Unisannio, spiegata la correlazione tra i metalli e la patologia di Alzheimer In primo piano

Nell’anno internazionale della Chimica, la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e il Dipartimento di Scienze per la Biologia, la Geologia e l’Ambiente dell’Università degli Studi del Sannio hanno ospitato il prof. Enrico Rizzarelli, ordinario di Chimica generale e inorganica all’Università degli Studi di Catania, per un seminario su “Metalli e patologia di Alzheimer”. Dopo i saluti del rettore Filippo Bencardino, del preside di Facoltà, Francesco Maria Guadagno, ha introdotto il seminario il presidente del Corso di Laurea in Biotecnologie dell’Università degli Studi del Sannio, Giuseppe Graziano. L’incontro era rivolto agli studenti e ai dottorandi dell’Ateneo sannita della area biologica.

Rizzarelli, già rettore dell’Università degli Studi di Catania, è un illustre scienziato che studia da anni la correlazione tra i metalli e la patologia di Alzheimer, con gruppi di ricerca dalle competenze diverse e interdisciplinari.

È ormai accertato che diverse malattie neurodegenerative ad elevato impatto sociale quali il morbo di Alzheimer, di Parkinson e le malattie Prioniche, sono causate dal medesimo meccanismo patogenico. Per ognuna di queste patologie è infatti riscontrabile nei tessuti un accumulo anomalo di depositi proteici insolubili chiamati “amiloidi”.

Nonostante gli intensi sforzi che la comunità scientifica ha negli ultimi anni dedicato alla comprensione dei fattori che, a livello molecolare, possono dar luogo alle diverse malattie, esistono tuttora molti punti da chiarire prima di proporre un’ efficace terapia. Tuttavia, è dimostrato il ruolo determinante che possono avere alcuni fattori legati all’invecchiamento, quali in particolare lo stress ossidativo esercitato dai radicali dell’Ossigeno (ROS) e l’alterazione della neurobiologia dei metalli nel promuovere l’amiloidogenesi.