El Kozeh: il Pit ha avuto una genesi troppo rapida e troppo poco tempo per essere capita Politica

Jean Pierre el Kozeh, noto general manager ed operatore culturale beneventano, ha divulgato agli organi di stampa le sue riflessioni circa l'esito elettorale cittadino conseguito dalla coalizione denominata Patto Istituzionale per il Territorio.

Ecco quanto scrive:

“Uno degli argomenti che maggiormente appassiona ed unisce me e Pasquale Viespoli è quello del racconto.

La potenza del racconto sta nel fatto che salda insieme la certezza del passato, con i suoi chiari ed i suoi scuri, con la potenza del sogno che è speranza di cambiamento e riscatto.

Un racconto appassiona se ci si sente partecipe della sua trama, se il narratore riesce a coinvolgere l'ascoltatore facendolo diventare protagonista della narrazione.

La disanima che il Senatore ha fatto sul mancato successo di Pit nella recente competizione elettorale, seppur condivisibile, è a mio avviso parziale perchè non ha tenuto conto della componente acconto che, vista la natura del progetto, sarebbe dovuta essere necessaria e che è invece mancata per due ordini di motivi, di cui uno oggettivo ed l'altro soggettivo.

In primo luogo un racconto per essere credibile ha bisogno di essere condiviso e la condivisone esige una sua elaborazione ma, soprattutto, una sua metabolizzazione: il Pit invece ha avuto una genesi troppo rapida e troppo poco tempo per essere capita, assimilata o per contagiare rafforzando, invece, la sensazione nei poco convinti che del acconto ci fosse poco o nulla e che ci si trovasse di fronte ad un cartello elettorale.

Il secondo motivo che ha fatto mancare al Pit la spinta del racconto è la sua narrazione che ha avuto ben quattro narratori che, troppo diversi tra loro e non ancora amalgamati, paradossalmente hanno mitigato la potenza del racconto collettivo e hanno saputo parlare solo alla propria tribù, al proprio elettorato senza riuscire a parlare a tutta la Città e la riprova è nel fatto che non si è superata la somma algebrica delle singole percentuali comunque prevedibili per le varie componenti la coalizione.

Oggi, più di ieri, Pit è di fronte alla vera sfida di tentare di dimostrare che il racconto esiste davvero, che la contingenza elettorale è stata l'occasione e non il motivo per fare un patto per il territorio in cui ognuno ha rinunciato a qualcosa per il bene di tutti e che quel racconto, che ha avuto poco tempo per essere narrato e per emozionare, è ancora l'unica speranza di rinnovamento per la nostra Città.

Sappia quindi proporsi unito (e le sue componenti non indicano conferenze stampa disgiunte per l' analisi del voto perdendo così occasioni importanti), dimostri di saper fare sintesi, di voler rappresentare i problemi veri dei cittadini, di sapere e voler parlare con tutti (anche con i linciatori mediatici veri o presunti o con quei rari intellettuali liberi che hanno avuto il coraggio di manifestarsi), insomma di essere un progetto politico e non un cartello elettorale, un grande racconto che sappia mettere in relazione passato e futuro e non una favola”.

 

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