La riflessione di Marcello Aversano (API) sulla festa del 1° Maggio Politica

In occasione del 1° Maggio, Festa dei Lavoratori, Marcello Aversano, capogruppo uscente di Alleanza per l’Italia al Comune di Benevento e candidato alle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

La festività del 1° Maggio interroga la politica e le forze sindacali sull’opportunità di una riflessione e di una proposta che, partendo dalle realtà locali, rimetta al centro il lavoro. Si pone come necessità perché è l’attuale situazione del nostro Paese a richiedere un impegno maggiore. Al centro dell’agenda politica, innanzitutto, va messa la questione giovanile, che è drammatica. Se non si insiste sui giovani, non si investe nel futuro dell’Italia. Le risorse nel Bilancio dello Stato ci sono, a patto che la questione diventi priorità.

Alleanza per l’Italia ha lanciato l’idea di introdurre il reddito minimo garantito per giovani disoccupati o occupati al di sotto di una certa soglia di reddito. E’ necessario creare un fondo nazionale per le politiche giovanili non inferiore a 5 miliardi di euro all’anno con un pacchetto di proposte imperniate da un lato sullo studio e la formazione e dall’altra sul mercato del lavoro, per sostenere l’occupazione combattendo la precarietà e contestualmente defiscalizzando i costi del lavoro per determinate figure a partire da giovani e donne laureate.

Oggi dobbiamo strutturare un nuovo patto intergenerazionale tra giovani e adulti che, insieme, ripensino e rilancino il lavoro anche attraverso forme nuove di rappresentanza: stimolando i primi a esser autentici protagonisti del proprio futuro, guardando senza incertezze al presente e trovando in esso le basi per costruire il proprio percorso professionale, e incitare i secondi a essere veri maestri e testimoni anche rispetto a quei diritti faticosamente costruiti nel passato.

Purtroppo in questi giorni, anche a Benevento, il dibattito sulla festa del 1° Maggio rischia di essere vuota retorica o peggio ancora sede di contrapposizioni inutili che nulla danno in termini di contributi positivi. A nulla serve interrogarsi sulla decisione di mantenere i negozi aperti il 1° Maggio se poi non si mette mano all’intero mercato del lavoro. Peggio ancora dover assistere ai sindacati che, anche in sede locale, si dividono promuovendo iniziative diversificate. In questo caso non è una ricchezza o un contributo alla chiarezza. E’ solo la constatazione di quanto resta ancora da fare per unire tutti gli sforzi e dare risposte all’altezza della sfida che abbiamo dinanzi”.

Altre immagini