Un Istituto Alberghiero a Pago Veiano! La proposta della scrittrice Lucia Gangale In primo piano

Nella provincia di Benevento gli Istituti Alberghieri non sono molti. Oltre che nel capoluogo, ce ne sono a Faicchio-Castelvenere, Colle Sannita, Montesarchio e quello privato di Durazzano.

Da tempo sostengo che nel comune di Pago Veiano, vista la vicinanza con la terra del turismo religioso e vista anche la presenza di un Istituto di enormi dimensioni, sito in Via San Salvatore, una volta ospitante le Elementari, si potrebbe attivare questo indirizzo di studi, differenziandolo e caratterizzandolo rispetto a quello del vicino capoluogo. E ciò per diverse ragioni.

In primo luogo, un Istituto Superiore è sempre qualificante per i comuni che lo ospitano. Il prestigio culturale e sociale di tale istituzione è indubbia. Rivitalizza i paesi. Si apre all’apporto di professionalità interne ed esterne ad esso, con reciproco arricchimento. Rappresenta un punto di riferimento per i giovani del posto. Non da ultimo, rappresenta un indotto economico di notevole interesse, non solo per i dipendenti statali - anche se una scuola potrebbe benissimo essere privata, oppure servirsi della commistione pubblico/privato -, ma anche per tutta una serie di attività collaterali che ruotano intorno a quella istituzione.

Nel caso di un Alberghiero, anche di più, perché l’attivazione di un bar, interno o esterno alla scuola (attaccato alla scuola ad esempio c’è un piccolo alloggio un tempo ospitante una famiglia: si potrebbe riconvertire in attività commerciale), di un ristorante della scuola, di una biblioteca, di sala conferenze e di un auditorium per proiezioni e spettacoli, le famose “gite della scuola”, la necessità della pulizia giornaliera dei locali,  creerebbero un circuito virtuoso che interesserebbe diverse categorie di lavoratori.

Si è tanto parlato in questi anni di “sinergie” (mai attuate) con la vicina Pietrelcina e con il suo turismo religioso. Negli anni il sindaco Masone ha pensato bene di siglare accordi e protocolli con le comunità di Morcone (dovuta alla presenza di Padre Pio) e, nelle settimane scorse con Guardia Sanframondi (città della Spiritualità Pietrelcina, città dei Riti Guardia), ma le comunità di Pago e Pietrelcina sotto il profilo dell’unità di intenti nel turismo non sono mai state collegate.

Perché, dunque, un Istituto Alberghiero?

Sostanzialmente perché nei piccoli centri si avverte la necessità di Istituti scolastici professionalizzanti.

I Licei forniscono cultura “alta” e, spesso, proprio nei piccoli paesi, la scelta dei Licei da parte dei giovani, lungi dall’essere dettata da convinzione personale, è una scelta indotta dalla famiglia o dalla comodità di avere la scuola a pochi metri da casa.

Gli Alberghieri, se fatti bene, non solo possono garantire occupazione a breve termine, ma danno anche sbocco agli studi universitari.

Ve lo immaginate? Non solo, a Pago Veiano, si potrebbe svolgere la didattica tradizionale o multimediale, ma discutere seriamente di turismo nelle nostre zone, attraverso incontri con esperti da ogni dove, tavole rotonde, seminari e workshop. Magari come quelli che, proprio in questi giorni, ed in concomitanza col “Jazz Festival”, si stanno svolgendo nella vicina Pietrelcina. Qui, al Palavetro, mattina e pomeriggio vi sono interessanti sessioni sulle Startup e di innovazione, con i migliori esperti del settore.

Mentre invece, a Pago Veiano, ancora si crede che la sagretta di paese e la festicciola culinaria siano eventi “turistici” e di peso culturale e sociale. Mentre a Pago Veiano, durante le code di attesa alla posta, anziani contadini urlanti, stanno a discutere di terra, di buoi, di uva e di pomodori. Con tutto il rispetto per il comparto agricolo, sia chiaro, sminuito da una angusta visione delle cose e dagli sgraziati modi tipici da quelli che un tempo erano etichettati come “cafoni del Sud”, alle prese con perenni difficoltà scrittorie nella compilazione di bollettini postali e di altre cartoffie dove apporre la propria firma.

Allora, una comunità che rafforza i propri strumenti culturali, è più forte, ha più carte da giocare a proprio favore. Splende di una luce diversa. Ha maggiore credibilità.

Come si disse anni fa in una campagna elettorale: “Questo paese ha bisogno di formazione”.

Un plauso alla candidata che all’epoca non fu ascoltata (il marito è docente al “Giannone” di Benevento), e che aveva centrato il cuore del problema dello sviluppo in questo paese. Che capì che la cultura rende liberi e consapevoli e di questo hanno bisogno le comunità a tutti i livelli.

E pensare che di questo poderoso edificio degli anni ’50, non molto tempo fa, si paventava l’abbattimento. Come sempre, nella storia di questo paese, il passato è più un fardello di cui liberarsi che una ricchezza da spendere in funzione di sviluppo futuro. Come sempre, i grandi del passato sono vittima di damnatio memoriae, più che di considerazione e di esempio. Mentre invece, come va ripetendo il poeta e paesologo Franco Arminio nei suoi incontri culturali, negli edifici pubblici dei nostri paesi ed anche nei bar, non andrebbero affisse le foto dell’America o altre amenità, ma i ritratti dei grandi personaggi della storia locale, perché senza la ricchezza del proprio passato non è che si vada molto lontano. Anzi, si condannano i luoghi allo spopolamento.

Anche del vicino edificio che un tempo ospitava la Pro Loco, e di cui vi è un’ossatura e niente più, si parlava di vendere, o forse di svendere, per rimpinguare le casse comunali.

Come sempre, i salvatori della patria, che tanto parlano e postano, non hanno le forze o forse la capacità di attingere finanziamenti finalizzati a reale sviluppo.

Così, nel frattempo, i giovani ed i meno giovani di questo paese se ne vanno, al Nord o in Svizzera, e niente si produce per i luoghi che lasciano.

Insomma: una scuola, un centro anziani, un turismo legato al paesaggio e all’archeologia (con relativi “grandi eventi”), sono cose su cui la politica, quella vera, dovrebbe cominciare seriamente a riflettere a Pago Veiano, nell’anno di grazia 2017.

LUCIA GANGALE

Nella foto: il vecchio edificio della scuola elementare com’è oggi, ed una ipotetica rivitalizzazione attraverso un polo turistico-alberghiero

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