Picucci e l'Arco di Traiano giallorosso... Che obbrobrio Politica

Alta pressione nell'atmosfera, caldo secco in terra e brutta aria al Comune dove il sindaco Mastella ha dato il benservito al vice Erminia Mazzoni.

In tanta elettricità rimbalza agli onori della cronaca l'assessore alla cultura, Oberdan Picucci. Giorni fa si era scagliato con insolito mordente contro Jean Pierre El Kozeh, reo di aver criticato in via preventiva il cartellone di avvenimenti artistici estivi varato dall'amministrazione municipale. Picucci ammoniva, come quel pittore di Apice che, chiamato a disegnare il nome della ditta D'Oro Orlando sulla fiancata del pullman nuovo, al padrone che aveva speso un capitale e gli raccomandava di non far sbavare lo smalto sulla fiancata, aveva posato pennelli e barattolo e, tutto sfasteriato, aveva proclamato: “E mo' basta, facit' asciuga' e po' parlate”.

Non contento della morale, era passato (il Picucci, non il pittore di Apice) agli insulti accomunando “Pseudointellettuali, pseudogiornalisti, ideologi di Facebook, avversari politici, amici degli avversari politici”.

Si dà il caso che la sua idea di illuminare l'Arco di Traiano coi colori giallorossi dal 5 al 9 luglio mi autorizza ad autoproclamarmi “pseudo giornalista”. Non aspetto infatti di verificare l'effetto che fa per oppormi ad un simile obbrobrio.

Picucci, evidentemente, ignora cos'è l'Arco di Traiano. Mastella se lo tenga come assessore alla cultura, ma gli indichi pure l'orlo del vasino dal quale è vietato traboccare. L'urina di assessore non può esser proposta come bene Unesco.

MARIO PEDICINI

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