Anche la 'Curva Sud' inneggia alla 'Ligio Linteata' Società

Da qualche giorno in città sono comparsi dei manifesti a fondo rosso e scritta gialla a firma “Curva Sud” con la dicitura “Vincere o Morire”. E’ opinione comune che il mondo del calcio sia una realtà effimera e leggera, mentre i tifosi “Ultras” presenti prevalentemente nella Curva Sud hanno dimostrato il contrario, rievocando attraverso quei manifesti un glorioso passato che ha dato lustro al nostro fortissimo popolo Italico di Sanniti “Samnites Gens Fortissima Italiae”.

Il richiamo agli antichi retaggi storici propri del nostro Sannio è caratteristica comune del “popolo giallorosso” protagonista del tifo è presente anche allo stadio “Vigorito”, in cui campeggia un vistoso cartellone con la dicitura dal tratto intrinsecamente dotto, e per l’origine latina del termine, e per la tradizione storica che tale dicitura richiama, nel quale viene rievocata la “Legio Linteata”.

La rievocazione delle origini, si sa, è sempre affascinante proprio come il sottile filo giallo-rosso che unisce i manifesti comparsi in città: “Vincere o Morire” con la forbita dicitura presente allo stadio. Sia il motto comparso sui manifesti che la “stele” presente allo Stadio si ispirano alla memoria un Corpo Speciale dell’Esercito Sannita che partecipò, con mirabile valore, a tutte le Guerre Sannitiche.

Il riferimento a quella speciale legione che inneggiava alla vittoria o morte è particolarmente appropriato al mondo calcistico i cui principi ispiratori devono coincidere con la lealtà sportiva, la fedeltà e l’attaccamento alla bandiera che, attraverso il gesto tecnico dei suoi artefici, si tramutano in sacrificio agonistico per il raggiungimento di un sommo fine comune, la Vittoria che, nel calcio attuale come nelle battaglie dell’epoca, in qualche caso assume caratteri epici.

Il motto e le gesta della “Legio Linteata” ci sono state tramandate dalla lettura di Livio che nella sua opera “Ab urbe condita” descrive il simbolico giuramento di quella speciale Legione dell’esercito Sannita che, attraverso l’intercessione degli dei, consacrava la propria vita e la propria arma alla battaglia.

Aulica era la cerimonia d’iniziazione di quei giovani guerrieri sanniti, selezionati accuratamente, essa avveniva prima della battaglia attraverso un complesso rituale.

Livio racconta in particolare quello avvenuto nei pressi di Aquilonia nel 293 a.C. in cui in un apposito recinto di circa 200 “piedi” 16.000 valorosi su 60.000 soldati venivano consacrati alla nobiltà (Linteata) come guerrieri votati all’estremo sacrificio, pur di difendere il popolo sannita.

In quel recinto circolare, come lo stadio, ma coperto e costellato da paramenti sacri, paragonabili agli attuali striscioni, erano presenti altari inneggianti alle divinità sannite, in primis Giove ed altre vittime sacrificali. In quel contesto i giovani guerrieri più meritevoli venivano introdotti uno alla volta da un Sacerdote, gli stessi provenivano per lo più da famiglie nobili distintesi per gesta o imprese; gli stessi, al cospetto dei centurioni anch’essi adunati in circolo e con le spade sguainate, dovevano giurare di non rivelare ad alcuno ciò che avevano visto e sentito in quel luogo.

La formula adottata per il giuramento era più da vittima sacrificale che da iniziazione in quanto richiamava la maledizione degli Dei, della propria famiglia e della Stirpe d’appartenenza qualora l’adepto si fosse rifiutato di combattere per i suoi generali, fosse fuggito dalla battaglia o, addirittura, non avesse tentato di uccidere un commilitone in fuga sul campo di battaglia. Chi si fosse rifiutato a tale giuramento di fedeltà alla propria stirpe veniva barbaramente ucciso dinanzi agli altari degli Dei venerati ed i loro corpi abbandonati insieme alle altre vittime, come esempi infamanti. Il popolo Sannita al quale s’ispirano i nostri Ultras, si distingueva per la particolare attenzione a questi aspetti legati all’onore ed al voto di fedeltà, al punto tale da punire severamente la codardia e la diserzione con crudeli pene e supplizi esemplari che arrivavano nei casi più gravi alla infamante pubblica capitolazione.

L’accostamento di quella milizia con le eroiche gesta di una squadra di calcio ideata dai tifosi giallorossi è quanto mai attuale e calzante soprattutto quando il traguardo e la posta in gioco sembrano apparentemente improbe come nel nostro caso, la scalata all’agognata serie cadetta, inseguita dalla nostra autorevole Società e Tifoseria, anche in quest’ultimo campionato in cui si è sfiorato il passaggio diretto alla serie superiore che si tenterà sicuramente di raggiungere nei Play Off attraverso un agognato e risolutivo “epico” assalto portato dalla squadra in campo, come facevano le milizie Linteate ai tempi delle mitiche guerre Sannitiche .

GIANLUIGI NENNA

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