Togliere la filosofia dalle scuole?... Ma mi faccia il piacere!... Direbbe Toto' Politica

Qualche tempo fa ho sentito la proposta di qualcuno di eliminare la filosofia dai corsi di laurea di Pedagogia e Scienze dell'Educazione e di ridurne a due anni lo studio nei licei. Perbacco e che fantasia! La filosofia, si dice, si occupa di problemi astratti che non hanno a che fare con la vita e che appesantiscono la mente. E allora mi è venuta voglia di commentare un passo di un certo Platone, vissuto ad Atene nel 370 a. C, autore de La Repubblica.

Quando la città retta a democrazia - scrive Platone - si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, la democrazia muore”. La libertà, per essere tale, ha bisogno di regole che devono essere rispettate. Spesso nella nostra società le regole sono diventate un optional. Sembra che la parola d’ordine sia: “Le rispettino gli altri. Che me ne frega”. Facciamo un esempio? I segnali stradali. Lo stop, le frecce come indicatori di direzione, le precedenze, sono caduti in disuso. Sono obsoleti.

Quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio, la democrazia muore”. Il padre deve essere il padre non l’amico del figlio e deve essere rispettato in quanto tale. Possibilmente, però, non deve ammazzarlo o violentarlo, come purtroppo accade.

Quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità, la democrazia muore”. I figli, a loro volta, non rispettano il padre, “lo tengono fatto”, se lo comprano con poco e il padre, pur di non essere considerato antico acconsente alle richieste del figlio. Comprandolo anche con i soldi per sopperire all’impossibilità di educarlo come si deve per mancanza di tempo.

Quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e c’è nato, la democrazia muore”. Se si vive la disavventura di vedere la propria casa, costruita con sacrifici e facendo debiti, occupata da gente estranea, deve rassegnarsi perché non è possibile intervenire. Al più può convivere con gli occupanti.

Quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine, la democrazia muore”.

In un ambiente siffatto “il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri”. Non sono pochi i casi d’insubordinazione e di percosse date dagli alunni agli insegnanti. Dov’è finito il maestro Perboni del libro Cuore?

In un ambiente “in cui tutto si mescola e si confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato, in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze; in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori, in un ambiente siffatto, dico, pensi tu - ribadisce Platone - che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà? Quando la democrazia, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi essa stessa muore”.

Direi nell’inettitudine, nella superficialità e nella mancanza di responsabilità. Com’è possibile che in un tribunale, a Milano, non sia garantita la dovuta sorveglianza? Com’è possibile che una compagnia aerea non controlli, o meglio ancora, finga di ignorare lo stato di salute dei piloti? Ci sono molte cose che non vanno. Direbbe Cardamone, alias Paolo Caiazzo di Made in Sud, “’A capa mia nun è bona pecchè nun riesco a capì”.

Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro. Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. Soprattutto nel ridicolo”.

E sempre come Cardamone: “’o dico io ‘o dici tu ma nun so d’accordo e ca t’aggia dicere che te pozzo dicere e ca t’ho dico ‘a fa’”.

E com’è attuale il nostro Platone del 370 a.C.

Perbacco come passa il tempo, direbbe il buon Totò. Togliere la filosofia? “A chi? Ma mi faccia il piacere”.

La filosofia è il respiro della mente, la vita della mente. Si può farne a meno, ma allora si deve respirare solo con il corpo.

ELISA FIENGO

lisafiengo@gmail.com

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