Addio monetine... No è l'ennesima beffa! Politica

Il passatempo preferito di questa torrida estate, al mare come in città, è stato il: facciamo a chi trova più centesimi?.

Amato da bambini e ragazzini e non disdegnato da certi “adulti”, il giochino si è conquistato la palma d’oro, surclassando di molte spanne persino il Fidget Spinner (sorta di piccola trottola, ndr), di cui è stata creata anche una versione in chiave beauty: il Glamspid, caratterizzato da colori pastello e fornito di tre lipgloss dal profumo fruttato.

Rifiutate dai distributori automatici, “sputate” dalle macchinette per la sosta auto e odiate dai consumatori, così come dalle cassiere dei supermercati, si può dire che le “rosse” da 1 e 2 centesimi abbiano vissuto un momento di gloria in prossimità del loro annunciato addio…

Nella tarda primavera di quest’anno, infatti, i giornali italiani hanno strombazzato a caratteri cubitali la notizia che - a partire dal 1° gennaio 2018 - sarebbe cessato il conio delle care/odiate monetine, così come disposto dall’emendamento Boccadutri, approvato dalla Camera dei Deputati, in quanto la loro produzione equivarrebbe ad un vero e proprio salasso per lo Stato!

Conti alla mano: ciascuna moneta da 1 centesimo costa 4,5 centesimi di euro, mentre per la “rossa” da 2 centesimi ci vogliono 5,2 centesimi.

Fra il 2002 (l’anno in cui l’euro è stato introdotto) e il 2013, ad esempio, la Zecca dello Stato ha coniato oltre 5 miliardi di monetine da 1 e 2 centesimi che, messe tutte insieme, valevano 74 milioni di euro; ma per fabbricarle sono stati spesi la bellezza di 248 milioni di euro, “buttando via” così 174 milioni di euro.

“Smettendo di produrle - si leggeva sui giornali - lo Stato risparmierà ogni anno 5 milioni di euro!”.

E dunque, come Mosè divise a metà le acque del Mar Rosso, così gli italiani si sono divisi tra chi buttava letteralmente via i famigerati “ramini” e chi, invece, li cercava in maniera certosina per poterli conservare.

Ecco spiegato il motivo del trastullo estivo…

Ma a fine agosto arriva l’altolà, o per meglio dire la beffa: “A decidere deve essere il Consiglio europeo, l’Italia non può farlo in autonomia”.

Strano, qui c’è qualcosa che non torna: l’Olanda, il Belgio e l’Irlanda hanno già abolito da alcuni anni le monetine da 1 e 2 centesimi, decidendo per l’arrotondamento dei prezzi ai più vicini 5 centesimi, perché l’Italia ora deve fare marcia indietro?

Per quanto tempo ancora dovremo tenerci i “ramini”?

A che prezzo?

E voi - illustri lettori di Realtà Sannita - da che parte state, buttate i centesimi o li conservate? Ma soprattutto, cosa ne pensate dell’intera faccenda?

Fatecelo sapere e saremo lieti di pubblicare le vostre risposte.

ANNAMARIA GANGALE

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