A colloquio con Giacomo Pucillo: ''Garantire un equo compenso agli ingegneri'' Società

È passato quasi un anno dalla nomina di Giacomo Pucillo a Presidente dell’Ordine degli Ingegneri beneventani. Diventa importante capire quanto sia stato innovativo questo ricambio, dettato dalla personalità di un giovane tecnico impegnato su vari fronti e in diversi ambiti di interesse, da quello sanitario in qualità di Responsabile tecnico dell’ASL di Benevento a quello più accademico, all’interno dell’Unisannio, come docente a contratto. Competenze notevoli che fanno ben sperare su una guida dell’Ordine rinnovata. Gli abbiamo chiesto un consuntivo sull’anno trascorso e se vi siano opportunità per i giovani laureati, in un momento di crisi come questo. Punto di partenzail ruolo e il significato che gli Ordini professionali hanno in un contesto come quello attuale.

Qual è il ruolo degli ordini professionali e qual è nello specifico l’attività di sviluppo realizzata in questo suo primo anno di presidenza?

L’Ordine professionale ha il ruolo di garante del servizio offerto dall’iscritto. Il professionista ingegnere, per esercitare la professione, ha l’obbligo di iscriversi all’Ordine ed attenersi agli obblighi previsti dal codice deontologico. Naturalmente sono previste pene severe sul piano disciplinare per chi non lo osserva. Un’altra delle principali attività dell’Ordine riguarda l’erogazione di servizi per la formazione continua. Lo fa direttamente o tramite scuole accreditate. Allo scopo è stata intrapresa una costante attività di collaborazione con l’Università del Sannio. Con il Tribunale di Benevento, inoltre, è stato avviato un rapporto diretto per mettere al servizio della Giustizia le dovute competenze tecnico-giuridiche. Con scopi diversi ma ugualmente importantil’Ordine contribuisce, poi, con i propri iscritti, a sensibilizzare gli alunni presso le scuole sui rischi del cyberbullismo. Naturalmente, questo è solo l’inizio di un anno che ci ha visti impegnati anche sul piano organizzativo, sia riguardo la gestione del personale che su quella economico contabile. A breve si porrà anche la necessità di una sede più accogliente. In quest’anno di riscatto sono state poste le basi per costituire la Rete delle professioni tecniche con gli altri Ordini e Collegi, non ultimo un filo diretto con ANCE per condividere attività diverse. La partecipazione è molto attiva eil trend degli iscritti è in lieve crescita.  

A Benevento, come in altre aree del Paese, il declino nel settore dell’edilizia e in altre aree produttive di interesse ingegneristico perdura da troppo tempo. Qual è la posizione dell’Ordine in merito a questa situazione?

È ben noto a tutti che il settore dell’edilizia è in crisi e con esso tanti altri settori affini o collegati. Naturalmente questo declino nella realtà beneventana è maggiormente sentito, tanto da far chiudere molte attività e far trasferire molti professionisti in altre aree della Penisola. I problemi alla base sono molteplici: in primis l’aumento del costo della vita a seguito dell’introduzione della moneta unica, il vertiginoso aumento delle tasse e, non ultimo, la perdita di qualità della politica. A tal proposito l’Ordine sta intentando diverse iniziative tese a contrastare questo declino ed in particolare a garantire, da una parte, l’equo compenso all’ingegnere per il servizio offerto e, dall’altro, la creazione di nuove opportunità lavorative. È del tutto evidente che senza una drastica riduzione della pressione fiscale eun controllo più oculato sull’evasione fiscale non si potrà immaginare a breve una crescita dell’economia e quindi investimenti nel settore dell’edilizia.

In seguito a questa perdurante crisi molti giovani ingegneri beneventani abbandonano i loro luoghi d’origine, rivolgendosi persino all’estero per mettere a frutto le loro capacità, a tutto vantaggio di quei paesi. Cosa pensa di questo fenomeno?

L’abbandono dei luoghi di origine è un fenomeno vecchio. Oggi più di ieri è inaccettabile, visto che spesso le migliori menti provengono dalla nostra terra. Quindi, è ora di trovare la soluzione a questo atavico problema creando quel contesto sociale ed economico che eviti le cosiddette “fughe di cervelli”.   

LUIGI RUBINO