Sicurezza nelle scuole: Pepe e Viespoli attaccano nuovamente il sindaco Mastella e la sua amministrazione In primo piano

Tiene ancora banco la questione scuole nella città di Benevento ed il consigliere di minoranza a Palazzo Mosti, Fausto Pepe, oltre che il presidente dell'associazione politico-culturale, Pasquale Viespoli, attaccano nuovamente il sindaco Mastella.

FAUSTO PEPE

L’attenzione al tema della sicurezza nelle scuole e più in generale in tutti gli edifici pubblici da parte di un’amministrazione comunale non è affatto deprecabile. Altro è però quanto accaduto nella nostra città con la decisione del sindaco di non far ripartire l’attività in alcuni istituti scolastici senza, per altro, convocare le altre Istituzioni interessate e competenti in materia come la Prefettura, la Provincia, la Direzione scolastica provinciale.

Il disagio creato ai genitori, oltre che il danno arrecato ai ragazzi che hanno perso ore di studio e formazione, non trova alcuna giustificazione in nessuno dei verbali redatti dalla Commissione Tecnica, la quale non ha riscontrato rischio sismico tantomeno ha intimato, o solo suggerito, la chiusura di quegli edifici. Anzitutto, quindi, vanno tranquillizzate le famiglie circa i resoconti delle attività degli esperti incaricati dal Comune.

Gli eventi sismici che hanno colpito tragicamente il centro-Italia nei giorni scorsi  hanno reso tutti noi più suscettibili e più allerti e proprio in virtù di ciò un Sindaco non dovrebbe mai lesinare l’accortezza nel non creare eccessive preoccupazioni o un procurato allarme.

Gli interventi di cui necessitano alcune scuole attengono alla manutenzione degli edifici in alcuni punti, non sono state riscontrate carenze strutturali, e questi lavori possono essere tranquillamente fatti con le scuole in funzione. C’è poi da domandarsi come mai questi sopralluoghi, con i conseguenti provvedimenti di aggiusto degli edifici, non siano stati fatti, come sempre negli anni passati, durante la pausa estiva. Una dimenticanza? Fatto sta che è insopportabile dover assistere ancora ad attività di mera propaganda, come se il tempo dell’amministrare non fosse ancora giunto, per di più facendo leva sui sentimenti di inquietudine dei genitori e delle famiglie beneventane.

Se ciò che paventava e preoccupava il Sindaco era l’incolumità e la sicurezza degli studenti beneventani avrebbe dovuto richiedere indagini su tutti gli istituti cittadini, non solo quelli di sua competenza, soprattutto alla luce di un’ordinanza emessa invocando il ruolo di Capo della Protezione Civile. Non ci interessa sapere se gli asili nido, le università, gli istituti superiori, le scuole private posso accogliere i nostri ragazzi? E tutti gli altri edifici di pubblica utilità, allora? Non si utilizzi in maniera strumentale un tema così sensibile e delicato.

Il sindaco renda pubblici quei verbali, tranquillizzi la città, faccia tornare tra i banchi gli studenti ed avvii la manutenzione.

PASQUALE VIESPOLI

La situazione è grave ma non è seria, parafrasando Flaiano.

E’ grave ed è prioritario il tema della sicurezza nelle scuole, ma non è serio affrontarlo così come è stato fatto, con la propensione alla mediaticità, persino a scapito della responsabilità, e con una disarmante superficialità, ancor più preoccupante dell’incompetenza.

Non è serio confondere e sovrapporre questioni strutturali con problemi di manutenzione, ordinaria o straordinaria che sia.

Il risultato è stato quello di creare incertezza per decine e decine di famiglie, salvo battere in ritirata, con modalità che richiamano il “Contrordine compagni” di Giovannino Guareschi.

Garantire la sicurezza, soprattutto quando si tratta di bambini, è più di un dovere. Proprio per questo, è necessaria l’umiltà del confronto e non la presunzione dell’autoreferenzialità.

Perché individuare soluzione è possibile, perché è possibile far diventare seria una situazione grave.

Per fortuna, nella palude del silenzio è emersa l’iniziativa determinata di associazioni, comitati di genitori, direzione scolastica regionale, che hanno svolto un ruolo di supplenza al pensiero zero dei soggetti politici e sociali e contribuito a colmare il deficit di informazione, determinato da quegli organi di stampa che hanno scelto una linea di subalternità e di palese collateralismo, manifestati quotidianamente con un tale eccesso di zelo da rasentare, a volte, la comicità involontaria.

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