Boia ed aguzzini: un lavoro che non ha crisi Politica

Qualche anno fa, in occasione di episodi di violenza verificatisi per partite di calcio, una delle principali reti televisive italiane propose un'indagine sulle cause di questa violenza. Furono intervistati molti tifosi ed altri giovinastri che, comunque, si erano trovati coinvolti nei pestaggi reciproci e negli attacchi violenti alle forze dell'ordine.

La cosa veramente sbalorditiva fu - almeno per me - apprendere che una parte piccola di questi “tifosi” in realtà “tifosi” non erano. Non glie ne fregava niente di questa o quella squadra. Erano semplicemente attratti dalla possibilità di menarsele di santa ragione con altri sconosciuti, al riparo - si fa per dire - della scusa evidente che ad azzuffarsi erano tifoserie “nemiche”. C’era un’ottima occasione di prendere a botte, ma sul serio, altri ragazzi e dimostrare quanto si era bravi in quell’arte. Perfino, alcuni - pur di non aspettare i pochi derby in Italia - andavano anche in trasferta: in Inghilterra, in Francia e in Germania. Ci rimettevano spese, organizzazione e tutto il resto pur di picchiarsi con santa ragione con degli estranei. La “copertura” dell’evento sportivo era solo una semplice foglia di fico: era il sangue che scorreva a piacergli.

Cosa li spinge? L’adrenalina di un confronto fisico imminente e quel sottile piacere di sopraffare “a mazzate” altre persone (avversari o polizia) con la quasi certezza di farla franca. Avessero potuto, avrebbero picchiato il primo passante pur di sfogare questo istinto belluino. Ma questo non dava le forti emozioni alle quali i giovanotti aspiravano.

Oggi fa specie che da tutta l’Europa quattro o cinquecento persone si sono arruolate tra i miliziani jihadisti dello Stato islamico (Isis). Ma pensate un po’ che goduria sottile per quei malati di mente: bandiere nere al vento, che - diciamocelo - fanno tanto “morte”, “pirati”, “diavoli moderni”. Una “religione” come gli “uomini da niente” l’hanno sempre sognata: o fai come dico o ti uccido, se voglio una donna, la prendo e la stupro, senza tante complicazioni (chissà quante volte sono stati mandati a cag…. da ragazze nel loro paese!). Armi vere a disposizione e non per sparare nel poligono, ma proprio sulla gente! Meglio ancora se impaurita ed indifesa. Pensate che vengono anche “pagati” per tutto questo!

Ed infine la ciliegina sulla torta: uno tra loro - il “prescelto” - viene ripreso da due telecamere, mentre con un coltello in mano decapita innocui ostaggi. Sa di andare su tutte le televisioni del mondo! Sa che tutti lo staranno cercando per fargliela pagare! Ma lui in quei momenti si sente un “dio”, che può tutto, finanche dare la morte ai suoi simili: impunemente.

Scommetto che se gli avessero chiesto di pagare qualunque cifra per fare il boia, quel boia in differita mondiale, lo avrebbe fatto! Ogni regime sanguinario non ha mai dovuto far fatica per arruolare aguzzini. Finirà il nuovo boia tra qualche mese, ucciso in un posto sconosciuto ai più, come è successo al ragazzo che sparò a Gheddafi e mostrava con orgoglio la pistola d’oro del rais, presa come bottino di guerra.

La religione, in queste vicende, non c’entra. Anche se dispiace che più volte, nella storia umana, la religione sia stata usata per lotte di potere e soprusi o barbarie di ogni genere!

LUIGI PALMIERI

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