Sul ritrovamento dell'antico ponte di contrada Cerracchio interviene lo studioso Elio Galasso. 'Non è etrusco' In primo piano

La notizia pubblicata quest'oggi dal nostro giornale online (http://www.realtasannita.it/articoli/articolo.php?id_articolo=15885) sull'antico ponte di contrada Cerracchio a Calise, nel Comune di San Giorgio la Molara - riportato alla luce dalla terribile alluvione che ha flagellato gran parte del Sannio beneventano - ha destato molto interesse in voi lettori, che avete letteralmente subissato di mail la nostra redazione chiedendoci di saperne di più.

Eccovi accontentati: quella che segue è, infatti, la spiegazione dell'insigne studioso Elio Galasso, il quale, lo ricordiamo, ha diretto magistralmente per oltre trent'anni il Museo del Sannio.

So dell'esistenza di questo ponte che scavalca il fiume Tammaro - scrive il prof. Galasso - non molto lontano dalla sua confluenza nel Calore a Ponte Valentino.

Per valorizzarlo ci sono state iniziative intese a recuperare almeno la conoscenza del locale tratturo, o meglio del 'tratturello', che si diramava dal grande tratturo preromano Pescasseroli-Candela collegante le aree montuose del Matese alla pianura pugliese.

Ma alla fine, a determinare i percorsi erano proprio in fiumi, lungo i quali le genti si muovevano con animali e merci.

Dal punto di vista storico quello a cui appartiene questo ponte era un percorso di transumanze sannitiche e, prima ancora, la principale via di penetrazione delle genti illiriche e greche dal mare Adriatico verso le pianure irpine dove sorse poi Maloenton, città appunto dei Sanniti 'Irpini', di cui non si conosce il nome osco.

Maloenton era infatti la traduzione greca di quel nome oscosannitico sconosciuto, poi tradotto dai romani con la parola Maluentum e quindi Maleventum... Beneventum.

Non ho mai visto di persona la struttura architettonica di quel ponte.

La fotografia mostra le spalle del ponte fatte di blocchi calcarei squadrati, così come regolarmente rastremati sono i blocchi dell'arco a tutto sesto.

Potrebbe trattarsi di un ponticello romano, che traduce in pietra un precedente ponticello di età sannitica, forse di legno come allora era frequente.

Non vedo da dove possa derivare l'idea che sia 'etrusco': gli Etruschi non arrivarono mai nelle aree di Benevento.

Più di tanto non si può dire, in attesa di ulteriori studi scientifici”.

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