Molte poltrone al mercatino Politica

Un tema di fondo - diciamo pure un leit motiv - della campagna elettorale è quello delle poltrone. Da quando Berlusconi aveva arieggiato con un foglio di carta e, indi poscia, strofinato con un immacolato fazzoletto bianco la poltrona dove era stato seduto Marco Travaglio, pare che nessuno più voglia sedersi su una poltrona.

I candidati di destra, di sinistra e di centro fanno a gara a chi dichiara in maniera più stentorea che non amano cotale elemento di arredo. Chi l'ha avuta, confessa che non ci si sente attaccato. Chi parrebbe sulla strada di occuparla premette che non ci tiene proprio.

Si comprende la preoccupazione della neonata Associazione Produttori Poltrone per l'Italia (in sigla APPI) che minaccia la cassa integrazione per tutti gli occupati alla costruzione dell'ora così bistrattato articolo, già vanto dell'artigianato nazionale.

Già le pagine dei giornali sono piene della pubblicità dei produttori di divani, che praticamente ti regalano biposti e triposti al prezzo di una sedia impagliata.

Domenica prossima si prevede grande affluenza di popolo al mercatino di Piazza Pulita (quella delimitata dai paletti di ferro all'ombra della Rocca dei Rettori). Tutte le poltrone scansate dalla nuova politica saranno vendute dai rigattieri.

Fate attenzione che non giungano a ricomprarsele, magari tramite guardaspalle, cameriere e presentatori di liste ormai disoccupati.