalizzazione delle società partecipate, alla ricapitalizzazione “tecnica” della società partecipata Sannio Europa, alla rimodulazione del piano di forestazione (che prevede maggiori risorse per il settore pari a circa 400mila euro), nonché all’acquisizione al patrimonio della Provincia di un tronco stradale tra Guardia Sanframondi e Cerreto Sannita.

Naturalmente anche oggi, dopo la riunione dell’assemblea dei sindaci di martedì scorso, è stata principalmente incentrata sulla gestione dell’attuale emergenza.

I consiglieri provinciali presenti, il sindaco di Castelfranco in Miscano Antonio Pio Morcone e lo stesso presidente della Provincia hanno svolto un’ampia disamina della situazione e dei gravi problemi all’orizzonte del Sannio dopo le alluvioni di questi giorni.

Il presidente Ricci ha, difatti, contestato la legge sulla Protezione Civile che, per la dichiarazione ufficiale dello “stato di emergenza”, richiede la compilazione di moduli e schede complicatissime nonostante tutto il Paese abbia avuto visione diretta dell’enormità di quanto accaduto nel Sannio nella notte tra il 14 e il 15 ottobre e nei giorni successivi con ponti distrutti, strade risucchiate via, famiglie sui tetti, intere comunità isolate, aziende agricole, industriali e commerciali dissolte nel fango.

Come i nostri piccoli Comuni, sottoposti ad un bombardamento d’acqua di quelle dimensioni, si siano approntate quelle schede complicate se i nostri sindaci e i tecnici comunali erano per le strade con la carriola a spalare fango?”, si è chiesto polemicamente Ricci, ribadendo quanto già rappresentato al capo della Protezione Civile nei giorni scorsi presso la Prefettura di Benevento.

Intanto, però, senza la dichiarazione di emergenza, non si possono ordinare da parte dei Comuni (che non hanno soldi) i lavori di ripristino delle strade, delle fogne, degli acquedotti etc., il cui costo dovrebbe essere ristorato dallo Stato: si rischia, pertanto, che al danno si aggiunga la beffa della “dichiarazione di debiti fuori bilancio” per gli interventi di emergenza ordinati dai sindaci. Una catastrofe nella catastrofe.

Su tale concetto hanno insistito tutti gli intervenuti a partire dal sindaco di Castelfranco in Miscano, con i consiglieri Cataudo, Molinaro, Picucci, Ruggiero, Damiano, Palmieri, Lombardi. L’attesa della dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo centrale, dunque, impedisce di svolgere quel lavoro di assistenza alle popolazioni che è indispensabile ora e non tra qualche giorno.

Il sindaco Morcone ha poi fatto osservare che la catastrofe ha colpito pesantemente anche quelle opere pubbliche finanziate dall’Unione Europea che erano in corso a cura dei Comuni: altro danno e altra beffa, perché l’Unione Europea non solo non ammette ritardi nell’esecuzione delle opere, ma chiede anche indietro i soldi già versati. Una vera e propria ulteriore emergenza, questa, sottolineata anche dai consiglieri Ruggiero e Molinaro, il quale ultimo ha riportato dati drammatici in questo senso per quanto riguarda la sola città capoluogo. Il Consiglio tutto ha auspicato che su questo punto l’UE, con le sue assolute rigidità, voglia almeno concedere una proroga nelle rendicontazioni dei lavori effettuati.

Altro capitolo è stato quello dei volontari, degli “angeli del fango”, di quegli eroi sconosciuti, la gran parte giovanissimi, che si sono prodigati: su tale argomento, introdotto dal consigliere Palmieri, Ricci ha detto che, pur inchinandosi al cospetto di tanto eroismo, tanta solidarietà e tanto amore per il prossimo, questo intervento volontaristico ha palesato la scarsità di impiego immediato da parte di specialisti di questo tipo di emergenze.

E’ stato anche affrontato, in particolare da parte del sindaco di Castelfranco in Miscano, il tema dell’allargamento “surrettizio” della platea dei Comuni danneggiati o presunti tali: questo comporterà l’assottigliarsi delle risorse finanziarie disponibili. A tale proposito, il consigliere Ruggiero ha affermato che anche la stampa ha sottovalutato la catastrofe abbattutasi sul Fortore e sull’Alto Sannio e ha polemicamente affermato: “Se il Comune di San Bartolomeo in Galdo fosse sparito, nessuno se ne sarebbe accorto”. A tale proposito il presidente Ricci ha rimarcato un altro limite evidente della legislazione e delle procedure di Protezione Civile che non tengono conto soprattutto delle realtà più piccole (in quanto a numero di abitanti): “se tutto questo fosse successo a Napoli, oggi avremmo già approvata una Legge Speciale”.

Il consigliere Molinaro ha infine introdotto il tema della necessità di garantire almeno per i primi mesi un reddito di emergenza a favore di chi ha perso tutto, in particolare a quelle famiglie che vivevano sulla piccola azienda agricola familiare, una delle caratteristiche del Sannio.

In tutto questo, l’approvazione del bilancio, secondo il presidente Ricci, può costituire la premessa per avviare il superamento dello stato di emergenza, ribadendo la propria contestazione nei confronti di quei sindaci che non hanno voluto, pur potendolo fare, partecipare alla Assemblea dello scorso 20 ottobre. Il Bilancio “tecnico” che viene approvato, tuttavia, utilizzando l’avanzo di amministrazione (dovuto alla virtuosità dell’ente) rischia seriamente di sfondare il Patto di Stabilità consistente nel divieto di impegnare e impiegare le somme disponibili in portafoglio: la provincia, ulteriore beffa nella beffa, rischia dunque di dover pagare il prossimo anno una sanzione pecuniaria, mentre lo Stato continua a tagliare i trasferimenti finanziari.

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