Tutti pazzi per le scommesse   In primo piano

Passione, passatempo, piacere del rischio e troppo spesso dipendenza. Tanti gli aggettivi che possono in qualche misura dare un idea di quanto la sindrome del gioco, o meglio del betting che racchiude tutto il mondo delle scommesse sportive, sta contagiando fette di pubblico sempre più numerose.

Un mercato con un giro d’affari che secondo le ultime stime dell’Agicos, agenzia giornalistica concorsi e scommesse, ha sfiorato in Italia nel 2009 i 4 miliardi di euro di raccolta complessiva, in cui il vero boom è rappresentato dalle scommesse su internet che, sempre nel 2009, sono state pari al 30,3% della raccolta totale.

Superata quindi la vecchia e cara schedina della domenica, o il biglietto della fortuna in autostrada, oggi, il brivido del gioco corre alla velocità della luce nel mondo virtuale dove viaggiano scommesse sportive, ippiche, lotterie istantanee “Gratta e vinci”, ma soprattutto gli skill games, i cosiddetti “giochi d’abilità” dove il re incontrastato è il poker. Proprio i numeri straordinari che il mercato del gioco on line ha fatto registrare negli ultimi tempi, ha scatenato una vera e propria corsa degli operatori italiani e esteri che si sono gettati a capofitto in questo settore.

A reggere le fila del gioco l’AAMS, Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, l’istituzione secolare che disciplina tutto il settore dei giochi, mentre il panorama dei cosiddetti service provider ovvero i fornitori del servizio/ piattaforma di gioco è costituito da diverse società, oltre le più famose Snai e Lottomatica, anche Leonardo, Gioco Digitale e Microgame, quest’ultima felice intuizione dell’ingegnere sannita Fabrizio D’Aloia che si posiziona come service provider leader per il gioco a distanza in Italia con ben 102 siti a cui fornisce piattaforme applicative di gioco e servizi integrati.

Una realtà, quella sannita, che nel mondo del betting on line è in costante espansione con la presenza di portali del gioco come MyWin, sito web che consente di effettuare scommesse a quota fissa su tutti gli eventi sportivi attraverso l’utilizzo di un conto deposito.

Il sistema funziona così: il giocatore/scommettitore si registra al sito e ricaricando con carta di credito o bonifico diventa titolare di un conto con il quale può giocare dove, quando vuole a tutti i giochi previsti dal portale MyWin. Per chi preferisce effettuare la giocata in luogo “fisico”, MyWin gestisce in tutta la città di Benevento 15 punti di commercializzazione, ovvero punti vendita, corner in bar, edicole, tabacchi, che fungono da internet point, in cui sempre e solo l’intestatario del conto può effettuare la scommessa e ritirare una eventuale vincita.

Oltre a MyWin che opera non solo nella provincia sannita ma in tutta Italia, altri due portali titolari di sistema operano sul territorio, la Bullpoker e Pokerinside con una particolare inclinazione per il segmento di punta del gioco online rappresentato dal poker.

Quali sono dunque gli ingredienti di questo fenomeno, che va al di là di ogni pronostico? Sicuramente una parte di talento, unita ad una buona dose di coraggio e quanto basta del fattore fortuna ne fanno le caratteristiche principali del giocatore tipo, anzi giocatrice considerato che, proprio nel gioco del poker, le ultime stime registrano un incremento del settecento per cento di pubblico femminile. Tutto avviene rigorosamente via Internet attraverso la formula dei tornei o del sit and go in cui vengono riprodotti veri e propri casinò virtuali con tanto di avatar - giocatori e croupier cibernetici.

E c’è già chi ha sentenziato in una visione apocalittica che stiamo diventando un esercito di schiavi del gioco, scagliandosi contro la diffusione massiccia di questo genere di passatempi e il rischio che questi inneschino fenomeni di dipendenza e atteggiamenti ossessivo – compulsivi.

Certo il confine tra giocatore normale e giocatore patologico/incallito è alquanto sottile e molto spesso a determinarne la differenza sono la frequenza, le aspettative, l’intensità ed altri fattori di natura individuale e sociale. Lasciarsi sedurre senza esserne conquistati sembra essere la soluzione più giusta considerandolo nella sua accezione di giuoco, che già Aristotele accostava alla gioia e alla virtù ma distinguendolo dalle attività praticate per necessità.

LIVIA CINAGLIA